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“Storia del nuovo cognome” ( secondo volume de “ L’amica Geniale “ ) |
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8/06/2016 | Come vi avevo promesso(http://www.lasiritide.it/article.php?articolo=7056) eccomi qui con il secondo capitolo della storia di Elena e Lila la sua amica geniale “ Storia del nuovo cognome” di Elena Ferrante.
La forza della narrazione, la limpidezza della scrittura mi hanno preso ancora una volta e ho divorato le quattrocento settanta pagine di questo secondo romanzo che mi aspettava ad ogni angolo, che non ho potuto fare a meno di portare con me ovunque andassi in questi giorni, sperando sempre di avere tempo per poterlo leggere.
Mentre leggevo volevo ricordarne brani, afferrarne il senso e non bastavano gli appunti, le frasi, “le orecchie alle pagine” che non riuscivo a segnare. Non amo sottolineare, scrivere note a margine. Ho l’impressione di sporcare le pagine che crocchiano tra le dita perché sono il primo a sfogliarle. Avere i soldi per comprare un libro è stata per me una grande conquista e Elena che studia con i libri usati comprati dalla sua maestra Oliviero il primo anno di ginnasio e li ruba nella libreria di via Mezzocannone a Napoli dove lavora in questo secondo capitolo mi somiglia.
Elena Ferrante implacabile racconta e scava nell’animo delle due protagoniste e il lettore segue le loro vicende con animo sospeso.
Scava in Lila Cerullo che si fa ora chiamare signora Marriacci per riscattare la miseria da cui proviene e che presto non si ritrova in questo nuovo cognome. La sua identità forte e fragile si slabbra e la Ferrante racconta i suoi sforzi disperati per ritrovarsi, ritornare ad essere se stessa. Ma è sforzo vano( sembra dirci la Ferrante), la vita ci cambia irrimediabilmente. E Lila, sempre eccessiva, geniale, crudele, va a fino in fondo in tutto quello che fa, consumandosi. Va fino in fondo come moglie tradita e percossa da Stefano, marito inadeguato e violento ; come donna innamorata di Nino Sarratore, il giovane intellettuale insoddisfatto con il quale, fuggendo dalla casa del marito, vive ventitrè indimenticabili giorni d’amore. Lila madre di Rinuccio, il figlio di Nino,che torna ad essere la signora Mariacci, vivendo solo per il figlio che cresce con dedizione assoluta. Lila che va via di casa per far posto ad Ada , l’amante del marito che aspetta una figlia da lui. Lila ritorna ad essere solo Cerullo, operaia il un lercio salumificio.
E con lei sempre indissolubilmente, da vicino e da lontano, l’amica Elena che finisce il liceo in modo brillante e vince una borsa di studio alla Normale di Pisa. Affronta la sua paura atavica,nasconde soldi sudati con la fatica nel reggipetto e lascia per la prima volta Napoli, va a vivere a Pisa dove per la prima volta ha un letto, un tavolo,un cesso solo suo. Continua a studiare, ad avere rapporti con uomini che non ama “ perché ero incapace di avere sentimenti veri “ ma che la aiutano a capirsi e scrive il suo primo romanzo che inaspettatamente viene pubblicato.
Alla prima presentazione della sua opera in una libreria a Milano ritrova Nino Sarratore, l’unico uomo che ha amato veramente. Nino che Lila le aveva “rubato” durante una “ indimenticabile” vacanza ad Ischia.
Vi ho riassunto in maniera grossolana solo una parte infinitesimale di quello che troverete in questo secondo romanzo. Negli ultimi anni dell’adolescenza Lila e Lenù ( Elena ) maturano a velocità vertiginosa nello stesso minuscolo rione napoletano dell’infanzia: un microcosmo governato da leggi arcaiche, semplici nella loro crudeltà. Intorno a loro, ritroviamo all’inizio lo stesso coro di personaggi indimenticabili, forgiati dalla storia delle loro famiglie e del loro quartiere, in lotta tra di loro e contro la miseria
Elena Ferrante continua a raccontare Napoli e il sud degli anni 60 , i ricchi e i miserabili, gli intellettuali e gli ignoranti. Racconta le adolescenti che diventano donne, la loro diversa capacità d’amare rispetto agli uomini. Racconta la fatica dello studio, la parola conquistata che fa crescere e diventare consapevoli.
Racconta il rapporto fra queste due amiche, un rapporto sempre più difficile, tormentato e necessario. La realizzazione di Elena è scrivere un libro e ci riesce solo grazie ad una continua,incessante “ gara sanguinosa” con l’amica. Lila si “ disfa”perché vive fino in fondo tutto : l’amore vero,finalmente incontrato, quello di madre, senza paura ,senza sconti, prima di tutto con se stessa.
Nella quarta di copertina di “ Storia del nuovo cognome” vengono riprese queste parole di Elena che, dopo un anno va a trovare la sua amica per dirle che ha scritto un romanzo …” volevo mostrarle ciò che lei aveva perso e ciò che io avevo vinto…Lei ( Lila) naturalmente se ne era accorta fin dal primo momento in cui le ero comparsa davanti e ora stava reagendo spiegandomi di fatto che non avevo vinto niente, che al mondo non c’era alcunché da vincere, che la sua vita era piena di avventure diverse e scriteriate quanto la mia, e che il tempo semplicemente scivolava via senza alcun senso. Ed era bello solo vedersi ogni tanto per sentire il suono folle del cervello dell’una echeggiare dentro il suono folle del cervello dell’altra” E’ proprio così ? Lila, dopo la matematica,il disegno,l’ideazione di scarpe uniche , la capacità di far soldi vendendo salumi e scarpe, la letteratura , il teatro, la politica, con il suo ultimo compagno di vita Enzo, nonostante la fatica per guadagnarsi da vivere che la stronca e la fa sfiorire, ha scoperto l’algebra booleana e i diagrammi a blocchi nelle notti insonni, in una stanza lercia a San Giovanni a Teduccio. Dopo la difficile ricostruzione, gli anni del boom e il 68, siamo agli albori dell’era dei computer. Staremo a vedere.
Vi aspetto per il nostro terzo appuntamento “ Storie di chi fugge e di chi resta.”
Bella 8 giugno 2016 Mario Coviello
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