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‘Il senso di un cento e lode' |
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10/07/2016 | Serena Celano è una ragazza rotondese che ha appena conseguito la maturità scientifica, dopo aver frequentato il liceo di Rotonda, ottenendo il massimo dei voti con la lode.
Chiaramente, la valutazione è frutto del costante impegno profuso dalla giovane in questi anni. Tuttavia, un ruolo in tal senso lo ha recitato anche l'originalità, unita alla puntuale descrizione della nostra società, della tesina che ha scelto di discutere, il cui tema è "La Dignità Dell'Uomo: Il Singolo che Conta".
Il lavoro, che trae spunto dall'ultimo libro di Gherardo Colombo intitolato "Sulle Regole", vuole essere una rappresentazione di come agire in un modo eticamente corretto, all'interno di un tessuto sociale che, al contrario, si presenta profondamente utilitarista.
«La dignità dell'uomo non si ravvisa esclusivamente da ciò che è affermato nel diritto, ma deve venir fuori dalla vita quotidiana di ognuno di noi», ci spiega Serena.
«Basta guardare un telegiornale - continua - piuttosto che sfogliare un giornale, per capire quanto la dignità umana venga umiliata giorno dopo giorno».
Il riferimento è ai fatti di sangue che seguitano ad affliggerci per effetto dei continui attentati terroristici: «Dacca è solo l'ultimo grave episodio in cui il singolo individuo viene calpestato nel suo essere», prosegue la diciannovenne rotondese alla quale, partendo da questi eventi, chiediamo una riflessione affinché spieghi in cosa si concretizzi la dignità dell'uomo: «Nella volontà di vedere negli altri il riflesso di noi stessi - risponde con immediatezza -. Se riuscissimo a cogliere le necessità altrui, così come siamo in grado di comprendere le nostre, allora arriveremmo a provare quel rispetto necessario a costruire rapporti fondati sulla pari dignità. Non a caso, dal libro di Colombo si evince un'analisi dalla quale emerge la tendenza a vedere gli altri solo come la soluzione dei nostri problemi, per cui, in realtà, la società va nella direzione diametralmente opposta a quella propria delle relazioni fondate sul rispetto reciproco».
Ma il lavoro di Celano è impostato sulla rappresentazione di esempi che, al contrario del vivere comune denunciato dall'ex magistrato del pool di "Mani Pulite", sono improntati su comportamenti eticamente corretti. Infatti, dopo aver iniziato parlando dell'effetto negativo del terrorismo, eccola citare un modello che va nella direzione contraria: «Jan Palach, durante la "Primavera di Praga", volle scuotere le coscienze dall'acquiescenza, dandosi fuoco in nome di una protesta che abbattesse un regime, quale era quello comunista, profondamente liberticida. Mentre gli attacchi kamikaze vengono eseguiti con la finalità di imporre una credo religioso in quanto ritenuto l'unico e il migliore possibile. Quindi è chiaro il senso della profonda differenza tra un sacrificio, che da un lato, come vorrebbe l'agire etnicamente valido, è finalizzato alla libertà, rispetto ad un gesto compiuto per favorire l'oppressione».
La storia di Jan Palach fa da contraltare alla tremenda realtà dei progetti dell'Isis, è un messaggio forte che simboleggia la differenza intercorrente tra un martire e un carnefice. Tuttavia, chiaramente, Serena non pensa che per agire in modo corretto ci si debba per forza sacrificare fisicamente. E lo spiega citando un'altra grande esperienza offerta dalla storia: «Noi abbiamo il diritto e il dovere di partecipare alla vita sociale. Hannah Arendt ci insegna che l'uomo è uomo solo in quanto uomo politico e la sua umanità si vede nel momento in cui agisce per gli altri e non solo per se stesso».
Quindi, ne deduce un monito non solo sulla necessità di essere protagonisti, ma anche sul come esserlo.
Partendo da questo presupposto, citando Carlo Levi, la futura studentessa universitaria approfondisce il suo pensiero avvalendosi della "Questione Meridionale": «Io credo che i problemi del Mezzogiorno siano proprio il frutto della totale indifferenza degli abitanti. Chi non è emigrato, piuttosto che cercare il modo di risolvere le difficoltà, le ha accettate, assuefacendosi ad una situazione di disagio che continua a perpetrarsi; anche perché fomentata ad arte da alcuni politici che continuano a considerare il Meridione come un peso. Troppi anni sono trascorsi dalla pubblicazione del "Cristo si è fermato a Eboli", eppure al Sud viviamo ancora in condizioni molto difficili. Certo, non proprio con gli stessi problemi di allora, ma comunque sempre alle prese con una quotidianità molto complicata. Per cui - e conclude - se ci fosse un impegno maggiore da parte di chi vive nel territorio, in nome dell'interesse comune, si riuscirebbe a migliorare».
Cittadinanza attiva nel rispetto della dignità altrui: ecco il senso di un cento e lode.
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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