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Filiano, Shoah: fumetti per non dimenticare |
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28/01/2014 | Oggi che stanno venendo meno i testimoni della Shoah si aprono per la memoria strade nuove. L’asse di trasmissione del passato si sposta dal versante della memoria vissuta a quello della memoria culturale. Pertanto la possibilità di accedere alla conoscenza del passato si lega sempre più alla mediazione dei testi narrativi. La costruzione della memoria passa così dal terreno in cui la storia narrata coincide con l’esperienza vissuta, dove chi racconta è anche chi ha vissuto personalmente l’evento, al terreno in cui chi racconta non ha vissuto personalmente i fatti ma si fa carico di trasmetterli e conoscerli in qualità di autore e lettore di un testo. Attore della memoria diventa chi sceglie di raccontare una storia che ha riguardato altri uomini come se fosse la propria.
Può essere il fumetto uno strumento per trasmettere la storia alle nuove generazioni ed educare alla conoscenza ed alla memoria della Shoah?
Ebbene, oggi la Shoah, il cui ricordo di celebra il 27 gennaio, è raccontata in una mostra “I Fumetti della Memoria. La Shoah raccontata a strisce” che raccoglie i capolavori di maestri delle artistiche illustrazioni, organizzata dalla Pro Loco di Filiano, in collaborazione con la locale Biblioteca e con il patrocinio del Comune di Filiano.
La piccola mostra, in essere dal 1 febbraio e che vedrà la sua chiusura l’8 febbraio, vede esposte strisce e copertine di diverse opere albi, seriali o vere e proprie graphic novel, affiancati da commenti e frasi chiave che il curatore (Vito Sabia, già autore del volume “La Shoah raccontata dai Fumetti”, pubblicato dalla Pro Loco Filiano e dal Comune di Filiano nel 2011) ha scelto con grande cura. Si leggono e si osservano in accompagnamento a quelle immagini di terrore che oggi accompagnano un po’ tutti e che hanno inferto ferite profondissime anche a chi non sa cosa voglia dire quel periodo.
Vi si trovano esposti diversi fumetti seriali insospettabili parlare di questo tema, magari attraverso un solo numero, come Dylan Dog di Tiziano Sclavi (il titolo del numero è “Doktor Terror”), Wolverine e Martin Mystere. Addirittura, negli Stati Uniti, anche i supereroi non hanno fatto finta di nulla: Magneto, nemico storico di X-Men, evidenzia l’infanzia vissuta sotto l’ombra del nazismo. Tra le graphic novel da ricordare certamente “Maus” di Art Spiegelmann, opera biografica del vissuto del padre dell’autore, “Auschwitz” di Pascal Croci caratterizzato da grande pathos e una profonda documentazione storica, “Yossel April 19, 1943” di Joe Kubert, con tavole a matita di grandissimo impatto emotivo. La metafora degli animali per raccontare l’Olocausto trova terreno fertile anche negli anni ’40 nel volume “La Betè est morte”, in cui Francois Calvo fa diventare Hitler un lupo. Ma c’e’ anche spazio per i bambini, ad esempio attraverso la “Stella di Esther” di Eric Heuvel: insegnare anche ai bambini, senza ipocrisia e senza nascondere loro la verità, è un altro dovere. Certo, con i mezzi e le parole giuste, ma senza far finta ai loro occhi che nulla sia successo.
Alla mostra è associato un reading visuale, condotto da Vito Sabia destinato ai ragazzi della Scuola Secondaria di I grado, che avrà luogo sabato 1 febbraio 2014 alle ore 9.30 presso il Centro sociale “Prof. G. Lorusso” in Filiano.
«Il fumetto sembra – dichiara Vito Sabia - un mezzo particolarmente adatto ad indagare la Shoah. Si tratta di un medium narrativo e le narrazioni, che ci stanno attorno e che noi stessi partecipiamo a costruire, sono espressione di modi di pensare e di sentire tramite cui diamo un senso alla nostra esperienza. Si ha pertanto l’idea che il fumetto possa risultare un valido ausilio per una cultura del ricordo anche in quanto narrazione multimediale che intercetta potenzialità conoscitive giovanili molteplici e in mutamento, basate sulla forza delle immagini e sull’esperienza del virtuale, sulla velocità dei contesti spazio-temporali in cui ci si muove e sull’interazione quotidiana con le nuove tecnologie.»
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