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A Montemurro la memoria di un convegno eccezionale sul poeta della due muse |
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4/11/2015 | A distanza di trentatré anni, Montemurro è tornato a ricomporre la memoria di quello che fu un evento fondamentale per la propria storia e per la critica letteraria contemporanea: il convegno di studi su Leonardo Sinisgalli organizzato fra Montemurro e Matera nel 1982. Gli atti di quel simposio, cui parteciparono relatori illustri come Gianfranco Contini, Geno Pampaloni, Vanni Scheiwiller, sono stati ripubblicati dalla Fondazione Leonardo Sinisgalli in un nuovo volume arricchito e risistemato, dal titolo Leonardo Sinisgalli. Un geniaccio tuttofare tra poesia e scienza (a cura di Biagio Russo, Osanna edizioni, Venosa 2015, pp. 516), presentato nel borgo lucano il 30 ottobre presso l’Ex Convento di San Domenico, nell’ambito degli appuntamenti del “Furor Sinisgalli”.
L’incontro, coordinato dal giornalista Rocco Brancati, ha preso il via con i saluti dei rappresentanti di alcune delle Istituzioni che, oggi come allora, hanno fatto sistema nell’intento comune di promuovere la cultura sul territorio lucano: il Presidente della Fondazione Sinisgalli, Mario Di Sanzo, il sindaco di Montemurro, Senatro Di Leo, il Presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, la ricercatrice Maria Rosaria Enea dell’Università della Basilicata, il sindaco di Sasso di Castalda, Rocco Perrone, in rappresentanza del Parco dell’Appennino lucano. Condiviso da parte di tutti è stato l’auspicio di riuscire a riscattare l’identità dei piccoli borghi della Basilicata grazie a personaggi illustri come Leonardo Sinisgalli, affinchè i giovani che abitano queste comunità non siano costretti ad emigrare per trovare altrove la propria realizzazione.
Gli interventi successivi si sono concentrati sull’apporto che il convegno del 1982 ha dato alla conoscenza umana e artistica del “poeta delle due Muse” e del suo ruolo nella cultura del Novecento. Le relazioni sono state accompagnate dagli intermezzi musicali a cura di Sergio Santalucia al mandolino, Carlo Prete alla chitarra, Caterina Iritano alla fisarmonica.
Nel sottolineare l’eccezionalità del simposio, durante il quale letterati, artisti e scienziati si trovarono a discutere insieme senza steccati fra discipline, Gian Italo Bischi, dell’Università di Pesaro-Urbino, ha messo in luce la profonda conoscenza che in quegli anni si aveva dell’opera sinisgalliana, caduta poi nel dimenticatoio fino al 2008, quando il centro Pristem della Bocconi e la neonata Fondazione Leonardo Sinisgalli hanno riacceso l’attenzione sul poeta e sull’ingegnere lucano. Gli studi avviati proprio a Urbino, dove i testi sinisgalliani erano abbondantemente consultabili grazie alla biblioteca di Carlo Bo, hanno consentito di approfondire anche quegli aspetti che durante il convegno furono più marginali, come per esempio la “preistoria” del sinisgalli matematico.
Lo scrittore e giornalista Raffaele Nigro, uno dei pochi testimoni del convegno rimasti, ha ricordato invece quanto Sinisgalli fosse stato un punto di riferimento quando, da giovane scrittore quale era all’epoca, cercava una strada sulla scia dei “grandi”. Il convegno stesso fu un’occasione per incontrare di persona quei nomi letti solo sui libri, come Bernari, Contini, La Cava e per approfondire lo studio dell’opera di Sinisgalli e del suo linguaggio, da cui la stessa narrativa di Nigro fu enormemente influenzata, già a partire da I fuochi del Basento.
La poesia sinisgalliana è stata fonte di ispirazione anche per l’artista Pietro Paolo Tarasco, che in occasione del convegno realizzò l’incisione calcografica donata in 35 copie ai presenti, proprio sulle suggestioni della poesia La fuga del vento tratta da Dimenticaio. Quella – ha ricordata Tarasco - fu per lui la prima di una lunga serie di incisioni scaturite da un incontro fruttuoso tra arte e poesia.
A Sinisgalli è stato legato, poi, il destino di Mario Trufelli: il giovane poeta lucano, che si è visto pubblicare i propri versi su «Civiltà delle Macchine» dal fondatore e direttore della rivista, è diventato in seguito il giornalista che attraverso la televisione ha “raccontato” Sinisgalli, seguendolo ovunque, intervistandolo ad ogni ritorno in Lucania, condividendo con lui anche alcuni momenti della vita privata. Questo racconto è arrivato fino al convegno del 1982, seguito attraverso una serie di dirette e servizi nei quali non era il giornalista a parlare, bensì il maestro Leonardo.
Le interviste di Trufelli fatte a Contini e Pampaloni, insieme al servizio di Rocco De Rosa relativo alla lapide che porta incisi i versi di Monete rosse, scoperta sulla facciata della casa natale di Sinisgalli in occasione del convegno, sono state riproposte in un video documentario realizzato grazie a un lavoro di ricerca all’interno delle Teche Rai della Testata giornalistica della Basilicata.
A completare le testimonianze sul convegno è stato il docente Franco Vitelli dell’Università di Bari, il quale si è soffermato su alcune delle 45 relazioni tenute durante quelle tre giornate: quella di Contini, che ringraziò i lucani per l’arricchimento da loro ricevuto, di Mariani, che non fu presente ma inviò il suo testo affinchè fosse letto, di Pampaloni, che non accettava la definizione di Sinisgalli “prosatore”, di Dell’Aquila che aveva ricostruito le connessioni fra Sinisgalli e Leopardi. Ciò che invece fu carente durante il simposio – ha sottolineato Vitelli – fu da una parte l’apporto della cultura scientifica, a causa di un retaggio di stampo umanistico che continuava ad imperare in quegli anni, dall’altra la scarsa cura editoriale riservata al volume degli atti, stampato in una tipografia dopo ben 5 anni dall’evento. La ripubblicazione odierna, arricchita di nuovi testi, fotografie e documenti d’Archivio, e riproposta in una curatissima veste editoriale, mostra quindi la crescita cui la nostra regione è stata soggetta nel corso degli anni.
L’intenso lavoro di revisione e ampliamento operato sul volume è stato illustrato dal curatore Biagio Russo, direttore della Fondazione Sinisgalli. Scavando nell’organizzazione del convegno è stata, infatti, portata alla luce tutta una serie di nuovi elementi, confluiti nel libro: le iniziative collaterali quali mostre su Sinisgalli, concerti, incontri con le scuole, esposizioni di artisti; la ricostruzione del clima dell’epoca, grazie alle testimonianze dei pochi “superstiti”; gli 11 manoscritti utili per il confronto con i testi a stampa; le fotografie delle tre giornate fra Matera e Montemurro; le lettere scambiate fra le varie Istituzioni, recuperate nell’Archivio della Provincia di Matera, e gli articoli trovati nella Biblioteca Nazionale di Potenza. A ciò si è poi aggiunta una complessa operazione di revisione editoriale, resa necessaria per i molti errori presenti nel volume. Il risultato finale è stato un testo frutto di un grande lavoro di squadra che, pur nella sua perfettibilità, si propone di diffondere la figura e l’opera di quel “geniaccio tuttofare” che era Sinisgalli, presso un pubblico sempre più ampio.
Dopo la proiezione del documentario di Rocco Brancati, nel quale sono stati raccolti i diversi servizi su Sinisgalli realizzati nel corso degli anni dal giornalista Rai, le conclusioni dell’incontro sono state affidate al Presidente del Consiglio Regionale Piero Lacorazza. Dal suo punto di vista, solo il potere della cultura, come testimonia la vicenda di Matera, potrà consentire alla Basilicata di ribaltare alcuni luoghi comuni e di emergere da una posizione marginale cui è stata relegata dai governi nazionali, insieme al resto del Mezzogiorno.
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