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Ma il cielo è sempre più blu |
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15/10/2011 | È ormai da tempo che noi della rubrica Candido diamo per scontata la caduta del regime berlusconiano. Con esso molto probabilmente andrà via anche un certo modo di intendere la politica. Un modo di intendere la politica e lo Stato che ha pervaso un’intera generazione di politici e non. Una concezione dell’uomo talmente diversa da quella che c’era solo qualche decennio addietro da far sembrare la prima Repubblica, che ancora palpita e respira in quelle aule, come un periodo già depositato nei libri di storia. È come se il relativismo e il consumismo fossero demoni entrati a forza nelle coscienze di tutti. I politici odierni sembrano posseduti: cinici, spregiudicati, aggressivi, inamovibili. Goderecci ed edonisti; disillusi e bambinoni. Litigano e si accapigliano per delle inezie, come adolescenti viziati, tralasciando i veri problemi. Tanto incoscienti da non riuscire a nascondere le loro debolezze, i loro limiti: le loro miserie. Parlo dei politici, parlo dei giornalisti, parlo del popolo dei militanti, degli ignavi, dei panzoni felici: parlo di un mondo che non ha fatto in tempo ad essere nuovo che già tramonta: scompare dietro una cortina di dubbi, di preoccupazioni, di pensieri grevi per il futuro. Un mondo sul quale cala il sipario lasciando sul palcoscenico gli attori di una commedia agrodolce, grossolana e sconcia: sicuramente scritta male, senza gusto, rivolta ad un pubblico ebbro di benessere e di lussuriosa bramosia di vita e di piacere. Si chiude il sipario sui “forza Milan”, sui “forza Italia”, sulla gestione allegra dei conti pubblici, sugli sprechi della pubblica amministrazione, sulle pensioni d’oro e sulle pensioni facili. E il domani come sarà? Niente paura: molto simile all’oggi; persino molto simile al “ieri”, all’altro ieri o addirittura al tempo che fu. Per rincuorare i potenti che sentono tremare le loro poltrone sotto i sederi flaccidi gli rileggiamo un paio di epigrammi di Marco Valerio Marziale (siamo pur sempre una rubrica letteraria, anche se impegnata), così vedranno che anche qualche migliaio di anni fa c’erano i porci, i ruffiani, all’epoca professione legale e rispettabile, e quelli che li criticavano: proprio come ora! Che facciano quindi sogni tranquilli tanto, se anche alcuni di essi verranno sacrificati al cambiamento la specie a cui appartengono non corre alcun rischio: “solo quelli con cui ti lavi, inviti Cotta, a cena da te: solo i bagni ti danno i commensali. Come mai, mi dicevo, non mi invita mai Cotta? Ora capisco: nudo, non ti piacqui”. Chissà cosa ne pensa Ferrara di questo epigramma? E ancora: “ un mangone ( trafficante di schiavi) voleva da me centomila sesterzi per un suo ragazzino. Io ho riso, ma Febus, pronto, glieli ha dati adesso ne hai dolore, minchia mia, e teco vai traendo, colpa mia, guai: mentre lodato è Febus, per farmi rabbia. Ma dalla sua minchia ha estratto Febus già un par di milioni: se li date anche a me, farò la fortuna dei mangoni”. Chissà cosa ne pensano, di questi versi, tutti quegli italiani che vorrebbero essere Berlusconi…
Antonio Salerno |
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