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Il Musma ricorda l'artista Carla Accardi, scomparsa ieri

24/02/2014

Il mondo dell’arte perde una grande artista e una donna tenace e generosa, Carla Accardi, protagonista dell’arte astratta e fondatrice del Gruppo Forma 1, insieme ad Attardi, Turcato, Consagra, Perilli, Dorazio e Sanfilippo
Il MUSMA ha avuto il privilegio di ospitare nel 2013 l’ultima personale dell’artista, nata a Trapani nel 1924. La mostra è stata tra le più visitate e amate dal pubblico nella scorsa stagione espositiva ed è stata completata da una attenta attività didattica molto apprezzata dall’artista siciliana che credeva nelle giovani generazioni e apprezzava il fatto che quattro giovani donne gestissero il Museo.
Grande sostenitrice del MUSMA, fin dalla sua nascita seguita passo passo con Giuseppe Appella, suo amico fin dai primi anni Sessanta, Carla Accardi ha realizzato nel 2006, appositamente per il museo, le otto forme dell’opera dipinta Si adagiarono sparse che racchiude in sé tutte le caratteristiche dell’universo compositivo dell’artista, un lavoro fondato su segno, superficie, luce e colore, particolari che si ritrovano anche nei “Coni”, in ceramica, del 2004, allestiti nella sala 10 di Palazzo Pomarici e più volte esposti nelle mostre che i Musei e le gallerie di tutto il mondo le hanno dedicato nel corso dei decenni. Non a caso, l’opera di Carla Accardi chiude la visita guidata del Museo costantemente rivolto al futuro.
Uno degli elementi portanti del suo alfabeto pittorico, cresciuto alla scuola di Matisse e indagato nel 2012 nella mostra al MIG di Castronuovo Sant’Andrea, è essere il primo segno la matrice del secondo che diventa il punto di partenza del nuovo, sempre diverso, teso a indagare nelle microstrutture biologiche, nel mondo della geometria, nelle molteplici diversità dei materiali.
Ha scritto la Accardi in una cartella del 1985, dal titolo emblematico La pittura è essere soli: “Togliere una paralizzante misteriosità intorno all’arte ma mantenerle un mistero. Parto dal sogno ed è un sogno di gioia. Un amore così perfetto che indovini il suo segreto. L’arte non può cambiare il mondo ma può mutare la coscienza di uomini e donne che potrebbero cambiarlo. Aetos Prometheus (aquila provvida). Il dio che ha rubato il fuoco alla ruota del sole. Protagonista quando ho procurato dolore. Non rinnegare la coscienza di sopravvivere. La vita è troppo breve per l’eternità dei sentimenti”. Ed è quello che ha cercato di raggiungere per tutta la vita: “mutare la coscienza di uomini e donne attraverso l’arte” e catturare l’eternità dei sentimenti con le sue opere, attraverso una ricerca artistica caratterizzata da una costante ed energica interrogazione sul linguaggio dell’arte dall’immediato dopoguerra a oggi, senza mai essere fuorviata da esperienze in cui non potesse identificarsi. Forte e appassionato anche il suo impegno civile. Nel luglio del 1970 redige, infatti, insieme a Carla Lonzi ed Elvira Banotti il Manifesto di rivolta Femminile, in cui sono contenute affermazioni di grande attualità con una evidente presa di coscienza della parità dei sessi. E Carla Lonzi di lei scrive, sintetizzando un mondo che rimarrà sempre vivo grazie alle sue straordinarie opere: “La Accardi ha trovato un modo di visualizzare il caos degli stimoli psichici, di classificarli per affinità morfologica e intensità di suggestione, di controllarne l’indefinito fluire”.
In questo triste momento, sono vicini alla figlia Antonella, il Direttore del MUSMA, Giuseppe Appella, il Presidente della Fondazione Zétema, Raffaello De Ruggieri, lo staff del Musma (Marcella Bruno, Mariella Larato, Brunella Miglio, Simona Spinella) la Soprintendente Marta Ragozzino e l’intera città (Carla Accardi sosteneva con convinzione Matera Capitale della Cultura per il 2019).



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