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Mimmo Carlomagno:un racconto tra musica, sogni e Lucania |
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24/05/2014 | Dici Mimmo Carlomagno e pensi ad un pezzo importante di storia canora (e non solo) della Basilicata, in particolare dell’area sud. Anzi no. Perché quella di Mimmo è la “Lucania”, tra folk e musica leggera, tra tradizioni raccontate e sogni trasmessi attraverso la musica e anche attraverso “le piccole cose”. Oggi quelle piccole cose sono raccolte anche in un libro. E’ un diario, che Mimmo comincia a scrivere e poi abbandona per un po’ di tempo, per poi riprendere, proprio come quando senti il bisogno di raccontare e raccontarti non per forza, ma quando il fuoco arde dentro e non riesci a trattenere note e parole. Il libro si chiama “Viaggio nella musica che non c’è” ed è stato scritto in un periodo di tempo abbastanza esteso, dal 1999 al 2013. “..I prati e i campi arati sono stati i sentieri della mia infanzia. Ma i campi arati sono sempre meno e i rovi invadono i vigneti dove la mano del contadino non opera più” scrive. Ed è forse questa la spinta emotiva che porta Carlomagno, dalla sua terra, Lauria, a raccontare la sua vita che è sempre stata la sua ispirazione, la sua famiglia, i suoi paesaggi. Attraverso racconti di parole e di scatti fotografici, viene narrata una vita che non è solo dell’autore, ma è di una società che, a tratti, forse non c’è più. E di un pezzo di Basilicata fatto di montagne incontaminate e di musica che echeggiava da un garage. Erano gli anni Sessanta. “I primi televisori li avevano solo le famiglie benestanti del paese, in campagna nemmeno si riceveva il segnale”. L’amore per la musica andava oltre le difficoltà e il lavoro precario. “Con i matrimoni si racimolavano le spese nemmeno per la benzina dopo un po’ mi presero in un cantiere edile a fare il manovale”. Il cantiere era a Moliterno. “Mi venne la felice idea di dare a Baudo due miei dischi, poi scoprii, quando finì la festa, che li aveva buttati sotto al palco. Da allora non ho più dato niente a nessuno di questa gente che poi, in fondo, non può darti niente”. Ma la passione era più forte dello scoramento e fu lì che arrivarono i successi: era l’epoca delle prime radio libere ed una nasce anche a Lauria; Mimmo entra nelle case attraverso la radio; poi arrivarono i concorsi canori, fino all’album “..ed era tempo”, che suscitò persino l’interesse della Rai. Il successo discografico di quegli anni di Carlomagno passa dalla massiccia presenza di festival canori, organizzati anche in Basilicata. Tra questi il “Cantapollino”, storica manifestazione promossa a Francavilla in Sinni dal compianto Franco Scillone. Era il Castrocaro lucano. Oggi Mimmo Carlomagno rivive e rinasce. Non senza malinconia, con un po’ di rammarico, ma con la fermezza di chi sa che le proprie radici riusciranno a mantenerlo ben saldo alle meraviglie della vita. A metà tra consapevolezza e sogno.
Mariapaola Vergallito
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