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La biodiversità del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano in mostra a Milano |
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17/10/2015 | Si conclude #ilviaggiodiexpo del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano nel Fuori Expo di Milano con l’ultima iniziativa che si terrà venerdì 23 ottobre presso il Mondadori Multicenter di via Marghera, a partire dalle ore 18.00, tutta incentrata sulla eccezionale e singolare biodiversità dell’Area protetta.
Organizzato in collaborazione con il Gal Akiris e il Gal La cittadella del sapere, due enti territoriali che gravitano nell’area del Parco, il format dell’evento prevede un dibattito dal titolo “Biodiversità e Ruralità nell’Appennino Lucano” che sarà seguito da una degustazione delle eccellenze gastronomiche di questa parte di Basilicata ancora poco conosciuta.
Siederanno al tavolo dei relatori: il presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Domenico Totaro, il presidente di Federparchi nazionale Giampiero Sammuri, il presidente del Gal Akiris e del Gal La cittadella del sapere, rispettivamente Prospero Cassino e Franco Muscolino. L’importanza della biodiversità presente nel Parco, in alcuni casi rara, verrà approfondita dai tecnici che interverranno alla tavola rotonda: Antonio Romano ricercatore dell’Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Susanna D’Antoni e Massimiliano Bianco del Dipartimento Difesa della Natura dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ed infine, Elena Menegoni dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA).
Moderato da Massimiliano Ossini, noto conduttore di trasmissioni RAI dedicate alla natura, il dibattito sarà l’occasione per riflettere sull’eterogenea biodiversità del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, in particolar modo di quella animale che vede la presenza del Lupo, della Cicogna nera, dell’Ululone dal ventre giallo e della Salamandrina dagli occhiali. Uno degli attrattori di un Parco giovane. Non meno importante la biodiversità vegetale. La convergenza di correnti floristiche, mediterranee e centro-europee, dovute al periodo delle glaciazioni, ha determinato un complesso mosaico di vegetazione che, unito alla ricchezza di specie endemiche, ha fatto di questa zona un'area di elevato valore scientifico.
Il ricercatore Antonio Romano interverrà al dibattito sulle tematiche relative agli ambienti acquatici artificiali nell’ambiente rurale del Parco, da lui definito “un hot spot di biodiversità di anfibi”. “La conservazione degli habitat acquatici di ridotte dimensioni è fondamentale per preservare la biodiversità del Mediterraneo, tanto negli ambienti acquatici stessi quanto nelle aree terrestri limitrofe”, afferma Romano.
Una riflessione strutturata riguarderà anche la biodiversità forestale dei paesaggi lucani con un’attenzione particolare ai cambiamenti climatici che si sono susseguiti, ma anche alle trasformazioni paesaggistiche dovute agli insediamenti agricoli. “Nelle aree montane, a causa dell’aspra morfologia spesso anche a bassa quota, la copertura forestale si è mantenuta ancora compatta, come nella val d’Agri. Inoltre, l’abbandono dell'attività agricola e l’attuale bassa densità demografica locale ha portato nei territori montani e submontani all’instaurarsi di stadi seriali di ricolonizzazione forestale che coinvolgono gli estesi rimboschimenti effettuati a partire dagli anni ’20”, ritiene Pietro Massimiliano Bianco del Dipartimento Difesa della Natura dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Sostiene, infatti, che la scarsa presenza umana in questi territori in molti casi faciliti la diversificazione e la ricchezza della biodiversità.
E sul rapporto tra la biodiversità e l’agricoltura ha compiuto studi e ricerche specifiche Susanna D’Antoni del Dipartimento Difesa della Natura dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) nonché Consigliere del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, soffermandosi in particolare sull’agricoltura sostenibile nelle aree protette e nei siti Natura 2000. “Lo sviluppo e il sostegno dell'agricoltura e della zootecnia compatibile con la gestione e la conservazione della biodiversità nei siti Natura 2000 e nelle aree protette costituisce una priorità e una sfida di carattere ambientale e sociale”, asserisce la D’Antoni.
A rafforzare l’importanza della conservazione della biodiversità per il territorio di un’Area protetta è il presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Domenico Totaro. “Motivi di natura ecologica, economica, sociale e culturale, oltre che ragioni etiche, ci spingono a preservare la diversità biologica”, sostiene Totaro. “La biodiversità può dare un grande contributo all’aumento del benessere umano. E’ necessario pertanto creare una “cultura della biodiversità” attraverso un’adeguata attività di sensibilizzazione, informazione ed educazione. I Parchi sono in prima linea”, afferma il presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano.
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