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Festival dell’escursionismo a San Severino L.:4 giorni di eventi e escursioni |
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3/09/2024 | Si è concluso domenica 1 settembre, con un’escursione ai pini loricati di Serra di Crispo assieme all’alpinista Matteo Della Bordella, il Festival dell’Escursionismo a San Severino Lucano, giunto alla settima edizione, organizzato dalla Pro Loco di San Severino Lucano, che ha visto il succedersi di 4 giornate di conferenze, dibattiti ed escursioni sul Pollino. Si è parlato di montagna a 360 gradi, affrontando aspetti come l’etica e l’impatto ambientale dell’escursionismo, la sicurezza in montagna, le novità sorte nell’ambito della ricerca faunistica e botanica nel Parco del Pollino, per finire all’evento clou del Festival: un convegno a tema alpinistico dove il racconto delle spedizioni extraeuropee, alla ricerca di nuove pareti inviolate da scalare di Della Bordella, si è aggiunto a quello della nascita dell’alpinismo e dell’arrampicata nel Parco del Pollino.
Nella prima giornata, giovedì 29, è stato affrontato l’argomento dell’impatto ambientale dell’escursionismo e della sicurezza in montagna, relatori Saverio De Marco (Presidente Gruppo Lupi e Delegato Basilicata Wilderness Italia) e Francesco Maturo, (Presidente del Soccorso Alpino Basilicata), con un intervento di Andrea Vacchiano (Presidente Ass. Guide Ufficiali Parco del Pollino).
Ne emerge che anche l’escursionismo, come attività di fruizione della natura (nata in epoca recente negli ambienti della nuova classe media), sebbene sia stato da stimolo alla conservazione ambientale e alla creazione di aree protette, abbia anch’esso il suo impatto ambientale e che pertanto sia necessario sia un approccio etico, ispirato ai principi del “Leave No Trace” di americana memoria, ovvero al principio generale di “non lasciare traccia” durante le le escursioni (rifiuti, fuochi, danni alla vegetazione, oggetti sulle cime ecc), e sia un approccio gestionale, che regolamenti le attività outdoor in montagna e che implementi vigilanza e controlli nelle aree più delicate e sottoposte a maggiore afflusso turistico del Parco. Ma il discorso sull’etica, come ha affermato Maturo, si lega anche a quello sulla sicurezza in montagna: prudenza e improvvisazione mettono a repentaglio non solo la nostra vita ma anche quella di altre persone, compresi i volontari del Soccorso Alpino, che prestano le loro competenze nella ricerca di dispersi o nel caso di incidenti in montagna.
L’escursionismo sul Pollino attraversa ambienti e paesaggi mutevoli e permette di osservare gli animali selvatici, mentre i sentieri attraversano aree popolate da alberi monumentali: la serata di venerdì ha riguardato la divulgazione di alcune ricerche importanti dell’Ente Parco Nazionale del Pollino. È stata illustrata l’attività di ricerca e monitoraggio del gatto selvatico (relatore il dott. Alberto Sangiuliano), specie evocativa per il suo carattere elusivo e la sua presenza quasi invisibile dei boschi del Pollino; nella seconda relazione, il dott. Piovesan dell’Università della Tuscia ha affrontato l’argomento della dendocronologia in relazione alla scoperta di Italus, il pino loricato attualmente più longevo (1230 anni circa), studiato attraverso analisi al radiocarbonio. Italus non interessa tanto e solo per la sua età quanto per le informazioni preziose che racchiude sulla storia del clima e degli eventi che caratterizzarono il millennio in cui è vissuto: ne sono un esempio le tracce delle tempeste solari… dell’anno 993 d. C.!
La Settima edizione del Festival ha voluto fare un’incursione nel mondo dell’alpinismo e delle esplorazioni avventurose: ospite d’onore è stato Matteo Della Bordella, alpinista di fama internazionale che ha raccontato le sue avventure verticali in Patagonia e quelle più recenti in Groenlandia, con una spedizione diretta alla scalata di una parete inviolata del Drøneren, con la particolarità di un avvicinamento in kayak per 300 chilometri, sfidando le alte onde dell’Oceano e il pericolo degli orsi polari! La spedizione in Groenlandia si è allungata nei tempi ma Matteo ha presenziato lo stesso a San Severino Lucano, riuscendo in margini di tempo molto stretti a tornare e preparare la sua relazione. Per Della Bordella l’alpinismo è fatto di scoperta e avventura, è innanzitutto ricerca di nuove vie su pareti inviolate, sempre con il dovuto rispetto per l’ambiente, ma anche condivisione umana delle imprese con i compagni di cordata, stretti da un vincolo d’amicizia. L’alpinismo estremo è però caratterizzato da momenti tragici che possono anche portare alla morte amici cari con cui si condividono rischi e momenti di gioia; a volte bisogna superare gli inevitabili momenti di sconforto. Durante la serata, molto partecipata e con la presenza di numerose guide e appassionati di escursionismo e alpinismo provenienti anche da regioni limitrofe, è stato proiettato un breve filmato sulla scalata al Cerro Torre: le riprese dal Cerro Torre al tramonto sono qualcosa di sublime, uno spettacolo di wilderness totale, che solo chi ha le capacità per scalare lunghe e difficili pareti verticali di roccia può ammirare dal vivo. Prima della presentazione di Della Bordella però, i relatori Guido Gravame e Mimmo Ippolito, hanno parlato dell’alpinismo sul Pollino. Sebbene le montagne del Pollino siano non molto estese e a ridosso di zone antropizzate, l’alpinismo vero e proprio è arrivato tardi e a piccoli passi. Ma il pregio dell’alpinismo sul Pollino, o meglio dell’ “appenninismo”, riguarda la possibilità, anche qui, di poter scalare pareti e canaloni ghiacciati inviolati. L’alpinismo sul Pollino perciò si configura come attività di scoperta e avventura in una wilderness montana circoscritta ma anch’essa dall’indubbio fascino: ne sono un esempio le immagini e i racconti di Mimmo Ippolito sugli itinerari di ghiaccio e neve, come quella della “Delicata”, via molto impegnativa che si sviluppa su una spettacolare cascata di ghiaccio che si forma in particolari condizioni sul versante est di Serra delle Ciavole (attualmente è la cascata di ghiaccio più a sud d’Europa). Una tappa importante dell’alpinismo sul Pollino è il libro di Guido Gravame “Sud Verticale” (Idea Montagna), dove sono elencate e descritte, corredate da belle foto, le maggiori vie di alpinismo su neve e ghiaccio, su roccia e di scialpinismo del Parco del Pollino. Cosa lega il Pollino al Cerro Torre e alla Groenlandia? Alla fine, pur nella grande diversità degli ambienti e paesaggi ciò che accomuna è la voglia di avventura, il confronto con la wilderness montana e con i propri limiti: cambiano le estensioni, ma il valore di wilderness di una montagna – condizione geografica e stato d’animo ad un tempo - lo possiamo trovare nelle distese selvagge della Patagonia come negli ambienti molto più circoscritti del Parco del Pollino. La montagna è sempre bella dovunque, soprattutto quando non è addomesticata e banalizzata dall’invasività della civiltà urbano-industriale...
E per finire il Festival è stato coronato da un’escursione guidata alla Serra di Crispo e ai suoi pluricentenari pini loricati, che hanno stupito e meravigliato anche Matteo Della Bordella: con l’occasione è stata conferita la qualifica di socio onorario del Gruppo Lupi San Severino Lucano. L’organizzazione del Festival, giunto alla Settima edizione è stata possibile grazie alla Pro Loco di San Severino Lucano e al lavoro instancabile del suo giovane Presidente Michele Mitidieri. Le escursioni sono state guidate dalla guide escursionistiche di San Severino Lucano (Leonardo Viceconte, Maurizio Lofiego, Giorgio Braschi, Saverio De Marco) . Si ringrazia inoltre l’amministrazione comunale di San Severino Lucano e l’Ente Parco del Pollino per aver supportato e patrocinato il Festival.
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