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A Tito è andato in scena 'Argonauti, Giasone e Medea'

12/07/2015

Un monologo, una recitazione lenta, onirica, maestosa e brillante. Sabato sera presso il Chiostro del Convento di Sant’Antonio a Tito si è svolta la rappresentazione teatrale dal titolo: Argonauti, Giasone e Medea” del regista Aurelio Gatti, da Apollonio, Franz Grillparzer, Euripide e da un idea drammaturgia di Maurizio Donadoni. La piece rientra nel cartellone Festival dei Teatri di Pietra Theatron Theatrum 2015 giunto alla quindicesima edizione e organizzato dall’Associazione Pa.Ga. Scenamediterrraneo Potenza, da Shell, da Mda Produzioni CapuAntica Festiva, dalla Regione Basilicata, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dai Comuni di Tito, Venosa, Miglionico e Grumento Nova. E’ Medea, interpretata da una superba Cinzia Maccagnano a recitare in un mare in tempesta su una nave salutata da tanta gente. E il copione è lento ma passionale, travolgente e compatto, il pubblico segue le gesta di Medea mentre Giasone interpretato da Stefano Fardelli è l’uomo che Medea cerca con amore e passione. E le ballerine Benedetta Capanna, Rosa Merlino e Carlotta Bruni diventano d’incanto vere e proprie testimoni di una recitazione che non stanca e non annoia perché quando Cinzia Maccagnano si esprime nei monologhi l’attenzione non cala mai. Ed è Medea che attraversa con la nave il mondo che delinea scenari spesso irripetibili, a tratti inaspettati. Ed è un connubio denso di pathos quello che gli attori presentano al pubblico che osserva l’arrivo della nave Argo sulle coste elleniche che mette nelle condizioni gli argonauti di avere con se il prezioso e utilissimo vello d’oro. Cinzia Maccagnano è straripante, il suo incedere lega la trama ad un filo rosso, un vero e proprio condensato di situazioni tutte da vivere. E Giasone osserva spesso impietrito le gesta di Medea mentre le ballerine danno vita ad un valzer di emozioni. Ed è qui che i protagonisti raggiungono con forza e fatica il senso profondo dell’anima, un senso che solo la vita e il coraggio possono manifestare in tutta l’evidenza. La danza, il teatro e la musica spesso sviluppata con i suoni lenti del mare fanno il resto rendendo Medea e gli Argonauti incantevoli e visceralmente onirici.




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