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Recensione di “La buona polica” di Valdo Spini |
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31/12/2013 | Nel libro dal titolo “La buona polica” edito dalla Casa Editrice Marsilio, Valdo Spini ripercorre le fasi della sua vita accademica e politica, non prima aver parlato di Machiavelli autore per antonomasia del bel capolavoro “Il Principe” che può essere considera il fondatore della moderna scienza politica che ha avuto un ruolo importante nella vita politica fiorentina nel periodo dell’alternanza tra Repubblica e i Medici che lo accusarono ingiustamente e poi confinato nella sua tenuta.
Nel suo escursius politico, figura la sua iscrizione a 14 anni nelle giovanili del PSI e dopo anni di militanza nel partito, viene eletto deputato, ed inizia un nuovo percorso come parlamentare dove entra in contatto con Bettino Craxi, Claudio Martelli e molti altri esponenti di spicco.
Nell’allora PSI predominavano le correnti per cui vi erano dissidi all’interno del Partito.
Ma ha avuto anche qualche incarico ministeriale in particolare durante il governo Ciampi e soprattutto forte della sua laurea in economia è stato assistente prima e professore associato poi, lavorando in particolare con Fausto Vicarelli, nonché autore di vari libri
Egli ha visto scomparire il suo partito con lo scandalo Tangentopoli dove furono inquisiti oltre ad esponenti di spicco della Dc anche esponenti del PSI come Bettino Craxi e Gianni De Michelis.
Il libro affronta anche il periodo successivo e cioè il ventennio Berlusconiano che andò al potere con le elezioni del 94’ e vi rimase salvo brevi interruzioni in cui si alternò il centro sinistra con Romano Prodi, ed altri che non sono riusciti nell’intento di cambiare il nostro paese partendo dalle riforme istituzionali in primis il sistema elettorale che ancora oggi nonostante modifiche come il Matterllum di Mattarella e soprattutto la famigerata legge del Porcellum di Calderoli che ha peggiorato la situazione politica.
Il problema delle riforme istituzionali è stato affrontato anche negli anni 80’senza alcun esito ed ancora oggi la politica italiana è in una fase di stallo.
Poi a complicare le cose ci sé messa il default dell’economia in seguito al crollo delle Leman Brothers negli Stati Uniti d’America che ha avuto ripercussioni negative su molte economie europee come la Grecia, l’Irlanda, la Spagna e l’Italia.
Dopo il disastro del governo Monti e le successive elezioni dello scorso febbraio, si pensava che il nuovo premier avesse risollevato le sorti del paese.
Invece non è stato così e le vittime sacrificali sono state le classi più deboli che hanno perso il lavoro in quanto molte aziende sotto il peso della pressione fiscale e per il calo della loro produzione sono state costrette a chiudere.
Per non parlare dei giovani che non riescono a trovare un’occupazione a tempo indeterminato.
Sulla base di quest’agghiacciante verità ci chiediamo:
Quale sarà il futuro del nostro paese?
Certamente non positivo se non saranno approntate le dovute contromisure per arginare la piaga dilagante della disoccupazione.
Oggi alle soglie di quella che sarà forse considerata la terza Repubblica, bisogna evitare di fare scorciatoie i cui effetti negativi li stiamo vivendo sulla nostra pelle.
Occorre lavorare per costruire piattaforme programmatiche e soggetti politici in grado di svolgere bene il proprio lavoro.
Biagio Gugliotta
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