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Senise, svelato il dipinto del Sogno di Innocenzo III |
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14/08/2013 | Il giorno 13 agosto, nell’ambito delle festività del Santo Patrono S. Rocco, si è svolto a Senise, nella piazzetta S. Francesco, una solenne liturgia eucaristica presieduta da mons. Francesco Sirufo della parrocchia di Viggianello, delegato dal vescovo mons. Francesco Nolè, il conferimento della Santa Cresima a una cinquantina di giovani provenienti da Senise e paesi limitrofi. Nell’occasione, prima della liturgia, è stata svelata e benedetta una sacra immagine su tela, che riprende un’opera di Giotto, raffigurante S. Francesco che sostiene sulle spalle la Chiesa. Il dipinto è stato posto, per interessamento del Comune e della parrocchia di Senise, all’interno di una nicchia esistente venuta alla luce durante i lavori di ristrutturazione del luogo. La tela è stata protetta da vetro antisfondamento. Il dipinto, come ha sottolineato il parroco don Pino Marino, è stato donato da una famiglia di Senise per devozione a S. Francesco che ha voluto che restasse anonima. “Sarà Francesco a salvare la Chiesa”: sembrano profetiche le parole di Papa Innocenzo III che, incontrando il fraticello d'Assisi, ricorda di averlo visto in sogno arrestare la rovina della Chiesa innalzando le mani al cielo. Giotto rese eterno questo momento riproducendolo in un affresco: "Il sogno di Innocenzo III" appunto, dipinto nella Basilica di san Francesco ad Assisi. Durante un sogno il Papa vede l'umile Francesco che regge la Basilica del Laterano, che all'epoca rappresentava quello che oggi è San Pietro in Vaticano, cioè il cuore della Chiesa latina. Nel dipinto è riproposto il letto a baldacchino con il papa e due guardie dormienti, spostato però al lato destro, mentre a sinistra si svolge il sogno, con una basilica vistosamente inclinata che è sorretta con un gesto molto eloquente dal santo, che qui appare per la prima volta nelle vesti di frate. Oggi, però, quel racconto simbolico sembra una profezia dei tempi moderni, con una Chiesa in difficoltà e un nuovo Papa che, per la prima volta nella storia, ha scelto proprio di chiamarsi Francesco. La sua elezione, il suo nome, la semplicità con cui si è presentato ai fedeli, il richiamo alla preghiera e all'essenzialità del messaggio cristiano, a essere misericordiosi e ripartire dal basso per cercare Dio tra la gente, tra gli umili, sembrano legati a doppio filo con il sogno di Innocenzo III. Forse è solo una suggestione, ma è bello pensare che questo nuovo Papa, venuto dalla "fine del mondo" con la sua semplicità possa, con le sue mani levate al cielo, arrestare davvero il declino della Chiesa e mettere gli ultimi davanti ai primi.
Vincenzo diac. Terracina
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