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A Grumento Nova va in scena Medea |
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18/07/2014 | Grazie alla produzione e realizzazione della Compagnia Artè Stabile di Innovazione domani sera, 19 luglio, presso il Teatro Romano di Grumento Nova, con inizio alle 21:30 avrà luogo la rappresentazione teatrale dal titolo: “Medea” di Euripide, portata in scena dal regista Maurizio Panici, dal musicista Luciano Vavolo con la partecipazione straordinaria di Pamela Villoresi. Traduzione e adattamento sono curati da Maurizio Panici e Michele Di Martino. La piece rientra nell’ambito del fitto cartellone estivo Teatri di Pietra 2014 Theatrum Theatron proposto dall’Associazione Scenamediterraneo Potenza, dai comuni di Grumento Nova, Miglionico e Venosa, dalla Regione Basilicata, da CapuAntica Festiva, dal Mibact ( Ministero per i Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ) e dalla Soprintendenza per i beni artistici regionali e paesaggistici della Regione Basilicata. Medea ci riporta a partire dai tragici greci, alle donne di oggi. Sono infatti le donne a mettere in discussione la vecchia cultura, facendosi portatrici di un nuovo pensiero. Ed è proprio attraverso Medea figura totalmente inedita e significativa che Euripide pone all’interno delle rappresentazioni tragiche un’elemento di assoluta modernità. Medea infatti è la prima donna a mettere in discussione i rapporti tra uomo e donna, evidenziando una situazione di forza, contestando l’esistente, aprendo un contenzioso e lasciando intravedere nuove possibilità. Medea è per questo uno dei più estremi e affascinanti personaggi della tragedia classica moderna in quanto, prima fra tutte non agisce spinta da un impulso erotico o sentimentale ma per rispondere ad una ingiustizia. “Ecco Medea… ecco la sventura di una donna” dice di se al termine di un lunghissimo e straziante monologo. Le modalità dell’atto trascendono ogni consuetudine. In Medea l’azione tragica coincide con la sua stessa rovina poiché mentre punisce il padre dei suoi figli, colpisce con uguale violenza se stessa, pur riconoscendo l’impatto del suo agire, lo persegue con determinazione e lucida consapevolezza. Il conflitto per la prima volta in una tragedia non è fuori, ma dentro il personaggio come risulta dal ruolo decisivo dei monologhi e dallo sviluppo della struttura drammaturgica.
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