Sabato 14 settembre, alle ore 18.00, presso la sala convegni (ex sala consiliare) parte del complesso monumentale di S. Francesco, in Piazza Municipio a Senise (PZ), si terrà la presentazione del libro Se girassi come i girasoli, silloge poetica di Nietta Loviglio, giovane autrice di Gravina in Puglia (BA). Il libro, pubblicato lo scorso 26 agosto da Eretica Edizioni, è disponibile in tutte le librerie e su svariati bookstore online (Amazon, IBS, Feltrinelli, Mondadori Store, ecc.).
Durante l’evento l’autrice Nietta Loviglio dialogherà con Angela Iannarelli, insegnante e scrittrice, e con Filippo Gazzaneo, insegnante, saggista e poeta. Alla discussione seguirà il firmacopie dell’autrice. L’intera cittadinanza è invitata a partecipare. L’ingresso all’evento è gratuito.
La silloge poetica di Nietta Loviglio si caratterizza per la simbiosi che l’autrice, nei suoi componimenti, riesce a realizzare tra elementi apparentemente distanti se non del tutto antitetici, accomunati però dall’essere i segni distintivi, da sempre, della migliore poesia. Quella di Nietta è infatti poesia contemporanea e “classica” ad un tempo: espressione dell’io, del suo dolore, delle sue angosce, del suo smarrimento di fronte ad una realtà astrusa, senza più certezze né punti di riferimento, ma capace altresì di trascenderlo e di farsi interprete, con le sue profonde ed essenziali rivelazioni, delle suggestioni, degli stati d’animo, delle emozioni comuni a tutti gli esseri umani; veicolata da una lingua poetica semplice, accessibile a tutti, che non si attiene alle regole della metrica tradizionale, ma che al contempo ne mantiene, tramite vie più sostanziali e implicite, la funzione armonizzante, che si palesa nella segmentazione dei versi, nella scelta dei foni, delle parole e delle frasi che li compongono, nella giustapposizione dei blocchi semantici; umile come quella del “povero poeta sentimentale”, impotente di fronte all’assurdità e al dolore del reale, ma altresì nobile come quella del poeta aristocratico, che si erge sulle brutture del mondo per consegnare agli uomini la bellezza e la verità che solo può riconoscere e raccontare.
Soprattutto, quella di Nietta Loviglio è una poesia spontanea e sincera, per niente artificiosa e cervellotica; una poesia “vera”, insomma, non solo “di facciata”: come “la botte e il violino”, oggetti che, pur composti da vari pezzi, stanno insieme senza colla, chiodi e viti, e che divennero, nella poetica di un grande poeta lucano, Leonardo Sinisgalli, allegoria della vera arte, quella che è espressione più autentica e profonda dell’animo umano e che nasce perciò già strutturata, organica e compatta, senza aver bisogno di orpelli retorici ed estetici che la facciano sembrare tale.
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