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La ceramica in archeologia: Classi vascolari e reperti del M.AR.TA. |
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19/02/2015 |
“Internet rende vicine le persone lontane” e “internet può rendere lontane le persone vicine” è stata la chiusura di un’ interessante relazione di Cosimo Resina dal titolo “Riflessioni sul mondo d’internet: è tutto vero quel che luccica?”
Nell’appuntamento del prossimo Venerdì Culturale, 20 Febbraio 2015, che si svolgerà in Via Veneto 106/A, alle ore 18.00 con libero ingresso, sarà di scena la Cartella dedicata all’Archeologia. Relatore della serata il prof. Michele Accogli che ha collaborato, per oltre trent’anni, con la Soprintendenza di Taranto, inventariando migliaia di reperti rinvenuti nelle nostre necropoli acquisendo quella diretta esperienza che l’ha reso profondo conoscitore della materia che illustrerà tramite un centinaio d’immagini.
Accogli torna a Presenza Lucana, dopo quattro anni, con una relazione dal titolo: Acqua Aria Terra Fuoco - La ceramica in archeologia – Classi vascolari e reperti del M.AR.TA.
L'origine degli elementi è attribuita ai pensatori, fisici e filosofi, dell'Antica Grecia. Nel VI secolo a.C. Anassimene di Mileto introdusse nel pensiero greco la teoria dei quattro elementi fondamentali (aria, acqua, fuoco e terra) che rappresentano la realtà.
La ceramica costituisce un materiale di grande interesse negli studi archeologici e, al contrario di altri reperti di natura organica (legno, tessuti, alimenti, altri), non è deperibile e si conserva nel tempo. Inoltre la ceramica, in assenza di forti eventi sconvolgenti, non subisce deformazioni, come accade, per esempio, negli oggetti metallici; questo motivo offre la possibilità di apprezzare le caratteristiche originali dei manufatti anche a distanza di migliaia di anni.
Altro elemento che contribuisce all'importanza della terracotta in archeologia, consiste nel fatto che, già dal Neolitico, essa conosce una notevole diffusione negli insediamenti antichi e, soprattutto quando non si hanno testimonianze scritte, rappresenta uno dei principali elementi a disposizione degli archeologi per recuperare le tracce di un passato altrimenti sepolto e sconosciuto.
L’invenzione della ceramica è in ogni caso il frutto dell’apprendimento di due processi operativi distinti: la manipolazione dell’argilla e il suo cambiamento di stato mediante l’uso del fuoco.
La ceramica, in Puglia e nella nostra provincia, è nata quando il primo troglodita delle Murge o del Gargano, impastando casualmente il fango d’argilla con l’acqua e lasciandolo al sole, si accorse che, essiccandosi, esso diventava duro quasi come una pietra. Cominciò così a modellare quel fango seguendo il cavo della mano e creò la prima ciotola per attingere acqua. Le impresse qualche unghiata e creò la prima decorazione. Poi l’invenzione della ruota portò alla creazione di quella macchina semplice e straordinaria che fu il tornio. Da allora la storia della ceramica non si è più fermata e la sua meravigliosa avventura di forme, colori, impasti, usi vari continua fino ad oggi, testimonianza tangibile dell’estro della nostra gente.
Il relatore proseguirà con la descrizione delle classi vascolari, partendo dai periodi preistorici e dai reperti che nei prossimi mesi (forse Aprile–Maggio?) saranno resi fruibili nelle nuove sale del secondo piano del nostro Museo, fino a giungere alle ceramiche d’importazione greca, di produzione apula locale e di quelle romane.
A chiusura un breve dibattito con l’autore. L’appuntamento è di quelli da non perdere per chi vuol saperne di più sul Museo di Taranto.
Michele Santoro
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