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Recensione libro:“Novanta” Edito dalla Longanesi, di Piero Ottone |
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11/07/2014 | Nel libro dal titolo “Novanta” Edito dalla Longanesi, di Piero Ottone arricchito da un’introduzione di Eugenio Scalfari fondatore di Repubbica sul suo collega amico e rivale, parla della sua esperienza giornalistica che si è fatta sin dai banchi di scuola sotto il regime mussoliniano, con una sua lettera di critica severa alle gerarchie genovesi.
C'è già in quella lettera acerba la passione civile profonda che il giornalista Ottone dispiegherà negli anni seguenti. Ma con uno stile tutto suo, in cui entrano Genova, la più nordica città d'Italia, e ancor più Londra e il primo soggiorno nella capitale britannica del giovane corrispondente Ottone, mandato colà dalla torinese "Gazzetta del Popolo", all'epoca quotidiano di rilievo. L'Inghilterra sta vivendo «il suo autunno con stile, e anche con grazia», ma è pur sempre un grande Paese, un Impero vastissimo, rispetto a una Italia «paese mezzo industriale, mezzo contadino e piuttosto provinciale».
Il periodo londinese segnerà la sua esistenza e questo libro così gradevole, sapiente ne è la riprova una settantina di anni più tardi li ha modo di vedere la realtà londinese, dove vi è un determinato stile di vita.
I ritorni in Italia lo pongono davanti ad un Paese dove tanti sono gli squilibri e tante le anomalie. Fra queste, per lui di cultura liberale, c'è l'industria pubblica (così debordante nella sua Genova) e soprattutto l'Eni di Enrico Mattei che il quotidiano al quale è approdato, il "Corriere della Sera", attaccherà insistentemente con la pena puntuta di Indro Montanelli. Al quale, per una volta, Mattei replicherà con dovizia di dati consigliandolo di farsi, la prossima, consigliare per i bilanci da un buon ragioniere. Tornato nell'Italia del "miracolo economico", nel 1962, Piero Ottone andrà a vedere cosa succede nelle grandi periferie, nelle "coree" del Nord Milano dove gli immigrati veneti e meridionali si sono ammassati a migliaia. Il "Corriere" non aveva grande dimestichezza con questi temi che il concorrente diretto (il "Giorno" di Italo Pietra) trattava spesso.
In seguito dopo il boom economico che aveva portato prosperità e benessere al nostro paese, inizia seppure lievemente la fase calante e soprattutto il divampare del 68’ e dell’autunno caldo del 69’ e gli anni di piombo e quindi la nascita delle Brigate Rosse che hanno commesso molti delitti come quello di Aldo Moro del 1978’ e del terrorismo nero di stampo neofascista con delitti a Piazza Fontana nel 69’, la strage di Piazza della Loggia a Brescia nel 74 e al treno “Italicus” ecc….
A livello politico ha continuato ad esserci sin dal 47 ‘ quando De Gasperi ruppe con le sinistre, il dissidio tra DC e PCI che ha cercato invano di andare al potere senza mai riuscirci e la lotta tra i due maggiori partiti italiani in concomitanza con la guerra fredda fra Usa ed Urss, è durata fino al crollo del Muro di Berlino dell’89’ che ha posto fine alla guerra fredda tra le due superpotenze mondiali.
Da allora si pensò che fosse giunto momento di riformare il partito che per anni era stato di Togliatti con la svolta della Bolognina e costituire il PDS, poi DS fino ad arrivare alla costituzione del PD del 2007 in cui confluirono anche alcuni militanti della ex Dc e questo era il segno tangibile che ormai crollato il Muro, non vi fosse per il partito di De Gasepri alcuna ragione per non andare d’accordo.
Anni prima, e precisamente nel 92’ scoppia il caso “Mani pulite” un’inchiesta a 360° che ha visto coinvolte personalità de mondo politico ed imprenditoriale e la fine di alcuni partiti storici come la DC, Il PSI e la nascita di Forza Italia ad opera di un imprenditore milanese che si è fatto strada da solo che è Silvio Berlusconi costruendo un impero finanziario ed è stato al potere salvo avvicendamenti per circa 20 anni.
Tuttavia nel libro si parla anche dei giornali nel nostro paese dal Giornale fondato da Indro Montanelli nel 1974, al Corriere della Sera ed alla Stampa e di altre personalità fuori del giornalismo ma allo stesso tempo importanti come gli Agnelli e Carlo De Benedetti che prima vende la sua azienda in cambio di azioni della Fiat divenendo Amministratore delegato poi li rivende ottenendo in cambio soldi liquidi.
La crisi attuale ha avuto ripercussioni anche sulla Fiat che è stata costretta a licenziare e mettere in cassa integrazione molti dipendenti.
Chi lo avrebbe detto, visto che negli anni d’oro dell’economia italiana aveva dato lavoro a molti italiani compresi gli emigranti mentre adesso è stata costretta a ridurre il personale
Ma oltre alla fase stagnante della nostra economia, assistiamo ad una società nichilista dove si sono persi dei valori (il sociologo Z: Bauman parla di società liquida) come l’amore ed il rispetto reciproco,sia tra genitori e figli sia tra estranei.
Ultimamente l’autore del libro purtroppo sta assistendo ad un depauperamento dell’economia del nostro paese, con conseguente crescita della disoccupazione sia per i giovai in cerca di prima occupazione, sia per coloro che hanno perso il lavoro a causa della chiusura delle aziende presso le quali hanno lavorato o di persone che magari hanno un lavoro ma a che a causa dell’alta percentuale delle tasse a malapena riescono a far fronte alle proprie spese.
Il libro parla anche delle testate giornalistiche che sono asservite al potere peccando di mancanza di obiettività come stabiliscono le norme in questo settore e cioè di limitarsi a riportare i fatti in maniera corretta evitando di essere faziosi.
Biagio Gugliotta.
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