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Recensione del libro di Giovanni Luigi Fontana, Anna Pellegrino |
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1/09/2015 | Il volume dal titolo “Esposizioni universali – Memorie tra metropoli e colonie” a cura di Giovanni Luigi Fontana, Anna Pellegrino” edito dalle Edizioni Polistampa, ed acquistabile al prezzo di 36 euro, mette in rilievo che per molto tempo il fenomeno delle esposizioni universali non ha avuto un rilievo storiografico proporzionato all’entità ed all’importanza che ebbe fin dalle sue origini ossia a partire dalla Great Exibition del 1851.
I circa sei milioni di visitatori di questa esposizione se si “pesano” considerando il contesto storico, le condizioni delle comunicazioni, le abitudini e la normalità dell’epoca, non sono meno sorprendenti dei cinquanta milioni che staccavano il biglietto all’esposizioni di Parigi nel 1900. Una cifra che equivale a più del doppio dei visitatori attesi all’esposizione di Milano che è stata inaugurata il primo maggio 2015.
Bastano poche cifre per collocare le esposizioni universali tra i fenomeni più rilevanti di mobilitazione di masse e merci a livello internazionale per tutto l’Ottocento ed almeno fino alla prima metà del Novecento.
In virtù dell’impatto sovente esercitato sulle metropoli ospitanti in un primo momento, le esposizioni hanno attirato l’attenzione soprattutto degli storici dell’architettura, sollecitati dall’importanza e dall’impotenza delle trasformazioni urbane portate da questi eventi non solo nel tessuto delle vecchie metropoli ottocentesche ma anche in realtà urbane più moderne.
Il Possiamo concludere che in ogni fase della storia contemporanea le esposizioni universali sono state un indicatore molto importante delle tendenze economiche e delle politiche globali: sta dunque a noi decodificarne i messaggi per capire meglio orientamenti e tendenze in atto.
Biagio Gugliotta
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