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Recensione libro:“ Ogni giorno ha il suo male”, noir di Antonio Fusco

29/07/2016

“Si addormentò con il pensiero che da qualche parte, non molto distante da lui, una persona nel buio di quella notte si era trasformata nell’angelo della morte e aveva compiuto l’azione assoluta, l’abbraccio di un istante con il mistero dell’eternità e con la più inevitabile delle conseguenze: aveva ucciso.”
La sonnacchiosa provincia toscana di Valdenza è improvvisamente scossa dall’omicidio di una donna che viene ritrovata in casa, in una posizione innaturale e con una fascetta stringicavo attorno al collo. Si pensa subito al movente passionale, ma all’occhio esperto di Casabona, il commissario incaricato del caso, qualcosa fin da subito non quadra: troppi elementi diversi sulla scena del crimine, troppi particolari contrastanti.
Schivo, ma con una forte carica umana, reso cinico da troppi anni di mestiere alle spalle, Casabona capisce che l’omicidio è solo l’inizio di un vortice di morte: un gioco molto pericoloso in cui le regole sono quelle stringenti e folli di un serial killer. E Casabona non può che accettare la sfida. «Chiediti perché e troverai il movente e se troverai il movente sarai vicino all’assassino». Seguendo questa frase come un mantra e con l’aiuto dell’affascinante collega Cristina Belisario, Casabona cercherà di venirne a capo e per farlo sarà obbligato anche a una profonda riflessione sull’impotenza dell’essere umano rispetto alle conseguenze delle proprie azioni.
Con “Ogni giorno ha il suo male” Antonio Fusco fa il suo esordio nella letteratura offrendoci un giallo che racchiude in sè qualcosa di più della semplice storia raccontata.
Un romanzo dall’ossatura americana, la storia dello spietato serial killer sembra rimandare ai romanzi d’oltre oceano, ma con un animo tutto italiano.
Le indagini mettono in risalto gli sforzi ma anche le leggerezze e superficialità che a volte vengono commesse in campo giudiziario e la vita di un ispettore che viene delineato come persona vera, con le sue inquietudini e paure, le sue forze e le sue debolezze. Una persona cinica e concreta sul lavoro, ma generosa col suo prossimo. Altruista verso i colleghi, preso dal lavoro, perde di vista la propria vita personale, trascurando e ferendo le persone a lui più care.

“Ogni giorno ha il suo male” è il primo di tre noir che hanno per protagonista il Commissario Casabona e Fusco intervistato sul perché ama scrivere ironico risponde «Da ragazzino pensavo di fare lo scrittore. Perché poi sono diventato un poliziotto? Pensavo che quello dello scrittore non fosse un mestiere».
Ecco come Fusco ha risposto ad altre domande
Chi è Antonio Fusco?
Un cinquantenne, napoletano di origine, che fa il funzionario della Polizia di Stato e ha girato l’Italia per lavoro. Sono approdato in Toscana nel 2000 e mi ci sono stabilito con mia moglie e i miei due figli. Come formazione ho conseguito la laurea in Giurisprudenza e in Scienze delle Pubbliche amministrazioni ed ho frequentato un master di II livello in criminologia forense. Attualmente mi occupo in via prevalente di indagini di polizia giudiziaria.
Come si è approcciato al mondo della scrittura? Quando e perché ha iniziato a scrivere?
Sin da quando ero ragazzo amavo molto leggere libri e mi piaceva scrivere. Negli ultimi anni mi sono avvicinato al mondo del giallo e del noir grazie a partecipazioni a convegni e incontri promossi da associazioni di amanti del genere, dove intervenivo in qualità di esperto e di criminologo. Durante uno di questi incontri mi è venuta l’idea che poi è diventata il motore del giallo, l'intreccio, che ovviamente non posso rivelare. Quando ho iniziato a scrivere, dalla mia esperienza professionale sono venuti fuori da soli, come se non aspettassero altro da tempo, ritagli di memoria che mi hanno aiutato a delineare in modo credibile personaggi, caratteri e situazioni che danno quel taglio particolarmente realistico al romanzo.
Come è nato il commissario Tommaso Casabona?
Da una scommessa con un amico, appassionato di gialli e presidente di un’associazione di amanti del genere. Mi invitava spesso come relatore, esperto di criminologia, a loro manifestazioni e convegni. Una volta gli ho detto che ero stufo di intervenire per presentare libri di altri, che il successivo che avrei presentato sarebbe stato scritto da me. Poi mi ha motivato anche mia figlia, appassionata di letteratura. Il nome Casabona mi è piaciuto perché mi ricordava il Casaubon del Pendolo di Foucault di Umberto Eco.
Che rapporto ha con il suo personaggio principale?
E’ un vero amico. A volte si presta a fare e a dire cose al mio posto di cui io non avrei mai il coraggio .
Come lo descrive ai lettori?
Il Commissario Casabona è un personaggio vero, deciso e duro ma allo stesso tempo con una grande umanità, doti alle quali unisce il fiuto che gli deriva da anni di esperienza. Ha maturato una forte dose di cinismo che gli serve da corazza per proteggersi dall’impatto emotivo procurato dalle nefandezze dell’animo umano con cui è costretto a misurarsi per il suo lavoro ma dentro conserva un forte senso etico che gli consente di avere sempre ben chiaro il confine tra il bene e il male.
Quanto tempo ha impiegato a scrivere “ Ogni giorno ha il suo male”? Come ha impostato il lavoro di stesura?
Circa un anno. Dovendo trovare il tempo per la scrittura conciliandolo con gli impegni per il lavoro e la vita familiare. Il lavoro di stesura è stato molto istintivo. Fatto di passaggi e revisioni. Non mi piace l’eccessiva schematizzazione. Preferisco scrivere intorno all’idea e lasciar venir fuori la storia e i personaggi per formare lo script. Ritornandoci poi per le atmosfere e le descrizioni.
Quanto c’è di autobiografico in quello che scrive?
Una volta ho visto un film dove una mamma diceva al figlio piccolo, che poi sarebbe diventato un famoso neurochirurgo, che la fantasia è immaginare un topolino blu. Ma si può immaginare un topolino blu se non si è mai visto un topolino e non si conosce il colore blu? La fantasia, in fondo, è un modo diverso di mettere insieme pezzi della nostra vita e di quella degli altri a cui abbiamo assistito. Quindi, in ogni racconto c’è sempre molto di autobiografico.

Nei suoi romanzi racconta il male in tutte le sue forme: quanto attinge dai casi da lei direttamente affrontati e quanto dalla cronaca in generale?

Per quanto riguarda le tecniche investigative, le atmosfere, i personaggi di contorno, attingo alla mia esperienza di vita e professionale. I casi, invece, sono frutto di fantasia. Non potrebbe essere altrimenti. Riportare fatti accaduti realmente di cui mi sono occupato significherebbe venir meno ad obblighi fondamentali di deontologia professionale.

Il commissario Casabona pur se di comprovata esperienza, non è mai riuscito ad abituarsi a “vedere il mondo attraverso la lente deformante del male”. Lei ce l'ha fatta?

Bisogna distinguere il controllo che ogni professionista deve avere sulla propria emotività, necessario per far bene il proprio lavoro, dall’assuefazione morale e dall’abitudine che porta al cinismo. Conservare freddezza non significa abituarsi al male, che ci deve sempre indignare.
Antonio Fusco, criminologo forense e capo della Squadra mobile alla questura di Pistoia ha cinquant’anni. Nato a Napoli,ha una laurea in Giurisprudenza e una in Scienze delle Pubbliche amministrazioni. Fusco lavora dal 2000 a Pistoia. Dopo “ Ogni giorno ha il suo male” sempre con Giunti ha pubblicato “ La pietà dell’acqua” e “ Il metodo della fenice.”
Bella 29 luglio 2016 Mario Coviello



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