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A Rotonda il Festival del teatro amatoriale. Intervista a Silvestro Maradei |
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7/03/2016 | Silvestro Maradei è il Presidente dell'Associazione Culturale Arti Visive di Rotonda dove, dal 19 marzo, presso il cine teatro "Selene", avrà inizio il "Festival del Teatro Amatoriale di Rotonda": kermesse teatrale organizzata proprio dall'ACAV, con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale rotondese. L'associazione da sempre porta in scena spettacoli teatrali amatoriali: il sodalizio, infatti, dispone di una propria compagnia teatrale e nel corso della sua storia, che dura ormai da 25 anni, ha sempre individuato in questa arte la migliore forma possibile di espressione. Ed è proprio questo che vorremmo che Silvestro Maradei ci aiutasse a capire, ovvero cosa rappresenti il teatro per una realtà come quella rotondese.
Innanzitutto ci piacerebbe che facessi un breve excursus sulla manifestazione, spiegandoci in cosa consiste il "Festival del Teatro Amatoriale di Rotonda".
"Il Festival del Teatro Amatoriale di Rotonda" è un vero e proprio concorso riservato a Compagnie Amatoriali di tutta Italia che si esibiranno sul palcoscenico del "Selene" dal 19 marzo al 7 maggio prossimi venturi con allestimenti di spettacoli selezionati dopo aver risposto ad un Bando promosso dall'Acav di Rotonda attraverso la U.I.L.T. (Unione Italiana Libero Teatro), che è l'Associazione Nazionale cui noi dell'Acav abbiamo affiliato la nostra Compagnia Teatrale Amatoriale. Saranno sei gli spettacoli proposti in cartellone, rispetto a ben venti domande pervenute, tutti di sabato. Tre Compagnie arriveranno rispettivamente da Lazio, Campania e Puglia. Altrettante dalla Basilicata, due dalla provincia di Potenza ed una dalla provincia di Matera. Le due potentine rappresenteranno il nostro territorio, l'area sud della Basilicata, essendo una di Lauria e l'altra di Lagonegro. Questi spettacoli saranno, volta per volta, giudicati da una giuria popolare e da una di qualità, per contendersi un premio finale che sarà assegnato nel corso di una apposita premiazione l'8 maggio. In quella occasione premieremo lo spettacolo più bello scelto dal pubblico e dalla giuria di qualità, i migliori attori protagonisti, i migliori caratteristi, il più bravo regista e la più bella scenografia".
Perché l'Associazione Culturale Arti Visive ha deciso di intraprendere un progetto così ambizioso?
"Perché ritenevamo che fosse giunto il momento per noi, dopo 25 anni di attività, di proporre un evento di portata extraregionale che potesse lasciare il segno per diventare un qualcosa da istituzionalizzare nel tempo. L'Acav in questi cinque lustri ha inciso nel panorama culturale del territorio stimolando un dibattito educativo e formativo costante. E dal punto di vista teatrale ha cercato di veicolare la passione per un'arte che esercita un particolare fascino per chi la pratica e per chi la guarda. Pensavamo fosse giusto gratificare "attori" e "spettatori" di questa disciplina con un evento che potesse aprire gli orizzonti verso altre esperienze teatrali arricchendo il bagaglio di conoscenze in questo senso. Inoltre, pensiamo che una manifestazione di questo tipo possa essere un valore aggiunto all'offerta turistica e culturale che il territorio offre, oltre che un'opportunità eccezionale in un'area "arida" dal punto di vista teatrale che non conosce eventi teatrali collettivi, tipo rassegne, da decenni. Si tratta di un evento eccezionale per la nostra regione e per l'area del Parco Nazionale del Pollino la cui portata, in prospettiva, potrà essere rilevante".
La vostra Compagnia da sempre si esibisce in spettacoli teatrali amatoriali, perché prediligete questa forma di arte?
"Il teatro è la nostra passione. La forma d'arte condivisa che ci consente di stare insieme e divertirci. Questa passione ce la portiamo dietro da 25 anni, da quell'estate del 1991 quando dopo la realizzazione della messa in scena di "Miseria e Nobiltà" di Eduardo Scarpetta, un gruppo di ragazze e di ragazzi decisero di mettersi insieme e costituire un'Associazione Culturale che potesse consentire loro di praticare interessi comuni, di impiegare in modo sano il tempo libero, di contribuire a mettere in campo nuove energie per lo sviluppo culturale di Rotonda. Prediligendo il teatro, perché in esso trovavamo e troviamo ancora oggi stimoli e motivazioni che ci portano ad esercitare la nostra creatività traendo da questo processo risultati importanti utili al benessere psicofisico di noi stessi".
Avete sempre portato in scena spettacoli di alto profilo, nonostante nessuno di voi sia un professionista, cos'è per te il teatro di qualità?
"Noi affrontiamo ogni nostra messa in scena come se fossimo dei professionisti, anche se siamo degli amatori. Impostiamo un lavoro di preparazione che cerchiamo di curare nei minimi dettagli affinché il risultato non sia improvvisato. Certo, abbiamo i limiti che tutte le Compagnie amatoriali hanno, ma l'approccio ai nostri allestimenti, da parte di tutti i componenti, siano essi artisti o tecnici, tende a salvaguardare quanto più è possibile la qualità. In questo, negli ultimi tempi siamo cresciuti, sia per le conoscenze maturate nel corso della più che ventennale esperienza, sia per aver introdotto al nostro interno nuove energie creative e fonti di idee che hanno fatto innalzare il livello qualitativo delle nostre performance".
Quali valori possono essere veicolati attraverso il teatro?
"Sicuramente valori positivi. L'arricchimento del proprio bagaglio culturale in genere, in primis. Poi, il teatro induce all'armonia, insegna la propensione allo stare insieme ed affrontare le difficoltà. Il teatro è un genere di spettacolo e di arte che sprigiona energie positive sia nel farlo che nel vederlo. La storia insegna che è stato capace anche di smuovere le coscienze. Ogni forma di rappresentazione comunica, insegna, convince, apre la mente e può far vedere cose che altrimenti resterebbero invisibili. Il teatro educa ad un'autentica vita emotiva ed infonde "pathos" nel senso che esalta le emozioni ed insegna ad emozionarsi sia stando sul palco che in poltrona da spettatore. Insomma il teatro è terapeutico".
In particolare, come e soprattutto perché i giovani dovrebbero avvicinarsi al teatro?
"Perché il teatro fa arricchire l'esperienza di vita di chi lo pratica. E' un'occasione per stare in comunità e socializzare ed è un mezzo attraverso il quale si può fare pratica sul mettersi in gioco. Inoltre, può temprare il carattere e la personalità. Aspetti questi ultimi che potranno essere utili nel fronteggiare le insidie della quotidianità. Più semplicemente, il teatro per un giovane può essere un'alternativa sana per l'impiego del proprio tempo libero".
Cosa ti senti di dire a chi volesse cimentarsi in uno spettacolo amatoriale, cosa serve, solo la passione oppure è indispensabile avere talento?
"Più che talento serve predisposizione al genere artistico in questione. Poi, le altre qualità si acquisiscono sul campo, o meglio sul palcoscenico. Serve fare pratica, tanta. Avere pazienza e non bruciare le tappe. Molte volte si acquisisce esperienza osservando soltanto quello che gli altri fanno. Certo, servirebbe avere alle spalle anche delle basi teoriche ben consolidate, ma in generale il teatro è un'arte che ti fa maturare sulla scena quando sei a contatto col pubblico. E' lì che vengono fuori i limiti e si valorizzano le doti. Il teatro, come lo spettacolo in genere, senza il pubblico non può esistere. E grazie al pubblico le capacità si valorizzano e ci si rende conto se veramente si è portati per il teatro. Questo soprattutto per quanto riguarda chi si vuole cimentare nel ruolo dell'attore. Ma il teatro è fatto di tante componenti e maestranze, molte delle quali agiscono, come si suol dire, "dietro le quinte". Tutte sono importanti per ottenere un risultato complessivo qualitativamente valido e per tutti valgono le stesse regole: passione, impegno, predisposizione".
Il teatro come può contribuire a far crescere una comunità piccola come quella rotondese?
"Il teatro può far crescere qualsiasi comunità perché apre la mente, perché è cultura, perché attraverso il teatro può veicolare qualsiasi messaggio. Ti può indurre a riflettere, a pensare, ti invoglia a conoscere, a leggere. E poi il teatro non è classista, nel senso che può avvicinare tutte le componenti sociali. E' un genere popolare, un veicolo che facilita la diffusione della cultura. E quando si fa cultura è la comunità a beneficiarne e a crescere. E le nostre iniziative teatrali sono offerte a prezzi popolari proprio per consentire a tutta la comunità di beneficiarne".
Oltre all'aspetto strettamente numerico relativo all'incremento delle presenze nel territorio, comunque importantissimo essendo Rotonda una realtà a forte vocazione turistica, per quali altre ragioni ritieni che questa iniziativa possa essere importante?
"Per dimostrare che anche in un'area depressa come il sud della Basilicata ci sono delle energie positive e propositive che non stanno con le mani in mano, ma si impegnano per contribuire alla crescita sociale e culturale del territorio in cui vivono; che fanno qualcosa per fronteggiare l'abbrutimento causato dall'inerzia; per creare un'alternativa accettabile per l'impiego del proprio tempo libero".
La kermesse è stata organizzata con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale che, inoltre, vi ha concesso in affidamento per un anno il cine teatro "Selene": la politica, in particolar modo a livello locale e regionale, cosa sta facendo per il teatro?
"A livello locale, mi sento di poter dire, che il solo fatto di aver puntato a valorizzare e potenziare uno spazio come il "Selene" per attività culturali, è una grande cosa. Concederne l'affidamento per un anno a titolo gratuito a noi dell'Acav ha significato aver potuto mettere in campo la proposta di organizzare un Festival del Teatro Amatoriale a Rotonda, nell'estremo lembo di Lucania. Cosa che non si sarebbe potuta nemmeno ipotizzare senza una struttura come il "Selene"a disposizione. A livello regionale, mentre la maggior parte dei contributi per il teatro vengono intercettati dalla compagnie professionali unite in consorzio, penso che non si faccia abbastanza per il teatro amatoriale perché non esiste una rete amatoriale. Tranne quella messa in piedi dalla Uilt (Unione Italiana Libero Teatro) regionale. Le singole associazioni a titolo personale si interfacciano con la Regione ottenendo poco. La Uilt potrebbe essere l'organismo ideale che potrebbe coordinare il teatro amatoriale in Basilicata. Ma ci vogliono 30.000 euro da gestire per un progetto di teatro di rete che abbracci le location con strutture in grado di ospitare spettacoli".
Gianfranco Aurilio
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