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Convegno su “natura e cultura: la Carta di Roma”. Resoconto degli interventi |
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18/04/2015 | - Per due giorni la città di Matera ha vestito i panni della capitale delle aree protette italiane ospitando un convegno e l’assemblea nazionale di Federparchi. Per sabato 18 aprile, i presidenti dei Parchi italiani si sono dati appuntamento nella città dei Sassi per i lavori dell’assemblea mentre venerdì di 17, presso Palazzo Viceconte, si è tenuto il convegno sul tema “Natura e Cultura: la Carta di Roma”.
Coordinati da Pier Francesco Pellecchia, presidente del Parco regionale della Murgia Materana, che ha ospitato gli appuntamenti, esperti e rappresentanti delle istituzioni hanno dibattuto di questo recente e innovativo strumento.
A introdurre i lavori è stato il coordinatore di Federparchi Basilicata e presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Domenico Totaro, che ha definito la città di Matera “l’impronta paradigmatica di una regione che, riannodandosi al corso della sua millenaria storia, è chiamata a costruire per sé e per il resto del Paese un nuovo futuro e una nuova prospettiva.”
“Il paesaggio culturale, inteso come stretta interrelazione fra l’azione dell’uomo e il contesto naturale in cui esso agisce, -ha spiegato Totaro affrontando il tema del convegno- può e deve includere i segni di un’azione virtuosa dell’uomo sulla natura. È questo il fattore di attrazione del cosiddetto turismo verde, oggi in grande ascesa, che non è solo voglia di relax e contemplazione della natura, ma è soprattutto richiesta di fruizione dei beni naturali da parte dei visitatori.”
Totaro, poi, non si è sottratto alla problematica legata alla presenza delle estrazioni petrolifere. “Credo che la presenza di un’industria quale quella petrolifera –ha aggiunto- e delle estrazioni in particolare, possa convivere con le risorse naturali, ad una condizione: che si pongano in essere azioni chiare e continue volte alla protezione dell’ambiente e della salute, anche attraverso l’investimento di una buona parte delle royalties per la protezione e la tutela del territorio. Per concludere, dico e sono convinto che la Basilicata abbia già dato. Oltre questo non si può più andare”.
Di paesaggio culturale ha parlato anche il presidente Pellecchia che ha ricordato il traguardo di Matera Patrimonio Unesco raggiunto nel 1993, che restituisce di questa città “l’idea non di un monumento statico ma di un insieme di natura e cultura”.
Per Luigi Agresti, di WWF Basilicata, “economia e conservazione devono essere un binomio inscindibile perché quando sono slegate si creano disastri ambientali di cui poi si paga un conto salato”.
Il presidente Nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ha colto “l’elemento innovativo dell’impianto della Carta di Roma, ma è necessario –ha avvertito- che paesaggio naturale e culturale interagiscano per una nuova cultura della bellezza”.
Apprezzamenti all’iniziativa sono venuti da Marta Ragozzino, direttore del polo museale della Basilicata, per la quale “Matera e la Lucania sono esempi di resilienza secolare, ma occorre mettere a sistema le diverse visioni dei Parchi”.
Più tecnici sono stati gli interventi di Domenico Mauriello, di Unioncamere, e di Fabio Renzi, segretario generale della Fondazione Symbola. Entrambi hanno sottolineato come qualunque attività di green economy deve fare i conti con i numeri, dai quali si deve partire per trasformare in crescita il capitale naturale e culturale.
Ha concluso i lavori il presidente nazionale di Federparchi Giampiero Sammuri. “I Parchi –ha detto Sammuri- sono pronti a passare alla nuova fase della loro vita, a coniugare conservazione e produzione in vista della crescita. Occorre però –ha concluso- partire da chi li abita e che per primo ne è chiamato alla salvaguardia. Gli abitanti dei Parchi devono poter toccare con mano i benefici del capitale naturale all’interno del quale vivono”.
Durante il convegno è intervenuto, per portare i saluti del ministro, Carlo Maria Medaglia, Capo Segreteria Tecnica del Ministero e del Ministro dell’Ambiente.
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