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Presentato a Filiano L’albero delle stanze”, l’ultimo romanzo di Giuseppe Lupo |
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4/01/2016 | Vito Sabia,animatore culturale e responsabile del Centro Sociale di Filiano, ha augurato un buon 2016 ai suoi concittadini all’insegna della cultura e della bellezza. Ha infatti aperto la nuova stagione di eventi della Pro Loco con la presentazione dell’ultimo romanzo di Giuseppe Lupo, nato ad Atella,” L’albero di stanze” , edito da Marsilio.
Un pubblico attento e partecipe ha vissuto per due ore la storia della Famiglia Bensalem che con le sue cinque generazioni ha attraversato il Novecento in un paese del sud, Caldbanae. Ognuno dei maschi, a cominciare dal capostipe Redentore, ha costruito una stanza in un edificio di ventisette camere, che sale verso il cielo come una nuova torre di Babele.
E tocca all’ultimo maschio della famiglia Babele, sordo ma capace di ascoltare i muri che raccontano la storia della casa, il compito di svuotarla prima della vendita negli ultimi quattro giorni del 1999.
Dopo le presentazioni di Vito Sabia e Mario Coviello e i saluti del sindaco Vito Filippi, l’attrice e poetessa Mara Sabia ha letto alcuni brani del romanzo e il centro sociale di Filiano nel suo lindore e nella sua calda atmosfera è divenuta la casa di Babele. Ed ha accolto gli “orizzonti di terrazze e mongolfiere” e ammirato il velo nuziale di Nonna Crescenza. Tra i presenti si è diffuso il profumo di farina di granturco,acqua, uva passa, cipolla e lardo fritto della “torta miglieccia “ , il cibo del “consolo”delle veglie dei defunti.
Rispondendo alle domande della giornalista Anna Maria Salvatore, Giuseppe Lupo ha raccontato che “ sin da quando aveva diciotto anni e si è trasferito a Milano,città nella quale vive da 34 anni,non si è mai vergognato di essere lucano. Con tutti ha raccontato la sua terra d’Appennino, terra di confine tra Oriente e Occidente che possiede una cultura lenta, sedimentata,frutto del dialogo fra culture e religioni, che ha bisogno di tempo, silenzio e amore per essere scoperta e raccontata.” Lupo ha narrato la sua Lucania usando anche il dialetto e “ le persone vere che ho avuto la fortuna di incontrare quando non capiscono mi fanno domande ed imparano nuove parole. Sono come la lumaca che si porta dietro la sua casa, e la mia casa sono le mie origini, la mia identità.”
E ancora “ Un romanzo non può raccontare la vita quotidiana….mi alzo, prendo un caffè al bar….incontro…con Mumford, il sociologo americano autore di “ Storia dell’utopia”, credo che “ L’uomo cammina con i piedi in terra e la testa in aria; e la storia di ciò che è accaduto sulla terra è solo metà della storia dell’uomo..”.Amo la dimensione verticale perché gli uomini non possono rimanere troppo legati alla terra.E più sali e più l’aria diventa respirabile. E’ per questo che non amo il mare, non so nuotare, e vado in vacanza in montagna.”
Alla domanda sul suo prossimo romanzo risponde “ Ho impiegato quanta anni per trovare la maniera giusta di raccontare “ L’albero di stanze”, ora amo presentare questa mia creatura ovunque è possibile in Italia e in Europa. Scopro il mio libro attraverso i suoi lettori. Quando un’attrice brava come Mara Sabia lo legge ad alta voce a me che non sono bravo a leggere né i libri miei, né quelli degli altri, mi emoziono. Giro per le presentazioni in Europa nelle associazioni dei “ Lucani nel mondo”, e i nostri concittadini si commuovono quando, attraverso i miei romanzi, mi raccontano la Lucania mitica e magica della loro infanzia, come mi è accaduto recentemente a Zurigo. La Lucania è un grande magazzino di storie che ha bisogno di essere raccontato.”
Con Vito Sabia consigliamo di acquistare questo “ cappotto contro il freddo dei sentimenti di quest’epoca triste e spaventata”, di leggere e far leggere “ Un albero di stanze” di Giuseppe Lupo.
Bella 3 gennaio 2015. Mario Coviello
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