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La ‘Porta della morte’ di Manzu’ in vaticano e i peperoni cruschi |
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20/08/2014 | Il 28 giugno del 1964 fu inaugurata nella Basilica Vaticana, da Papa Paolo VI, una grande porta in bronzo, la Porta della Morte, plasmata dallo scultore Giacomo Manzù e realizzata grazie al sostegno del sacerdote lucano Don Giuseppe De Luca. La vicenda è stata ricordata domenica a Castronuovo Sant’Andrea, in Piazza Castello, “la piccola agorà”, come amava definirla Giovanni Pugliese Caratelli, che a partire dal 1980 ha ospitato personaggi come Manlio Rossi Doria, Leonardo Sinisgalli, Albino Pierro, Dino Adamesteanu, Rocco Mazzarone, Enzio Cetrangolo, Giuseppe Bonaviri, Carlo Belli, Vanni Scheiwiller, José Ortega, ecc. tornando ad essere un notevolissimo punto di riferimento nelle attività culturali che annualmente si svolgono in terra lucana.
L’opera bronzea, realizzata da Manzù e dedicata a Papa Giovanni XXIII, riporta il profilo di Don Giuseppe De Luca, prete, editore e intellettuale lucano, i cui impegni religiosi non lo faranno mai venire meno alla libertà delle sue frequentazioni, testimoniate dai vasti carteggi con figure di punta del mondo dell’arte, della letteratura, della politica. La sua dedizione alla pratica dello studio diviene un'esigenza avvertita come un esercizio diuturno di ascesi spirituale dell'individuo attraverso l'intelligenza, una propedeutica spirituale alla contemplazione di Dio.
Le vicende che fecero da sfondo alla realizzazione della Porta della Morte sono state ricordate a Castronuovo nella “Serata della Cultura”, dal 1980 promossa dalla Pro Loco e condotta da Mario Trufelli.
Giacomo Manzù realizzò l’opera bronzea grazie all’intervento del sacerdote lucano che, in un pranzo in Vaticano a base di pasta e fagioli, voluto da Papa Giovanni XXIII, portò una busta di peperoni rossi essiccati al sole e li fece friggere dalla suora che si occupava dei pasti del Papa. In questo modo, la zuppiera con la pasta e fagioli fu accompagnata dal grande piatto con i peperoni cruschi, lucidi e croccanti, che attrassero l’attenzione di Papa Giovanni XXIII e ne accesero l’interesse al momento in cui li assaggiò. In quello stesso momento, Don Giuseppe disse al Papa del cruccio di Manzù per la “porta” che non andava avanti dal 1947 e il Papa, tra un peperone e l’altro, confermò che sarebbe stata portata a compimento immediatamente.
L’episodio, dopo mezzo secolo, narrato da Giuseppe Appella, assume, complice Sinisgalli, i connotati della leggenda. Una leggenda commentata da una mostra di immagini e documenti, che ripercorre tutta la storia della Porta, e dai fumetti di Giulio Giordano dal titolo “Papa Giovanni XXIII, Don Giuseppe De Luca, Manzù, i peperoni cruschi, e la Porta di San Pietro” (Lavieri Edizioni, 2014), eseguiti grazie all’assistenza della Red House Lab – Scuola lucana di fumetto e la direzione di Giuseppe Palumbo.
Sono intervenuti al dibattito: il critico letterario Franco Vitelli e lo storico di Sasso di Castalda Antonio Coronato, con aspetti poco conosciuti della vita e dell’attività intellettuale di Don Giuseppe De Luca.
La serata si è conclusa con un filmato della festa della Madonna della Bruna di Matera, in riferimento al carro trionfale, che quest’anno ha suscitato alcune polemiche racchiuse nel concetto se il carro debba essere una creazione popolare o borghese, come sembrava essere il manufatto di quest’anno. Il Maestro Giuseppe Mitarotonda, noto ceramista materano, è stato intervistato da Mario Trufelli sul carro che viene distrutto durante la festa e la vicenda è stata messa in relazione con il Conte Giancarlo Tramantano, ucciso nel 1514.
Hanno fatto da cornice alla serata le 10 litografie del 1966 di Saul Steinberg, allestite per l’occasione sulle pareti del Palazzo Marchesale e dal 18 agosto in mostra all’interno dell’atelier “Guido Strazza”, in connessione all’antologica di grafica in mostra al MIG, dedicata alle xilografie di Èmile Bernard e all’opera di Antonietta Raphaël.
La serata è stata, dunque, coniugata nei diversi aspetti, propri delle serate di Castronuovo: arte, letteratura, musica, cinema, video, storia, senza mai dimenticare il territorio lucano, che ha trovato il suo epicentro proprio nella piccola agorà del paese di S. Andrea Avellino.
Le attività di Castronuovo rientrano nel programma culturale teso a portare Matera nel 2019.
Le mostre del MIG fino al 26 settembre 2014
Nelle sale del MIG
Le xilografie di Emile Bernard per Les fleur du mal di Charles Baudelaire;
Antonietta Raphael Mafai. L’opera grafica dal 1948 al 1975.
La “Porta della morte” di Giacomo Manzù: immagini, documenti e i fumetti di Giulio Giordano.
Nell’Atelier Guido Strazza
10 litografie di Saul Steinberg degli anni romani.
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