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Recensione di “La genesi del capitalismo e le origini della modernità” |
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3/07/2013 | Nel libro dal titolo “La genesi del capitalismo e le origini della modernità” edito da Rubbettino, Luciano Pelliicani oltre a fornire una documentata ricostruzione della storia del capitalismo, dalla rivoluzione del basso medioevo fino alle soglie della moderna società industriale, mettendo in rilievo sia i mutamenti del capitalismo nel corso dei secoli che iniziato con la figura del mercante si è passati a quella dell’imprenditore, sia per quanto attiene ai rapporti tra classi abbienti e classi povere quest’ultime sfruttate dalla borghesia imprenditrice che li ha sfruttati e malpagati.
Nell’affrontare questo problema, non poteva non parlare dell’impresa che ha soppiantato il vecchio mercante o il bottegaio per porsi come obiettivo il conseguimento del profitto.
Tutto questo non poteva piacere alla Chiesa che blandiva ogni forma di esercizio di attività commerciale ed industriale in vista della massimizzazione del profitto come lo era per i prestiti erogati maggiorati degli interessi.
Parallelamente all’evolversi del capitalismo fino ad assumere forme sempre più moderne, abbiamo assistito ad un mutamento della società in generale in particolare della società orientale che era strutturata in modo arcaico
Alcune civiltà mediorientali erano suddivise in caste e comandava chi stava in alto.
Molti stati capitalisti in passato, sia per accrescere il loro predominio sia per incrementare la loro ricchezza hanno cercato di colonizzare paesi che avevano molto da offrire per rimpinguare le loro tasche e sottomettendo i popoli colonizzati alla loro potestà.
Pensiamo alla tratta degli schiavi neri dell’Africa portati negli Stati Uniti d’America maltrattati e costretti a vivere in condizioni di miseria con un salario di sussistenza.
Quindi il capitalismo si presenta come un particolare modo di produzione centrato sul mercato, luogo in cui si incontrano la domanda e l’offerta dei beni e servizi e si svolge il gioco della concorrenza; tanto particolare, che è stato giustamente detto che “la vita economica si è dimostrata realtà solo dal momento in cui è apparso il capitalismo”.
E questo solo per i prezzi di mercato che sono gli investibili indici di scarsità ed il calcolo economico è possibile, tanto che uno studioso marxista ha dovuto convenire che è nel capitalismo e grazie ad esso che il principio di razionalità trova piena applicazione.
Il Capitalismo non è stato solo un fenomeno economico, è stato oggetto di analisi e di studi da parte di autorevoli filosofi che hanno visto la genesi e l’evoluzione ed hanno cercato di elaborare una loro tesi come riportata nel libro.
Il testo si conclude con la trattazione dell’inserimento del Giappone nell’economia – mondo creata dal capitalismo occidentale, che può essere spiegata partendo, come ha fatto Morischima, dell’etica neoconfuciana, ma conferma la tesi centrare di questo saggio, cioè la chiave per spiegare la genesi del capitalismo va ricercata nel sistema politico.
Biagio Gugliotta
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