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“Borgo albergo” Marsiconuovo: Ricettività diffusa, fenomeno turistico italiano |
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1/02/2014 | Oggi le parole chiave per interpretare nuovi bisogni e nuove esigenze del “consumatore” di località turistiche sono “inedito e autentico”, che significa in poche parole che i turisti ricercano destinazioni e mete “fuori dai luoghi comuni”, lontano, non solo in termini di distanza, ma in termini di sostanza, dai soliti posti. A sottolinearlo è Tonino Palumbo, direttore del CAT (Centro Assistenza Tecnica)-Confesercenti che si occupa della fase tecnico-progettuale in affiancamento al Comune di Marsiconuovo del progetto “Borgo Albergo”. Il Comune di Marsiconuovo, il 20 gennaio scorso, ha pubblicato il bando per l’assegnazione di contributi finalizzati al recupero e all’adeguamento di immobili (700 mila euro in totale).
Le nuove tendenze di vacanza a 360 gradi trovano la loro risposta, la loro naturale soddisfazione, nell’ospitalità diffusa, cioè in forme di ospitalità che della salvaguardia dei luoghi, dell’ambiente e degli stili di vita hanno fatto la loro ragion d’essere. Le aspettative odierne di quanti acquistano un pacchetto vacanza, che sia un soggiorno in albergo o in appartamento, per visitare una città o partecipare ad un evento, non sono riconducibili al semplice acquisto di un servizio, quanto piuttosto all’acquisto di un vero e proprio passaporto per entrare in contatto, e far parte integrante, di una nuova comunità. Un soggiorno in una nuova località è percepito come la possibilità di accedere ad uno stile di vita inconsueto e desiderato, comunque diverso da quello abituale, e se la destinazione non è in grado di permettere il concretizzarsi di questa immaginazione, rischia di diventare un luogo scontato, e di perdere la sua capacità evocativa.
Secondo alcuni istituti di ricerca, da parte soprattutto degli stranieri che scelgono l’Italia come meta turistica, cresce l’interesse per il turismo di scoperta del territorio e delle tipicità locali, nonché per: nuove motivazioni riassumibili in particolare nel concetto di “Living Culture”; nella ricerca di un’esperienza autentica dei luoghi; nella riscoperta delle tradizioni e delle risorse locali; nell’interesse per nuovi modelli di vacanza che combinino le abituali attività ricreative, con nuove esperienze culturali.
Dalle ricerche emerge, pertanto – dice ancora Palumbo - come il consumatore turistico sia molto scrupoloso e oculato nelle scelte delle nuove località di destinazione e riponga maggiore attenzione nella qualità dei consumi orientati non più solo alle mode e ai prezzi, anche in periodo di crisi, ma anche ai contenuti e ai significati e dunque verso esperienze autentiche : i nuovi turisti sono più maturi e più “consapevoli” e tralasciano le mete tradizionali perché cercano emozioni ed esperienze più vere, più a contatto con la natura, la cultura e la gente dei luoghi visitati. Questi trend trovano il loro naturale corrispondente nell’ospitalità diffusa, in forme di ospitalità cioè che in Italia si sono evolute significativamente negli ultimi anni e che si stanno diffondendo offrendo circa mille opzioni collocate in altrettante opzioni territorialmente definite.
Di fronte a tale evoluzione della domanda turistica, le destinazioni che oggi intendono raggiungere o mantenere un vantaggio competitivo sul mercato globale, devono dotarsi di una serie di strumenti e metodi funzionali ad una precisa conoscenza della domanda attuale e potenziale, degli attori dell'offerta turistica, della concorrenza. Si tratta, in pratica, di passare da un approccio indifferenziato di marketing ad uno per prodotti-segmento, mediante la pianificazione di strategie di differenziazione/diversificazione della produzione (es. approfondimento delle linee di prodotto) e di posizionamento/riposizionamento, supportate da politiche di comunicazione e distribuzione mirate. La “Destinazione” dunque è da intendersi non tanto come mero luogo turistico, quanto come sistema integrato di risorse e attori che necessita di politiche comuni ed efficaci di gestione e commercializzazione del prodotto. Paesi albergo, Borghi albergo, case albergo e alberghi diffusi rappresentano la declinazione più adeguata di questo concetto di “destinazione”, e sono oggi una realtà che ha affiancato l’offerta di ospitalità tradizionale, incentivata anche da interventi specifici di regioni come la Sardegna, la Calabria, il Molise e la stessa Basilicata, che hanno predisposto anche un quadro normativo di riferimento, poiché ritenute più coerenti con lo sviluppo sostenibile.
Il Borgo Albergo - evidenzia il sindaco Domenico Vita, insistendo nel pieno coinvolgimento delle comunità locali interessate ad un percorso di rilancio turistico del territorio - è emerso come uno strumento, il “borgo” che coltiva l’arte dell’ospitalità, che si organizza e si impegna in modo “comunitario” e consapevole a sfruttare le sue risorse più semplici, come i prodotti alimentari locali, come le atmosfere tradizionali ancora rimaste vive, come le feste rurali e religiose, e diventa oggetto di acquisto non sporadico ed episodico, attraverso l’uso di tecniche di promozione meno artigianali e soprattutto più coordinate con altri comuni dell’area e altri borghi nel contesto di “area prodotto e di sito”.
Il concetto chiave cui si è ispirata finora la formula “Borgo Albergo” è quello di favorire lo sviluppo ricettivo dei centri storici urbani, mediante la trasformazione e l’adattamento di camere e case da destinare alla ricettività, mettendole a disposizione dei turisti attraverso il Comune, la Pro Loco, le Cooperative e le Associazioni di categoria. In questo quadro – conclude il Borgo Albergo è una forma di ospitalità diffusa.
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