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A Marconia l'omaggio a Carlo Levi in un evento promosso dal Ce.C.A.M.

8/11/2015

Una serata di Cultura con il titolo “Omaggio a Carlo Levi”, ideato e dato alla memoria del pittore e scrittore torinese, oltre che “Medico”, dall’Associazione Culturale Ce.C.A.M. di Marconia (MT). Nella sede affollata come sempre da tanto pubblico attento, questa volta con grande sorpresa degli organizzatori e relatori, in maggioranza composto dai ragazzi della “Scuola Media di Marconia Quinto Orazio Flacco” e dal Corpo docenti e tantissima altra gente. Rendere “omaggio” alle tre ricorrenze che cadono in questo “2015”, (1935-1945-1975), come il confino ad Aliano, la pubblicazione del libro “Cristo si è fermato ad Eboli, e la data della scomparsa di Levi, ma anche alla “Grandezza filosofica” di Carlo Levi è in un certo senso il motivo in cui la Prof.ssa Grazia Giannace, che ha definito l’argomento trattato nella serata “interessante dal punto di vista storico e letterario, anche se controverso sotto certi aspetti”, ha pensato di scrivere “idealmente una lettera”, e condividerla insieme ai convenuti in sala, mettendo nero su bianco dei pensieri, domande. Ha inoltre descritto quanto successo prima durante e dopo la scomparsa di Levi, quasi ad informarlo come se fosse un dovere morale, e a porsi e porre dei quesiti. Passando da “le pagine dei “Briganti”, evocati quasi come, nel 2003 quando la Basilicata rischiò di diventare la discarica Nucleare d’Italia, quella volta però ribadisce nella lettera che “la gente lucana, riuscì ad affermare il principio dell’autodeterminazione”, alla questione “Petrolio”, nonostante ancora “seduti sul Petrolio” oltre a far si che il territorio sia compromesso da inquinamento, e i giovani costretti ad emigrare in cerca di lavoro, con i “paesi abbandonati alla malinconia”. La Basilicata è stata anche dopo di Levi e grazie anche a lui, che per primo aveva capito qual’era la condizione di essa, la Basilicata di “Scotellaro, lui lucano, che s’incaricò e diede voce alle prime proteste dei contadini”, la nostra archeologia con Adamesteanu, che riportò alla luce pezzi di un passato straordinario, De Martino che organizzò spedizioni Antropologiche alla ricerca di grandi tradizioni lucane che sia andavano perdendo nel tempo, il grande Visconti che fotografò gli scorci dei nostri paesi e i volti della gente, Pasolini, Rosi che intuirono il potenziale estetico evocativo dei nostri paesaggi e perfino dei ruderi abbandonati e li resero protagonisti delle loro opere cinematografiche seguite poi da una serie filmica di registi stranieri. Doria e molti altri studiosi capirono che c’era una questione meridionale sfuggente ma che attendeva di essere affrontata e che però purtroppo ancora oggi è irrisolta. E poi l’ultima delle cose che ha voluto scrivere nella lettera “Matera”, città che tanto impressionò Levi, durante il suo confino, si è conquistata il titolo di “Capitale Europea della Cultura 2019, e noi lucani tutti siamo con lei, a suo fianco a sostenerla, lei è tutti noi e vorremmo che questo sia l’inizio di una storia diversa. Per onorare questo prestigioso riconoscimento, “vogliamo indossare il vestito buono della festa, spruzzarci il profumo dell’ottimismo, pensare rimanendo con i piedi per terra alla sfida del futuro, provare a vedere un bicchiere mezzo pieno, non è facile però, quando i dati che riguardano il sud continuano ad essere negativi, ci collocano ai livelli deprimenti di crescita di occupazione di sviluppo. Continuiamo ad essere un problema, una palla al piede del paese, nonostante noi lucani abbiamo ricchezze da nababbi. Concediamoci, continua nella lettera “allora il lusso di qualche sogno che alleggerisca la preoccupazione di un presente condizionato ancora da tante negatività e ci sottragga ai ricordi più amari del passato di cui vogliamo portare con noi comunque la parte migliore che impressa nei nostri occhi “la nostra umanità” perché come diceva Levi il futuro ha un cuore antico”. Il Prof. Giovanni Caserta, noto per essere uno dei più aggiornati conoscitori della storia e delle cultura lucana, di cui ha costantemente colto le relazioni con il più vasto programma nazionale, è anche autore di saggi su scrittori quali Ariosto, Manzoni, Leopardi, Collodi ecc. Ha pubblicato una Storia della Letteratura Lucana nel 1993, e la “Nuova introduzione a Carlo Levi (1996), la Poesia di Rocco Scotellaro; Giovanni Pascoli a Matera; la Nuova Guida di Matera; Lettera dall’Affrica e “Le mie lettere Provinciali”, ha inoltre curato con note e commento, l’edizione delle “Rime di Isabella Morra” e tanto altro ancora. Il suo intervento nella serata è stato “magistralmente curato dal professore e ascoltato dai ragazzi”, cui si è rapportato con un linguaggio consono ad essi una lezione di “Levismo” della sua storia come uomo, dei confinati dell’epoca, di Grassano primo paese di confino di Levi e poi di Aliano e del suo isolamento, del suo editore Giulio Einaudi di Torino, del suo libro “Cristo si è fermato ad Eboli” dando la spiegazione dello stesso titolo in cui Cristo identificato come Civiltà, la nuova cultura si è fermata ad Eboli”, dando anche la spiegazione filosofica di quel mondo che appariva bello e nuovo e affascinante, attraente, “un mondo suo”, una teoria che va a spiegare che la “Lucania è in ciascuno di noi forza vitale pronta a diventare forma”. Un mondo tutto uguale, una massa indifferenziata. Un mondo immobile, dove vige la bontà originaria dell’uomo, senza contaminazione ma in cui non vigeva la libertà e la giustizia. Il coraggio della libertà, un concetto molto difficile ribadito il un altro libro di Levi “Paura della libertà”. Giovanni Di Lena presidente della Ce.C.A.M, ha sottolineato la straordinaria disponibilità del Professore, quando si deve parlar di Cultura, è sempre presente, capace di trasmettere quello che fa con semplicità come solo i “grandi” sanno fare. A fine serata sono stati consegnati dei dipinti del maestro Pietro Martino, agli stessi relatori, con raffigurazione del volto di Levi e un paesaggio lucano. Ancora una volta una serata di “Cultura” a portata di tanti.



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