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Recensione libro:Il prezzo della disuguaglianza di Joseph e. Stiglitz |
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7/08/2014 | Il libro di Jseph Stiglitz “Il prezzo della disuguaglianza” edito dalla Casa Editrice Einaudi, cerca di indagare a fondo un aspetto di ciò che è accaduto ne gli Stati Uniti, ossia di comprendere come siamo diventati una società così disuguale, con tante opportunità in meno, e di immaginare quali potrebbero essene le conseguenze.
Il quadro delineato dall’autore è sconfortante: siamo soltanto iniziando a vedere come gli Usa e gli altri paesi del mondo stiano attraversando una situazione economica di crisi in cui si sono acuite le disuguaglianze tra ricchi e poveri.
La ragione di questa crisi economica è ascrivibile al crollo delle Lemann Brothers del 2008 negli Usa ed ha avuto ripercussioni negative anche su alcuni stati europei.
A complicare la situazione economica dei paesi più colpiti, sono state anche le misure di austerity imposte dai governi dei paesi in questione, che hanno avuto ripercussioni negative sia sulle imprese che a causa delle tasse molto alte sono state costrette a chiudere o a licenziare i loro dipendenti, sia sui cittadini che a malapena sono riuscite a far quadrare il loro bilancio familiare.
In sostanza il problema della disuguaglianza sia negli Stati Uniti d’America sia nel resto del mondo è sempre esistita e malgrado il colosso americano dopo la crisi del 29’ abbia attraversato periodi di prosperità economica, hanno continuato ad esistere le poor classes che hanno vissuto in condizioni di marginalità.
L’introduzione dell’euro che avrebbe dovuto essere salutare per le economie dei vari paesi europei, ha disatteso le loro aspettative di crescita economica e lo si è visto nel corso degli anni fino ai giorni nostri.
Per uscire da questa difficile situazione occorre attuare le riforme necessarie: dall’abbassamento delle tasse che in particolare nel nostro paese che sono molto alte, alla politica di investimenti promossa dall’economista J. M. Keynes che nel caso della crisi del 29, si sono rivelate efficaci per far uscire l’America dalla crisi grazie anche all’intraprendenza di F. D. Roosvelt che, malgrado il debito pubblico fosse alle stelle e la sua mossa coraggiosa si è rivelata vincente in quanto l’economia americana è tornata a crescere.
decise di attuare una politica di investimenti che permise Le cause della ribaltata posizione fiscale degli Stati Uniti indicano con chiarezza la ricetta da somministrare se si vogliono costruire fondamenta salde: invertire i tagli alle tasse dei milionari dell’era Bush, porre fine alle guerre e ridurre le spese per la difesa, permettere al governo di negoziare i prezzi dei farmaci e, soprattutto rimettere il paese al lavoro; ritornare al pieno impiego sarebbe più utile di qualsiasi altra cosa ai fini di un miglioramento nella posizione fiscale di questo paese.
Il libro anche se parla in particolare degli Stati Uniti d’America, affronta anche la difficile situazione economica di altri paesi in particolare europei alle prese con la soluzione del difficile problema della crisi economica che ha causato disoccupazione colpendo sia i giovani in cerca di prima occupazione, sia le persone meno giovani che hanno perso il lavoro.
Biagio Gugliotta
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