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Si diffonde anche da noi il rito dell “apericena” |
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17/10/2014 | L’ “apericena”, il rito dell'aperitivo accompagnato da qualcosa da mangiare, che ha preso piede parecchi anni fa nel nord Italia, comincia a diffondersi anche da noi e non piace piu' solo ai giovani ma ha contagiato diverse categorie sociali e fasce di eta'. A sottolineare questa nuova tendenza che è un insieme tra una diversa consumazione da quella tradizionale nei locali della ricettività e lo stare insieme è il Centro Studi Turistici Thalia, attento a cogliere le novità della richiesta per aprire gli occhi ai titolari di bar, pub, locali di ritrovo, pizzerie, ristoranti per reggere la crisi dei consumi. Una conferma – evidenzia il Thalia – viene dal rapporto Coldiretti/Censis sul tema "Gli effetti della crisi: spendo meno, mangio meglio”: complice anche la crisi, con la necessita' di contenere le spese, oggi a fare l'aperitivo mangiando stuzzichini, la cosiddetta 'apericena', sono 25,7 milioni di italiani (51,8%) di cui 3,6 milioni regolarmente (7,4%) e 22 milioni di tanto in tanto (44,4%). E quasi tre giovani under 35 anni su quattro (71%) soprattutto nel fine settimana partecipano al rito dell'apericena. C'e' una crescente relazionalita' intorno al cibo che ha fatto nascere ed affermare in pochissimo tempo un momento di aggregazione con connotati innovativi che, sotto la spinta della crisi, interessa ora complessivamente 7,9 milioni di giovani e tra questi ben 1,5 milioni regolarmente.
Dunque anche grazie alla molteplicità di offerte messe a disposizione dei locali, l’aperitivo in chiave moderna è diventata l’occasione per accompagnare il necessario contenimento delle spese dettato dalla crisi economica ma con una crescente attenzione alla qualità dell’alimentazione. E allora perchè non cogliere al volo questa tendenza per assaggiare e imparare a conoscere i diversi tipi di vino di cui è particolarmente ricca l’Italia, ma anche per gustare formaggi, salumi, olive o anche semplicemente pizzette speciali, il tutto a costi estremamente contenuti. Ci sono già esempi significativi in questo senso che possono diventare una sorta di “casi” da studiare. Al Let’s Groove Iristo pub live music di Potenza (via del Gallittello) ultimo nato, solo da qualche mese, nel capoluogo, si sta sperimentando come rispondere in maniera più efficace al rito dell’apericena. Giuliano Paolucci, promoter della nuova tendenza al pub e continuo sperimentatore di un’offerta innovativa a costi contenuti, sottolinea che la strada da intraprendere è quella più che collaudata dell’organizzazione di serate a tema non solo musicale e di intrattenimento con prodotti a chilometri zero del territorio o prove di degustazioni di birre artigianali abbinate a prodotti territoriali. E’ sempre il Censis – aggiunge – a “confortare” la mia intuizione: dichiarano di partecipare a degustazioni di cibi, vini, birre e prodotti tipici circa 23,5 milioni gli italiani (di cui 1,4 milioni regolarmente e 22 milioni di tanto in tanto). Degustare prodotti e vini tipici di qualità è pratica collettiva più urbana, di ceti attivi e più giovani; proprio la diffusione in questi gruppi sociali di tale pratica costituisce testimonianza di una contemporaneità del rapporto con il valore dei territori che si condensa in prodotti che incorporano la tipicità locale. Se poi a tutto questo si aggiunge che si taglia la spesa ma scegliendo cibi piu' genuini e riscoprendo la cucina povera, con le ricette della tradizione, per i titolari di attività di ristorazione accresce l’impegno a modificare la propria offerta per raccogliere le nuove esigenze dei consumatori giovani o meno giovani.
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