Sabato 16 aprile 2016, alle ore 18.30, in Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG. Museo Internazionale della Grafica - Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” - Atelier “Guido Strazza”, si inaugura la mostra dedicata all’opera grafica di Giuseppe Viviani che continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con la storia della grafica europea e proseguito con le personali di Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Bernard, Mirò, Dufy, Picasso, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Marcoussis, Assadour, Henri Goetz, Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Anselmo Bucci, Perilli, Raphaël, Del Pezzo, Mascherini, Bartolini, Marino, Azuma, Guarienti, Richter.
In un suggestivo percorso scandito da immagini caratterizzate da una complessità e ricchezza di soluzioni tecniche e invenzioni tematiche, oltre 60 opere (xilografie, acqueforti, puntesecche, litografie, il piccolo gioiello pubblicato nel 1947 da Giovanni Scheiwiller con una presentazione di Libero De Libero e sei incisioni originali, l’album del 1950, pubblicato da Nistri-Lischi Editori Pisa, con le sue sei prose accompagnate da 9 opere grafiche, il ponderoso catalogo generale, a cura di Piero Chiara e una presentazione di Franco Russoli, pubblicato da Rebellato nel 1960), racconteranno Giuseppe Viviani, (Agnano, frazione di San Giuliano Terme, 18 dicembre 1898 - Pisa, 16 gennaio 1965), con Morandi, Bartolini e Ciarrocchi uno degli incisori più originali ed apprezzati del Novecento, noto anche come pittore, scrittore e poeta, continuatore di quella tradizione toscana che unisce parole, segni e colori. Formatosi autonomamente in ambiente tardo-macchiaiolo definì, alla metà degli anni Trenta, un proprio mondo figurativo, attraversato da una sottile vena sentimentale e caratterizzato dal gusto per una pittura di fatti, oggetti e personaggi della cronaca quotidiana.
L'arte di Viviani è pervasa da una personalissima visione del mondo tutto cose semplici ed essenziali, eredi di un passato mai dimenticato che riemerge in mezzo a grandi cortili arsi dal sole ma irrorati dall'aria di mare, con sedie, tavoli, violini, aquiloni, manifestazioni di una solitudine mai celata e resa evidente dagli umili protagonisti che popolano la sua mente e si impadroniscono delle sue opere. Si tratta di opere pensate come veri e propri racconti, in grado di mettere in scena la quotidianità di un’umanità sconfitta (gelatai, venditori di cocomeri, prostitute), di oggetti (alabastrini, fette di cocomero, foglie di fico, gambe ortopediche, dolcetti, fucili da caccia) e animali (soprattutto i cani dagli occhioni tristi) per arrivare, tra dolore e malinconia, a profonde meditazioni esistenziali.
Nell'universo creativo di Viviani, sempre attento a rivendicare la sua solitaria residenza di Marina di Pisa, il mare sembra costituire una sigla ricorrente in grado di dare straordinaria forza e originalità al suo segno poetico. L'amore viscerale per quell'orizzonte lontano e irraggiungibile, per quell'infinito così misterioso eppure così familiare, convinsero l'artista toscano che non ci fosse altra vita al di fuori di quella vissuta in battigia. A farla da padrone, però, è il suo legame con la tanto amata pratica venatoria nell'entroterra pisano e i suoi compagni di tutta una vita, ossia quei cani dai grandi occhi lacrimosi, soli come lo è l'umanità dell'artista, ma dignitosamente vivi per testimoniare il proprio dolore, il proprio denso e mai banale modo di stare al mondo. È a loro, infatti, che l'artista affida i suoi pensieri più reconditi, quelle sue malinconiche riflessioni da poeta consumato. Con un segno lineare, essenziale ed una raffinata perizia tecnica, ricrea un mondo venato di profonda emotività e percorso da aperture metafisiche ricche di allusioni, suggestioni e significati, proprio come scrisse di lui Jean Cocteau, nel 1961: “Giuseppe Viviani è il maestro di quel realismo irreale che, un giorno, sarà il segno della nostra epoca”.
L’opera grafica di Viviani, è, per riconoscimento universale, uno dei maggiori esempi contemporanei di poesia espressa compiutamente con l’incisione; in lui una sapienza tecnica eccezionale, rispettosa delle proprietà e delle “leggi” di questo nobile genere artistico, convive e si esalta con una libertà inventiva e con una inesauribile scoperta di soluzioni stilistiche, raggiungendo traguardi straordinari nella creazione di racconti, fantasie ed emozioni. Lontana dai linguaggi delle avanguardie come dalla retorica dell’accademia, l’arte di Viviani, mai provinciale, ha tracciato un suo percorso delicato e ironico, di grande personalità.
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