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A Matera la musica de “Le stelle di Hokuto” |
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11/02/2015 | Kenshiro è il protagonista dell’omonimo manga, arrivato in Italia come cartone animato nel 1984, un guerriero successore della scuola di arti marziali “Divina Scuola di Hokuto”, la cui tecnica di combattimento s’ispira vagamente ai principi dell'agopuntura e il cui simbolo è la costellazione che in Giappone viene chiamata, appunto, Hokuto, ovvero un gruppo di sette stelle all’interno dell’Orsa Maggiore che corrispondono al nostro “Grande Carro”.
A questo celebre personaggio e alla sua storia, si sono ispirati sette ragazzi baresi per realizzare il loro progetto musicale “Le Stelle di Hokuto”, che si esibiranno allo Stone di Matera, venerdì 13 febbraio, per il format settimanale “Venerdì Lucano”.
La band è formata dalla cantante Federica Morleo, dal cantante e chitarrista Simone Simplicio, dal chitarrista Paolo Giannico, dal bassista Francesco Albergo, dal chitarrista e animatore Paolo Lubisco, dal tastierista Davide Romeo, dal batterista Gianrocco Matera e propone le musiche dei lavori di animazione del passato.
“Il gruppo si è costituito nel 2009 – ha affermato Simplicio – da noi, amici d’infanzia, che siamo nati negli anni 80 e abbiamo passato la nostra infanzia con i cartoni animati, quelli giapponesi, quelli le cui sigle erano cantate da Cristina D’Avena, i vari Robot e le maghette. Oltre alla passione per i cartoni, ognuno ha intrapreso un percorso musicale e abbiamo apprezzato, col tempo, anche questo aspetto dei cartoni animati, riconoscendone la qualità. Quindi abbiamo unito i due aspetti e abbiamo deciso di avviare questo progetto”.
Durante la propria esibizione il gruppo propone le sigle più famose dei cartoni animati degli anni ‘80 e ’90, recitando anche simpatiche scenette comiche, vestendosi in costume e attraverso l’aiuto di videoproiezioni. Tutto questo per coinvolgere il pubblico mediante giochi interattivi, coreografie e canzoni stesse.
“Cerchiamo in alcuni momenti di essere molto fedeli ai brani originali, provocando nel pubblico un effetto nostalgico. In altri, in quelli magari più spinti e movimentati, proponiamo brani interpretati in una chiave personale, cambiando gli arrangiamenti e rendendoli più carichi, divertenti e gioviali”.
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