“L’estate Sanpaolese”, “Verja Shënpaljote”, anche quest’anno, grazie all’amministrazione comunale, guidata da Anna Santamaria, toccherà le note sensibili del teatro, del folclore e della musica. Note che richiameranno come ogni anno tantissimi turisti e curiosi a scoprire uno scrigno di cultura e di storia, di uomini e di donne la cui origine è fatta risalire ad una immigrazione albanese successiva alla caduta di Corone, città della Morea, avvenuta nel 1532 ad opera dei Turchi. Chi arriva quassù respira aria incontaminata, ma respira anche la cultura, le tradizioni di una piccola- grande comunità. San Paolo è soprattutto questo, non solo d’estate. A testimoniarlo i bei visi di donne, segnati dal tempo, donne che indossano ancora tagli di costume della “Terra delle Aquile”. Un affascinante mondo di frontiera che riesce a rapirti con i suoi ritmi, i suoi profumi. Dove antichi racconti ti accompagnano, prendendoti per mano, in un mondo reale, ma al contempo fantastico, dove “l’uomo” parla ancora con la natura. La musica, il teatro, la danza sono nel cuore, nella mente, nel sangue di ognuno, ricordano le valije del martedi di Pasqua, con i suoi cerchi con le sue allegorie,una continua festa della memoria e dell’armonia. Le viuzze del paese ti accolgono come solo questa gente sa fare, mentre solo suoni ritmati spezzano i silenzi. E il silenzio, qui, tra bellissimi portali, case di pietre messe una sull’altra da sapiente mani, merletti d’altri tempi, ha la forza di divenire suono piacevole, che sottolinea la purezza della gente che abita questa terra baciata dalla natura. Profumi intensi che ti invitano a riflettere, ma anche a guardare con gli occhi di un bambino il cielo, gli alberi, l’acqua delle sorgenti. Grani di un lungo rosario di realtà che si possono vivere intensamente, mai ostentate, ma neppure nascoste. La mostra dell’artigianato e della cultura materiale albanese è una di queste realtà, organizzata originariamente in tre sezioni: la casa abitata, il ciclo della lavorazione della ginestra, la preparazione del vino. Era, in sostanza, il nucleo embrionale di quel “Museo della Cultura Arbëreshe” che sarebbe diventato oggetto di una vera e propria scommessa, che richiama quotidianamente gente semplice e studiosi a guardare semplicemente o a studiare un mondo lontano che da secoli è tra noi , che da centinaia di anni arricchisce il patrimonio sociale e culturale del nostro “Bel Paese”. Il programma estivo cercherà di fare incontrare nei prossimi giorni “l’uomo” con l’arte della musica e della parola, a iniziare da domani 7 agosto, con lo spettacolo teatrale “Novecento” di e con Ulderico Pesce; due giorni dopo, martedi, la scena si apre con “Sono nato comico”, spettacolo di cabaret, con Enzo e Sal; giovedi 18 grande serata di varietà con “l’Associazione musicale Napolincanto” che presenta lo spettacolo “ Preferisco il novecento”. Sabato 20, la musica popolare, “Folk popolare”, del gruppo musicale “Sbandamenti” chiuderà il cartellone estivo. Vincenzo Diego
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