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19 anni di ricerca della verità sulla morte del carabiniere Passarelli

25/03/2016

Il carabiniere ausiliario Giuseppe Passarelli di Policoro aveva solo diciannove anni quando morì dopo ore di agonia in seguito ad un colpo di pistola alla nuca sparata da alcuni centimetri di distanza.
Diciannove anni pieni di dolore per la sua famiglia che continua a cercare la verità sulla sua morte e di sapere cosa sia successo al loro caro figlio quel giorno nella caserma di Cassano allo Jonio (CS) mentre era in servizio con altri commilitoni. Era la sua prima destinazione ed era arrivato da appena venti giorni .
Tre archiviazioni sul caso, chiuso come suicidio, ma tantissimi sono i dubbi sollevati non solo dai periti di parte e dalla famiglia. Un perito della stessa Procura di Castrovillari parla nella sua relazione di corpo trascinato a terra e su terreno, luogo non compatibile con il luogo dell’accaduto.
Negativo lo stub sulla mano di Giuseppe, cosa improbabile se fosse stato lui stesso a sparare quel colpo.
Nessuna impronta digitale sull’arma ritrovata, come se fosse stata ripulita.
Tanti i dubbi relativi alla certezza che a sparare sia stata effettivamente l’arma in dotazione a Giuseppe.
Il documento attestante la corresponsione tra una determinata arma e chi la detiene , con un unico numero di matricola, la cosiddetta scheda di armamento della pistola di Giuseppe è inesistente perché danneggiata . Questo implicherebbe che non vi sia certezza alcuna sulla corresponsione che quell’arma da cui è partito il colpo sia inequivocabilmente quella in dotazione a Giuseppe.
Giuseppe era in servizio eppure la sua divisa era sporca di terriccio, né ai familiari è stata consegnata la cravatta della divisa.
Le macchie di sangue fuoriuscito dopo lo sparo sono presenti sulla camicia della divisa ma quelle sulla giacca risulterebbero trasudate dall’interno della stessa verso l’esterno.
Troppe risultano le contraddizioni a cui ancora non vi sono risposte certe, che alimentano dubbi su dubbi su quanto accaduto e che meriterebbero approfondimenti ulteriori per restituire la certezza della Verità. Continueremo a chiederla affiancando i familiari di Giuseppe . Chiunque volesse riferire particolari relativi all’accaduto puo’ rivolgersi a Libera Basilicata all’indirizzo email basilicata@libera.it o telefonare al numero 3779899652



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