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“Il Caffè letterario”, uno spazio di confronto sempre attuale |
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20/02/2016 | Si è tenuto presso la Sala consiliare del Comune di Guardia Perticara il secondo incontro nell’ambito del progetto “Il Caffè letterario” portato avanti da due giovani donne: Luana Savino di Corleto Perticara e l’ingegnere marchigiano Ludovica Le Moglie.
Voluto dal sindaco del piccolo borgo medioevale nel cuore della Basilicata, Angelo Mastronardi, e con la partecipazione straordinaria del Sottosegretario al Ministero della Salute, Vito De Filippo, al tavolo del confronto erano seduti anche il sindaco di Aliano Luigi De Lorenzo e l’attore lucano Ulderico Pesce. Ospite d’onore Franco Arminio, noto paesologo e ideatore dell’evento che è divenuto un attrattore per tutto il Sud d’Italia: La Luna e i Calanchi.
D’ispirazione illuministica - periodo in cui venne fondato da Pietro Verri il giornale “Il Caffè” per smuovere le coscienze e abbattere i pregiudizi -, l’appuntamento de “Il Caffè letterario” diventa per la comunità guardiese e i suoi ‘pensatori’ un’occasione per riflettere, confrontarsi e stimolare nuove idee ed iniziative. Un momento di arricchimento culturale e umano.
Da un’intervista pubblicata la scorsa estate lasciava titubanti il pensiero su Guardia Perticara del paesologo Franco Arminio, uomo brillante e sensibile che ha trasformato in professione la sua capacità di scoprire e narrare i luoghi cogliendo la loro essenza arcaica e recondita, ormai accreditata a livello nazionale. Il borgo medioevale veniva da lui considerato un paese “apparentemente bello”. Cosa significava? Forse privo di autenticità? Da questa affermazione è nata la volontà di approfondire e capire quale fosse la sua vera opinione e se fosse effettivamente negativa; di capirne le motivazioni.
Sappiamo tutti che si tratta di un borgo quasi completamente ristrutturato in seguito al devastante terremoto del 1980 e che oggi appare come una bomboniera lucida e pulita. Ma Guardia Perticara ha un’anima che ogni sua pietra nasconde. Un’anima che continua a vibrare seppur soffusamente e che in tanti sanno ancora ascoltare. Tutto racconta di un passato prestigioso dato dalla presenza degli antichi Enotri e poi dei Greci che abitarono questi luoghi e che lasciarono un ricchissimo patrimonio materiale e immateriale che attende di essere narrato, anche attraverso le formule più innovative che conquistino le nuove generazioni; la sua storia è storia di grande fermento culturale; di tradizioni agricole e artigianali; è storia che non deve morire e che attende di essere svelata a chi vorrà scoprirla.
“Sono arrivato di sera ed ho apprezzato questo posto. La notte in questi luoghi è magica. Mi sono ricreduto sulla bellezza di questo borgo decentrato e ne ho riscoperto il suo fascino”, ha affermato Franco Arminio. Ed ha aggiunto: “La mia passione sono i paesi un po’ sgangherati, fatti di uomini dai capelli sporchi di forfora e anziane signore con la bocca sporca di grasso, appena dopo il pranzo. E’ dunque un fatto di sensibilità tutta personale”.
Il dibattito ha poi posto l’attenzione sul futuro dei piccoli borghi dell’entroterra lucano e sull’esperienza di crescita positiva del borgo di Aliano, dove ormai tante sono le attrattive culturali legate alla permanenza di Carlo Levi nel suo periodo di esilio e dove i Calanchi, offrendo un paesaggio unico, si sono trasformati nell’oro di questo territorio magico. Si è poi discusso sulla necessità di fare rete e progettare in modo integrato affinché si possa offrire al visitatore un ventaglio di ‘cose da scoprire’ coinvolgendo tutta l’area della Valle del Sauro.
“Si tratta della capacità di essere al contempo popolari e raffinati, di avere scrupolo e utopia”, ha sottolineato Arminio. Ma si tratta anche di avere coraggio, di crederci e di investire. Quale forma di turismo potrebbe accattivare il visitatore che cerca luoghi di pace, da ascoltare e da assaporare? Il paesologo ha parlato di “turismo della clemenza” ed il target che gli operatori del settore potrebbero intercettare è quello composto da viaggiatori che vogliono immergersi in un ‘tempo senza tempo’, arcaico e anacronistico, lento, quasi selvaggio, lontano dalla fretta della modernità che tutto soffoca voracemente, ma che allo stesso tempo cercano qualità ed esperienze da vivere uniche per arricchirsi e sognare.
L’importanza della promozione e dell’esperienza di Expo 2015 per la Basilicata, ed anche per il borgo di Guardia Perticara, è emersa dall’intervento di Ulderico Pesce che per l’occasione ha raccontato del suo viaggio a Milano per la fiera internazionale e della sua speciale compagnia: uno spigliato bambino guardiese che sembra uscito da un film del Neorealismo, Giuseppe De Rosa.
“Negli anni della mia legislatura abbiamo preparato il terreno per il grande traguardo di Matera Capitale della Cultura per il 2019. Occorre ora, senza rimandare, agganciarsi al successo della Città dei Sassi affinché si riesca ad intercettare il suo bacino di visitatori per invogliarli a spostarsi nei meravigliosi borghi interni ed apprezzare le eccellenze di tutta la Basilicata”, ha affermato il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo.
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