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Turismo verde: carnevale contadino e festa del maiale |
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10/01/2015 | Sarà il suono dei campanacci a San Mauro Forte giovedì prossimo a dare il via ai numerosi appuntamenti del Carnevale Lucano che ha radici nel mondo contadino e dei pastori. L’Agenzia di Agriturismo della Cia Basilicata, Turismo Verde, quest’anno punta a definire un circuito degli eventi più significativi che attraggono numerosissimi turisti e a riproporre in questo periodo la festa del maiale che, con tutti i piatti di derivazione, è l’elemento che caratterizza il Carnevale in agriturismo. Gli antichi riti del carnevale – sottolinea Turismo Verde - una volta rappresentavano una delle rare occasioni di svago e divertimento, dando anche luogo al pretesto di mangiare un po' di più e meglio. Oggi sono occasione di riscoperta di tradizioni fortunatamente sopravvissuti alla modernità e alle ondate di emigrazione che hanno rischiato di svuotare i paesi della propria anima. Un simbolo – spiega Paolo Carbone della Cia lucana – sono i piatti del carnevale tricaricese, tutti rigorosamente a base di maiale di allevamento locale (da queste parti resiste ancora il suino nero di Tricarico che la Cia è impegnata a salvaguardare) al quale da qualche giorno è stata "fatta la festa", perché il "giorno del maiale", qui come in tutti gli altri paesi lucani, conserva la sua carica di gioia, di magia e con suggestioni di ricchezza e di abbondanza. "Mal’ a quer’ cas’ ndò nun tras’ lu pil’ r’ puorch!" (Misera quella casa in cui non si ammazza il maiale) recita un vecchio detto lucano, per intendere che la povertà di sempre trovava riscatto almeno per qualche giorno, nella dovizia e nella varietà delle gelatine, dei prosciutti, dei capicolli, delle soppressate, del "pezzente" e delle golose torte al sanguinaccio.
Di qui l’evento centrale de “La Festa del Maiale” che si sta organizzando a Pietrapertosa fra le Dolomiti Lucane, che ha preservato, nel suo isolamento, un antico carnevale. Il suono della cupa-cupa, durante tutto il periodo di carnevale, segna l'arrivo di gruppi di maschere per la tradizionale questua di dolci e salsicce. Il martedì grasso i festeggiamenti culminano con il processo al Carnevale che, punzecchiato dal Diavolo con il volto nerofumo e corna caprine, e rimpianto da sua moglie Quaremma, viene inesorabilmente condannato al rogo. La sagra della Rafanata, tortino tipico del carnevale a base di patate e rafano, chiude i festeggiamenti. L’appuntamento per i buongustai è all’azienda “I Sapori del Parco” , con in tavola i piatti della tradizione che condiscono questa festa grassa di sapori e ricordi del passato. Tutte le ricette tipiche hanno come base il maiale: i calzoni ripieni di zucchero e ricotta, accompagnati dalle orecchiette, vengono infatti conditi con il sugo di maiale. Oppure un piatto di maccheroni di tutti i tipi: strascinate, maccheroni al ferretto, cavatelli,.. sempre con sugo di maiale, a sottolineare le follie di una festa come il carnevale. Anche il sanguinaccio, dolce cremoso, ha come base il sangue del maiale.
Ritagli irregolari di pastafrolla fritta e spolverati di zucchero al velo sono il dolce della ricorrenza: le chiacchiere, oppure una torta ripiena di ricotta e condita con ciò che c’è a disposizione (cioccolato, polvere di caffè, cannella,...), o le classiche castagnole. In sintesi, un’enorme tavolata dove è possibile gustare tutto ciò che in cucina si può preparare con il maiale di cui, come sanno i contadini, non si butta via niente. Il” rito” della macellazione del maiale, da sempre carico di significati profondi – sottolinea Giuseppe Vernucci che gestisce con padre, madre e sorella l’agriturismo “I Sapori del Parco” di Pietrapertosa - non solo è uno dei momenti cruciali della relazione tra la famiglia contadina e il “suo” maiale allevato da anni. Il maiale macellato sarà collocato all’ingresso dell’azienda per diventare l’autentico protagonista della festa scandita dalle musiche popolari e i balli delle feste contadine solenni. Un momento topico che rivela il rapporto di potere con le sue contraddittorie implicazioni di sacrificio e gratitudine. Ed è un’occasione per rivalutare l’antica cucina povera che del maiale ha tantissimi piatti, con l’obiettivo di avvicinare la “città” alla vita rurale per invitare i consumatori a “farsi la dispensa alimentare” presso le aziende agricole e gli agriturismi, rinnovando la tradizione di prepararsi il salame e la “suppersata”, la pancetta, il prosciutto, direttamente con la famiglia dell’allevatore suinicolo.
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