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Strenna Sinisgalliana 2013, omaggio a Rocco Scotellaro |
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25/12/2013 | Raccolti intorno ad una antica culla restaurata, simbolo del Natale alle porte, si sono ritrovati nella Casa delle Muse di Sinisgalli a Montemurro, il giornalista Rai, Rocco Brancati, il direttore della Fondazione, Biagio Russo, Giuseppe Palumbo e l’editore della Lavieri, Marcello Buonomo, per conversare intorno alla figura di Scotellaro e ai suoi rapporti con il poeta-ingegnere di Montemurro.
La manifestazione si è articolata in due momenti: la presentazione del volume di Giuseppe Palumbo, Uno si distrae al bivio. La crudele scalmana di Rocco Scotellaro (Lavieri Edizioni, Villa d’Agri 2013) e lospettacolo teatrale,Il filo d’erba. Omaggio a Rocco Scotellaro, di Dino Becagli.
Grande e attenta è stata la partecipazione del pubblico, protagonista di un evento organizzato per la prima volta dalla Fondazione nella Casa delle Muse dopo l’inaugurazione del 20 ottobre scorso.
Brancati ha elogiato la coerenza del lavoro che la Fondazione sta portando avanti e ha auspicato la creazione di una rete fra le tante iniziative culturali realizzate in Basilicata, nonché la raccolta del ricco materiale documentale sugli intellettuali lucani, a volte apprezzati più fuori che dentro i confini regionali.
Proprio attraverso un lavoro di ricerca, illustrato dal direttore, è stato possibile recuperare le testimonianze dell’amicizia fra Scotellaro e Sinisgalli. Il primo contatto è dimostrato da una lettera del 1946 che il giovane poeta di Tricarico scrisse al già affermato intellettuale di Montemurro per essere annoverato fra i suoi amici e suggerirgli di animare un circolo di scrittori lucani intorno ad una rivista letteraria. Tale invito sarà colto da Sinisgalli nel 1954 dopo la morte di Scotellaro, ospitando nella rubrica “Semaforo” di “Civiltà delle Macchine” i giovani scrittori, artisti e poeti della sua Basilicata: Stolfi, Parrella, Trufelli, Riviello, Masi, Padula, Guerricchio, Leone ecc.
Questo stesso richiamo alle origini ha mosso molti anni dopo Giuseppe Palumbo, illustratore di lungo corso, a studiare Scotellaro e a riproporne in forma di fumetto il primo racconto, Uno si distrae al bivio. La “scalmana” che agita il protagonista Giorgi Ramorra, alter ego di Scotellaro, è diventata parte integrante della vicenda personale di Palumbo. Il lavoro, iniziato nel 2003, è risultato molto faticoso a causa della visionarietà del linguaggio dello scrittore tricaricese. Il risultato è, non solo la sceneggiatura di un racconto, bensì un vero e proprio libro d’arte, destinato ad ogni genere di pubblico.
A conclusione della prima parte della manifestazione è stata presentata una testimonianza inedita sulla morte di Scotellaro, raccolta da Antonio Salvia durante l’ultima intervista al medico e scrittore lucano Rocco Mazzarone che di Scotellaro fu mentore e amico.
La seconda parte della serata è stata animata dal recital di Dino BecagliIl filo d’erba. La lettura di alcune poesie di Rocco Scotellaro è stata intervallata da filmati che hanno raccontato la vita di un giovane intellettuale, andato via di casa molto presto, rimasto orfano di padre, strappato prematuramente all’amore della madre, ma anche la vita di un poeta, scrittore, sociologo, sindaco, cantore e guida per i contadini del Sud, tormentati dalla miseria, ma desiderosi di riscatto. Un racconto che non ha mancato di emozionare i presenti, raccolti tutti intorno a quella culla ad ascoltare storie, come si faceva un tempo.
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