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Recensione di “Toqueville e l’Occidente” |
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20/07/2013 | Nel libro dal titolo “Toqueville e l’Occidente” curato da Diana Thermes ed edito dal Rubbettino, raccoglie gli Atti del Convegno su questo tema svoltosi all’Università all’Università della Calabria all’indomani del biecentenario denna nascita del normanno e restituiscono la voce sempre più attuale, agli interlocutori toqvelliani che hanno avviato un dibattito sul tema della democrazia dalle contrapposte e correlate sponde europee ed americane.
Come tutti sapranno Touqueville ha scritto un importante libro dal titolo la democrazia in America che spiega in lungo ed in largo questa forma di regime presente negli Stati Uniti dove si è instillata sin da dopo l’ottenimento dell’indipendenza dalla Gran Bretagna.
Infatti la vera forma di democrazia che prevede a livello istituzionale la vera tripartizione dei poteri, preconizzata anche da Mauntesqueu, è in questo posto.
Anche se bisogna ammettere come riportato nel testo, che non tutti hanno potuto fruire delle libertà appannaggio solo di una classe.
Parliamo dei neri che sono stati per anni sfruttati e maltrattati e per anni non hanno potuto frequentare malgrado la guerra di secessione fosse lontana anni luce, gli stessi luoghi dei bianchi.
Ma si fa riferimento anche al fatto che la religione e lo stato devono essere separati senza alcuna interferenza e della contrapposizione con il regime aristocratico.
Parlando degli Stati Uniti, Touqueville sostiene nel primo capitolo de suo capolavoro, che negli Stati Uniti il principio della sovranità è assimilato ad un dogma che pur presente in quasi tutte le istituzioni umane, si è tenuto spesso nascosto e non di rado strumentalizzato.
Viceversa, in America esso ha il pregio di una costante visibilità e di essere sconosciuto dai costumi e proclamato dalle leggi.
Pertanto egli che ha viaggiato, ha avuto modo di sperimentare questa forma di governo che sotto certi aspetti è considerata la migliore delle altre forme, malgrado i propri limiti.
Parlando di questo fenomeno politico, afferma che l’istituzione e l’organizzazione della democrazia nel mondo cristiano è il grande problema politico del nostro tempo nell’ambito di una visione dell’Occidente definita da una declinazione politica democratica sviluppatasi sotto gli auspici “ Provvidenziali” del cristianesimo.
In conclusione cosa dire?
Che la democrazia malgrado i suoi difetti è l’unico sistema politico da adottare per le sue libertà fruibili dai cittadini malgrado vi sia la presenza delle classi e la conseguente distinzione tra ricchi e poveri.
Biagio Gugliotta
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