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A Spinoso Il Monello di Chaplin chiude la rassegna 'Zero in Condotta' |
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17/03/2014 | “Il monello” (1921) è il primo lungometraggio in cui Charlies Chaplin (1889-1973) affina le caratteristiche di eterno “non integrato” e “non allineato” del suo famosissimo e fortunato personaggio Charlot (che quest’anno si celebra i cento anni dalla sua prima comparizione sullo schermo), mentre la satira sociale si radicalizza mostrando con toni sempre più polemici l’altra faccia “dell’American way of life” e dei suoi valori, come il supposto benessere per tutti. Con la proiezione all’Auditorium Giovanni Paolo II (ore 10.00) del capolavoro di Chaplin si chiude la prima edizione della rassegna “Zero in condotta”, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Viggiano e che ha fatto da contenitore per un certo cinema classico insieme ad una cinematografica più riflessione prodotta negli ultimi anni. Il “monello” è un film largamente autobiografico per quel riguarda l’infanzia povera di Chaplin nei quartieri popolare di Londra. La storia è quella di un povero vetraio che raccoglie e alleva un bambino abbandonato dalla madre, vittima di un seduttore. Ma la donna, una volta diventata ricca, ritornerà a riprendersi il bambino. Tenero e umoristico, realistico e lirico, nel “Il monello”, che ha fatto ridere e commuovere generazioni di bambini, si ritrovano tutte le gag fisiche del genere “slapstick-colpo di bastone” (gli attori corrono all’impazzata, cadono rovinosamente, scampano miracolosamente a mortali pericoli, camminano in precari equilibrio) tipico del cinema comico anni dieci-venti del secolo scorso. Un successo che dura da oltre novant’anni in cui Chaplin recitava insieme al prodigioso attore bambino Jackie Coogan. Il capolavoro nel 1971 è stato rieditato dall’autore il quale eliminò alcune scene per sostituirle con una partitura musicale composta da lui stesso. Di recente è stato restaurato con tecniche fotochimiche e digitali dall’Immagine Ritrovata di Bologna. |
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