Lunedi 18 gennaio 2016, alle ore 10.30, nella Sala A del Consiglio Regionale di Basilicata, conferenza stampa dell’APT Basilicata, in collaborazione con la Regione Basilicata ed il Comune di Castronuovo Sant’Andrea, per la presentazione di due importanti iniziative sull'arte in Basilicata.
Alla conferenza interverranno il sindaco di Castronuovo S. A., Antonio Bulfaro, lo storico dell’arte Giuseppe Appella, i due curatori del Polo Museale Maria Allegretti e Michela Castelluccio, la dirigente dell’Ufficio Cultura e Turismo della Regione Basilicata Patrizia Minardi e il Direttore Generale dell’APT Gianpiero Perri. Modererà il giornalista Mimmo Sammartino. Sarà presente Mario Trufelli.
Il libro di Giuseppe Appella, ARTE DEL NOVECENTO IN BASILICATA, nato da una conferenza tenuta al MACRO il 6 giugno 2014, racconta, con l’agilità necessaria a una guida che per la prima volta ritesse la storia del Novecento lucano, quanti e quali artisti hanno partecipato alle fasi più creative delle ricerche espressive del secolo appena trascorso. Il racconto è chiuso tra due date: la partenza per New York di Joseph Stella e la morte a Roma di Giacinto Cerone. Nonostante la distanza generazionale, sono tanti gli elementi che accomunano il pittore e lo scultore, allontanatisi dai loro luoghi di origine (Muro Lucano, Melfi) alla stessa età (19 anni), quindi la conferma di far parte di un’emigrazione non estranea nemmeno alla cultura artistica, la sconfessione di quella storia, tutta gattopardesca, di artisti che si guardano costantemente indietro, privi di collegamenti, di mercato e di collezionisti, di presenze nelle grandi mostre nazionali. Perché, nella prima metà del secolo, il ritardato sviluppo e la divisione del Paese in antistoriche contrapposizioni Nord-Sud, la frustrazione dell’arretratezza in cui si muovevano i pochi artisti operanti tra Potenza e Matera deve essere stata enorme, presi com’erano dalla raffigurazione dei personaggi della vita quotidiana o del paesaggio da cui erano circondati, di continuo ripiegati su se stessi, quasi del tutto ignari del mondo pittorico e forse dello stesso mondo politico che si svolgeva intorno a loro. Basti un esempio: tra la pubblicazione del “Manifesto del Futurismo” (1909) e la morte di Filippo Tommaso Marinetti (1944), non c’è un solo lucano che figure nelle dettagliate cronistorie regionali del movimento d’avanguardia, a parte Stella, per altro già in America e, nel 1909, a Parigi.
Tra Stella e Cerone, si muovono i corregionali il cui percorso segna la vicenda esistenziale e creativa dell’arte lucana, quella che prende le mosse dalla tradizione ottocentesca (tra gli altri: Vincenzo Marinelli, Michele Tedesco, Giacomo di Chirico, Andrea Petroni, Giuseppe Viggiani), per approdare a un sentimento più moderno, che si sottrae all’isolamento evidenziando tesori ambientali inimmaginabili e risorse culturali del tutto sconosciute, e ritrova nella peculiarità del passato, nella memoria storica, gli elementi per ricollegare il Mezzogiorno all’Europa, per proiettarsi verso il futuro.
Il libro traccia a grandi linee il profilo di questo variegato e complesso tragitto verso il rinnovamento espressivo e la costruzione di una tradizione pittorica lucana: Napoli come capitale culturale del Mezzogiorno, la nascita a Potenza della Regia Scuola di Arti e Mestieri poi diventata Regia Scuola Industriale (1880-1918), la congiunzione della Regione al contesto nazionale con Giustino Fortunato, Francesco Saverio Nitti e Ettore Ciccotti da una parte e con Levi, Sinisgalli e Scotellaro dall’altra, la formazione di una categoria di intellettuali provenienti da strati della società non soltanto borghese, la diffusione del decorativismo pugliese da parte dei fratelli Spizzico e dei fratelli Prayer, il lungo lavoro svolto, in un progressivo susseguirsi generazionale, da Giuseppe Antonello Leone, Maria Padula, Concetto Valente, Michele Giocoli, Remigio e Vincenzo Claps, Italo Squitieri, Mauro Masi, Vincenzo Radino, Luigi Guerricchio, Gerardo Corrado, Francesco Ranaldi, Michele Parrella, Giulio Stolfi, Mario Trufelli, Vito Riviello, il Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, la libreria Marchesiello di Potenza, le riviste “Lucania”, “Prospettive Meridionali”, “Aspetti Letterari” e “Basilicata”, le “Olimpiadi Culturali della Gioventù” e le “Mostre di Primavera”, il “Premio Melfi” e il “Premio Matera”, il laboratorio materano di Adriano Olivetti, la presenza di Andrea e Pietro Cascella, il Circolo Culturale Rinascita e il Circolo La Scaletta, la Galleria Arti Visive di Matera e la “Galleria 70” di Potenza, la fondazione dell’Istituto Statale d’Arte di Potenza, le prime collezioni d’arte (Gavioli, Pedio, Leone, Luccioni, Ricotti, Siviglia, Lo Nigro, Giuliani, Trufelli), il Convegno di Atella, il telero “Lucania 61” di Carlo Levi e il libro Paese lucano di Leonardo Sinisgalli, le mostre internazionali di Maratea, le Manifestazioni Culturali di Sasso di Castalda, l’arrivo in Lucania dei fotografi (Cartier-Bresson, Carbone, Pinna, Cresci, Zavattini, Patellani, Fontana, Ghirri) e degli artisti (Del Pezzo, Gentilini, Ortega, Goetz, Maccari, Rooskens, Corneille, Plunkett, Bradley, Roccamonte, Strazza, Napoleone, Assadour, Willburger, Saunier, Scialoja, Perilli, Linde, Avati), il “Premio Letterario Basilicata”, la nascita del Cospim, dell’Università di Basilicata, del collettivo Arti Visive “Perimetro”, della “Grafica di via Sette Dolori”, la grande mostra di Pietro Consagra nei Sassi e la costituzione del “Fronte dell’Arte” che segnano l’inizio delle grandi esposizioni di scultura nelle chiese rupestri, il progetto “Arte Pollino”…
A ogni rilettura del passato e della situazione storico-sociale della Lucania moderna con la quale gli artisti, nel corso degli anni, hanno fissato stretti legami, fa riscontro uno sguardo al futuro, ai fenomeni che hanno inciso profondamente nel tessuto della comunità fissando persistenze e perdite di identità e quelle necessità poetiche di cui parlava Scotellaro e sulle quali meditava Levi: salvare un mondo nell’essenza delle sue virtù originarie custodite nei secoli come un tesoro nascosto, coi suoi caratteri non ancora sviliti o corrotti. Caratteri assunti dal gruppo di artisti che, tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Ottanta, si muove a intrecciare la fine di un mondo e la nascita di un altro, faccia a faccia, con una costante e magnetica attrazione della realtà, carica delle implicazioni sociali e dell’esigenza dell’attualità che rimettono in discussione tutto. Proprio come accadeva nella prima metà del secolo appena trascorso, segnato dalle esperienze di otto artisti di diverse generazioni: Joseph Stella (Muro Lucano 1877 - New York 1946), Bruno La Padula (Pisticci 1902 – Roma 1968), Marino di Teana (Teana 1920 – Perigny-surYerres 2012), Mauro Masi (Potenza 1920 - Roma 2011), Luigi Guerricchio (Matera 1932-1996), Pasquale Santoro (Ferrandina 1933), Gaetano Pompa (Forenza 1933 - Roma 1998), Giacinto Cerone (Melfi 1957 - Roma 2004) che con la tensione intellettuale e le risorse tecniche che li contraddistingue, impongono una precisa linea artistica lucana, rivendicando il segreto primitivo del nostro significato nel cosmo e reinventando la propria identità guardando in faccia il mondo. Dallo spazio chiuso, cieco, con limiti precisi, della casa natale, deposito segreto dei sogni, luogo ideale in cui consumare le vicende dell’esistenza, alla percezione dell’infinito come spazio libero, aperto, senza confini.
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Subito dopo, a riprova della vivacità culturale di molti paesi della Regione, il Polo Museale di Castronuovo Sant’Andrea (MIG. Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” - Atelier “Guido Strazza” - Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller”) si presenta alla stampa lucana con
le recenti pubblicazioni dedicate ai due Musei, suggerite e sostenute da Gianpiero Perri dopo aver attentamente seguito il crescere e lo stratificarsi nel territorio del MIG, della Biblioteca e del Museo dei Presepi, ovvero di un’idea supportata dai fatti: l’attività svolta dal 20 agosto 2011 al 31 dicembre 2015 (oltre 70 tra mostre, presentazioni di libri, incontri con l’autore, settimana della grafica, residenze d’artisti, ecc.); il programma 2015-2016, completo di date ed eventi, con quella tempestività che deve avere un museo che, da un piccolo borgo lucano, guarda costantemente all’Europa. Ecco, allora, alle mostre di Degas, Bernard, Renoir, Bonnard, Matisse, Picasso, Mirò, Marcoussis, Dufy, Pechstein, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Zadkine, Goetz, Kantor, Mascherini, Bartolini, Marino Marini, Azuma, Giulia Napoleone, Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Anselmo Bucci, Cerone, Perilli, Raphaël, Saul Steinberg, Assadour, Del Pezzo, Guarienti, seguire le nuove antologiche dell’opera grafica di Hans Richter, Giuseppe Viviani, Hans Arp, Umberto Boccioni, André Breton e il Surrealismo, Pericle Fazzini e le tante iniziative tese ad analizzare il mondo di Matilde Serao, Shakespeare e i suoi illustratori (Doré, Dugin, Rackham, Dulac e Delacroix), la Via Crucis appositamente disegnata da Vincenzo Gaetaniello e la tovaglia d'altare dipinta da Claudio Palmieri per la Santa Messa di Pasqua, la Carmen di Prosper Mérimee illustrata dalle incisioni originali di Emmanuel Galanis, la Notte dei Musei illuminata dalla video-art di Bill Viola, Allen Ginsberg e la Beat Generation, gli omaggi a due grandi della musica mondiale: Paolo Conte e Syd Barrett; l'animazione d'arte di Walt Disney, in occasione dei cinquantenario della sua morte, il ricordo di Albino Pierro, Arnoldo Ciarrocchi e i poeti, Mario Monicelli e il teatro di Luigi Pirandello; i progetti in cantiere, in vista del trasferimento del MIG Biblioteca nel Palazzo Marchesale: l’Archivio della Scuola di New York “Ellen Russotto” in stretta collaborazione con il Museo dedicato da Aliano a Paul Russotto, il Museo della vita e delle opere di Sant’Andrea Avellino nella Chiesetta di San Filippo Neri, il Museo d’Arte Sacra nella Chiesa di S. Maria delle Grazie.
Entro il 2019, quindi, Castronuovo avrà un Polo Museale di prima qualità, gestito da personale competente e appassionato, pronto ad accogliere i visitatori con le nuove infrastrutture in cantiere e a formare nuove generazioni convinte che la cultura sia un motore capace di cambiare il corso delle cose e di affrontare le sfide del futuro.
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