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Recensione libro:Naomi Kkein “una rivoluzione ci salverà" |
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21/02/2015 | Il libro di Naomi Kkein “Una rivoluzione ci salverà”- Perché il capitalismo non è sostenibile, edito dalla Casa Editrice Rizzoli libri, affronta i cambiamenti radicali sul piano sociale, politico, economico e culturale e la strategia proposta è diversa sia sul piano sociale, sia su quello politico, economico e culturale e si rivela interessante per quanto riguarda i blocchi ideologici e di potere che finora hanno impedito che ognuna di queste soluzioni conosciute da tempo, prendessero piede su vasta scala.
La strategia proposta in questo libro è quindi diversa: pensare ideologico da quel soffocante fondamentalismo di mercato che rappresenta il più grande nemico per la salute del pianeta.
Se riusciamo a spostare anche solo di poco il nostro contesto culturale, ci sarà un po’ di margine di manovra per quelle politiche riformiste di vitale interesse che, potranno iniziare a far si che i valori dell’anidride carbonica atmosferica inizino a muoversi nella direzione giusta.
Di fronte al perpetuarsi di fenomeni climatici dagli effetti devastanti, bisogna cercare di ridurre l’effetto serra che inquina l’atmosfera ed investire sulle fonti di energia alternative che sono decisamente migliori.
Solo così si potrà salvare il pianeta ed evitare effetti climatici distruttivi, per cui alla logica sfrenata del profitto che crea una sorta di concupiscenza nell’essere umano occorre operare per il bene del pianeta promuovendo energia pulita e rispettare in toto il protocollo di Kyoto, altrimenti nei prossimi anni si potrebbe verificare lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello dei mari per cui bisogna operare i tagli alle emissioni d gas serra invocati dagli scienziati come necessari per ridurre il pericolo di catastrofi naturali.
I politici non sono i soli ad avere il potere di dichiarare una crisi: possono farlo anche i movimenti di massa di gente comune.
Analogamente, se un numero sufficiente di persone smettesse di voltarsi dall’altra parte e decidesse che il cambiamento climatico è una crisi degna di una risposta al livello di un piano Marshall, esso diventerebbe una crisi e la classe politica dovrebbe rispondere in modo adeguato, sia rendendo disponibili le risorse per affrontarla, sia piegando quelle regole del libero mercato che si sono dimostrate flessibili quando erano in gioco gli interessi delle caste.
Biagio Gugliotta.
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