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Emigrazione, presentato bando per l’archivio della memoria |
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3/03/2015 | Lettere, fotografie, filmati, musiche e oggetti a vario titolo collegati alle storie di emigrazione. Li ricerca, attraverso un bando pubblico, la Regione Basilicata che intende dare vita ad un “Archivio della memoria condivisa della storia dell’emigrazione lucana”. Protagonista dell’iniziativa, presentata qualche giorno fa in anteprima nell’aula magna dell’Istituto tecnico economico e tecnologico “Petruccelli della Gattina” di Moliterno, il “Centro di documentazione Nino Calice”, che ha sede a Lagopesole, nel Castello di Federico II, dove su iniziativa della Regione fra qualche mese nascerà il Museo dell’Emigrazione.
L’obiettivo è quello di costruire uno spazio espositivo sul tema dell’emigrazione con particolare riguardo ai temi del viaggio e dell’insediamento, attraverso la visualizzazione degli allestimenti che riproducono il percorso e l’emozione del viaggio, con l’utilizzo di strumenti multimediali, installazioni interattive e arti visive.
Un Comitato Tecnico Scientifico, coordinato dall’ex presidente della Commissione dei lucani nel mondo Luigi Scaglione e composto da Michele Durante della Soprintendenza regionale dei Beni Archivistici, dal direttore della Biblioteca Nazionale di Potenza Franco Sabia, da Patrizia Del Puente dell’Università degli Studi della Basilicata e dall’assessore del Comune di Avigliano Vito Lucia seguirà l’allestimento del Museo “che contiamo di presentare – ha spiegato Scaglione a Moliterno davanti a una platea di studenti e delegati all’assemblea annuale delle associazioni dei lucani nel mondo - in anteprima a Expo 2015, e inaugurare il 22 maggio, nella Giornata dei Lucani nel Mondo, legandolo poi direttamente al progetto conoscitivo di Matera 2019”.
Il Museo dovrà raccontare la prima emigrazione, quella che si è sviluppata fino al 1950. “Ma noi stiamo già lavorando per immaginare il racconto della seconda emigrazione – ha aggiunto Scaglione – e con questo bando intendiamo coinvolgere nella ricerca dei materiali i Comuni, le Federazioni e le Associazioni , gli sportelli, i social network, le famiglie. Per poi ampliare le sezioni museali con le storie della immigrazione partendo dalla emigrazione di ritorno sino a quelle dei migranti del mare o dei lavoratori delle nostre campagne. Non ci interessa suscitare sentimenti di nostalgia, vogliamo invece mantenere vivo il ricordo, legandolo alle azioni, ai sacrifici, alle vittorie, alle sconfitte, alle storie della nostra emigrazione con esempio e monito per la emigrazione e la immigrazione di oggi”.
“Con il bando per l’archivio della memoria – ha detto il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza – vogliamo aprire i cassetti a far rivivere una memoria collettiva che riguarda ognuno di noi. Questa scommessa può servire molto anche alle scuole, che sono i luoghi della formazione delle coscienze. Attraverso la vivacità degli studenti e l’opportuno coordinamento di dirigenti scolastici e docenti è possibile arricchire la didattica cercando nuovi pezzi della nostra storia collettiva. Il museo sarà fatto con le storie che riuscirà a raccontare, per farlo vivere abbiamo bisogno di voi e dei vostri suggerimenti. Scavando nel passato, nelle vicende familiari di ognuno, per trovare qualcosa che è giusto consegnare alla memoria collettiva: anche così si costruisce il futuro della Basilicata”.
Le persone che intendono partecipare al bando possono far pervenire i materiali (lettere, cartoline, manifesti, memoriali, diari, documenti pubblici, fotografie, filmati, registrazioni sonore, oggetti vari) entro il 30 marzo 2015, presso l’Ufficio Sistemi Culturali e turistici, Cooperazione internazionale della Regione Basilicata (via Verrastro, 4 – 85100 Potenza – tel. 0971/668896 - 668201). I materiali potranno essere donati in originale o riprodotti in copia digitale e dovranno essere corredati dalle informazioni riguardanti data, luogo di conservazione, soggetto che li ha prodotti. Chi conferisce i materiali dovrà inoltre dichiarare di concederli liberamente e gratuitamente per le finalità istituzionali dell’Archivio, dimostrando di aver acquisito la preventiva autorizzazione da parte dei proprietari.
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