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Recensione libro:Non solo euro di Massimo D'Alema |
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19/06/2014 | Nel libro di Massimo D’Alema “Non solo Euro” edito dal Rubbettino, si parla di un Europa divisa, in contrapposizione al disegno unitario preconizzato dai padri fondatori: De Gasperi, Shumann ed Adenauer. Da ciò emerge l’urgenza di imprimere una svolta radicale al progetto di costruzione europea e alle politiche dell’Unione che prenda il via e si sviluppa una proposta concreta per un’Europa che vada finalmente oltre l’austerità. Un’Europa più democratica e solidale, che punti su lavoro, innovazione e crescita sostenibile, in grado di recuperare il proprio ruolo sullo scenario internazionale. Di fronte al rischio di un’avanzata delle forze antieuropeiste e dei movimenti populisti, il libro indica un percorso possibile verso un’Europa che riparta dai propri valori fondanti e che, consapevole della propria unicità e delle proprie potenzialità, torni a rappresentare una speranza per le giovani generazioni. E’ un’appassionata esortazione affinché i progressisti affrontino gli appuntamenti cruciali che ci attendono forti di un europeismo rinnovato, che guardi al futuro.
l’Unione non è stata in grado di proteggere i cittadini da una globalizzazione senza regole di cui sono state vittime le classi meno abbienti e le disuguaglianze sono enormemente cresciute e con esse la disoccupazione e la povertà e solo in Germania la situazione economica è migliore
Pertanto bisogna cambiare la politica puntando ad un’Europa più democratica e vicina ai cittadini e cambiare le politiche, liberando da meccanismi che le impediscono di sprigionare risorse, orientando le scelte concrete in favore della crescita e del lavoro, non solo attraverso il mercato unico e le riforme strutturali, ma anche medianti interventi strutturali di investimento da parte degli Stati Nazionali e della stessa Unione,così come d’altro canto,avviene in tutto il mondo a partire dagli Stati Uniti.
Dal libro si evince che il centro sinistra italiano ha fatto molto per ridurre il deficit pubblico ed azzerato lo spread tra i nostri titoli di stato e quelli tedeschi a differenza di quanto abbia fatto Berlusconi ed il centro – destra che con l’allontanamento del paese dei principi e dei criteri stabiliti a Bruxelles e protagonisti della perdita di credibilità di un’Italia sullo scenario europeo ed internazionale che ha toccato nell’ultima fase del governo di centro destra il suo punto più basso.
Inoltre viviamo in un mondo plurilaterale in cui le istituzioni multilaterali svolgono un ruolo accanto a centri di influenza sovrani, attori non statali non governativi e talvolta non invitati e non graditi: non ci si può illudere di risolvere i dilemmi della sicurezza con formule del secolo scorso.
Inoltre non possiamo immaginare un futuro comune ne per La Nato, ne per la Russia, se non sullo sfondo di questo nuovo scenario, problematico, ma anche pieno di opportunità da saper cogliere congiuntamente.
In definitiva occorre una riforma a 360° dell’Unione Europea sul modello delineato dai padri fondatori nel dopoguerra.
Biagio Gugliotta.
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