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Ulderico Pesce porta il suo teatro nella casa circondariale di Matera |
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10/06/2014 | Domani 11 giugno alle 15 Ulderico Pesce porta il suo spettacolo “Asso di monnezza” nella casa circondariale di Matera. “Entrare in un luogo di pena della mia terra e narrare storie di malavita che hanno potuto caratterizzare anche il passato di chi verrà ad ascoltarmi, e che oggi magari sta scontando la pena, mi da un ruolo di grande responsabilità. Alla fine del lavoro è previsto un dibattito con i detenuti, per me ascoltarli sarà più importante di parlare. Sono entrato per lavoro in molti carceri italiani, compreso Potenza, ora Matera, voglio rendermi conto di persona come stanno, spero che non siano lesi i principali e basilari diritti umani anche se, purtroppo, la situazione delle carceri italiane è teribile per via del sovraffollamento.”
La pièce, nata prima di “Gomorra” e dell’emergenza rifiuti in Campania, racconta dei traffici illeciti di rifiuti urbani, di quelli industriali, del loro smaltimento nelle discariche illegali nelle mani della mafia e della camorra.
E’ la storia di Marietta e della sua famiglia. Marietta è nata nella periferia di Napoli, a Pianura. Il balcone della sua casa si affaccia su una discarica di “monnezza” dove da 40 anni sono state sversate tonnellate di rifiuti, tra i quali 1000 tonnellate di liquidi chimici pericolosissimi provenienti dall’Acna di Cencio. Nata in una famiglia poverissima il suo primo giocattolo l’ha trovato proprio in questa discarica: una bambolina spelacchiata che ancora conserva; ma la discarica e i suoi fumi tossici le ha portato via tutta la famiglia, i genitori e una sorella stroncati tutti da tumori.
Rimasta sola Marietta si sposa con Nicola e va ad abitare in una masseria agricola a Giugliano, alle porte di Napoli, dove presto arriverà un’altra discarica: dove arriva Marietta arrivano le discariche.
Marietta è marchiata dalla “monnezza” pertanto la odia ma, dopo un viaggio fatto a casa della sorella Marisa, nel quartiere Colli Aniene di Roma, dove si fa la raccolta differenziata porta a porta, e dove i rifiuti vengono riciclati, cambia vita. Torna a Giugliano, che come sempre è sommersa dai rifiuti e cerca, invano, di convincere le autorità a praticare gli stessi metodi scoperti nel quartiere di Roma. Nulla potendo comincia a praticare la raccolta differenziata porta a porta in assoluta autonomia e grazie all’aiuto dei figli Antonio e Vincenzo.
Se Marietta e i figli raccolgono l’immondizia il marito Nicola e l’altro figlio Cristian la “nascondono”, nel senso che sono due malavitosi che smaltiscono, in cambio di molti quattrini, rifiuti industriali pericolosissimi provenienti dal Nord che loro gettano nel mare, nei fiumi, in discariche o direttamente sulla terra agricola.
Il conflitto tra Marietta e il marito Nicola diventa il conflitto tra due modi di concepire l'ambiente la legalità e la vita in genere.
Sul sito www.uldericopesce.it è attiva una petizione popolare affinché il reato contro l’ambiente venga inserito nel Codice Penale italiano.
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