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Istituto Americano NIA finanzia studi neuroscienziato lucano Pasquale D'Acunzo su Alzheimer |
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31/08/2024 | Il neuroscienziato italiano di origini lucane, Pasquale D’Acunzo, continua a collezionare successi nel mondo scientifico e, come succede in questi casi, continua a riscuotere la fiducia di enti e società statunitensi che hanno deciso di finanziare i suoi studi sull’Alzheimer per un altro quinquennio con un nuovo e cospicuo finanziamento. Si tratta di poco meno di due milioni e mezzo di dollari nel primo triennio, con inizio giugno 2024, e circa 1 milione e mezzo per il successivo biennio dopo il conseguimento degli obiettivi intermedi previsti. A sostenere gli studi del giovane scienziato è il NIA, National Institute on Aging, ovvero l’ente federale del dipartimento della salute americano preposto al finanziamento delle ricerche più promettenti nel campo delle patologie associate alla terza età.
Il finanziamento del NIA arriva dopo un primo biennio finanziato da due fondazioni no-profit: l’americana Alzheimer’s Association, che aveva donato per le sue ricerche 140 mila dollari, e la francese Fondation Jérôme Lejeune con 130 mila euro.
Pasquale D’Acunzo è nato a Policoro ma ha vissuto la sua adolescenza a Tursi, in provincia di Matera. Vive a Manhattan (New York) dal 2018 e lavora nel laboratorio della Prof.ssa Efrat Levy al Nathan S. Kline Institute. Ha attirato l’attenzione del mondo scientifico sui suoi studi con la pubblicazione di un articolo sulla prestigiosa rivista scientifica Science Advances, in cui annunciava la scoperta delle mitovescicole, una nuova entità nanoscopica presente nel cervello, con probabili implicazioni nella sindrome di Down e nella patologia di Alzheimer. Da allora ha continuato i suoi studi e le sue pubblicazioni su diverse riviste specializzate catalizzando l’attenzione del mondo scientifico sulle sue scoperte sulle mitovescicole.
Tante le pubblicazioni su questi studi che cambiano di fatto l’approccio a queste patologie invalidanti che riguardano milioni di persone in tutto il mondo . Su Molecular Neurodegeneration l’articolo “Le mitovescicole secrete nello spazio extracellulare di cervelli con disfunzione mitocondriale compromettono la plasticità sinaptica”, pubblicato il 14 aprile 2024. Il 22 maggio 2024 su Traffic in collaborazione con il gruppo del Prof. Paul Mathews, D’Acunzo ha pubblicato il lavoro dal titolo “L’espressione dell’apolipoproteina E2 durante l’invecchiamento altera le vie endosomiali in un modello murino con aumento dei livelli di esosomi cerebrali”. All’’11 giugno di quest’anno risale poi, sulla rivista Current Opinion in Physiology, la review dal titolo “Biogenesi e secrezione di mitovescicole, piccole vescicole extracellulari di origine mitocondriale all’incrocio tra salute e malattia nel cervello”.
Un tale interesse è dovuto alla novità assoluta della scoperta sulle mitovescicole, per le quali rimane da approfondire ciò che esse regolano e modificano, sia in condizioni fisiologiche che in caso di patologia.
E proprio in questa direzione va il lavoro del dottor D’Acunzo e della professoressa Levy. Insieme al loro gruppo di lavoro i due scienziati ipotizzano un modello per la generazione ed il rilascio delle mitovescicole come meccanismo di controllo qualità e rimozione di rifiuti cellulari. Come si legge nell’abstract del progetto approvato dal NIA, le alterazioni nel numero, contenuto, e trasporto di mitovescicole osservate nel cervello di individui affetti dalla patologia di Alzheimer potrebbero essere causa di un accumulo di materiale tossico all’interno di neuroni, causandone la morte. Inoltre, facendo da spola da una cellula all’altra, queste mitovescicole disfunzionali potrebbero trasferire contenuto tossico da un’area del cervello all’altra, spiegando la progressione neurodegenerativa di questa patologia nel tempo.
Gli studi proposti cercheranno di dimostrare questa tesi e hanno il potenziale per identificare direzioni terapeutiche precedentemente inesplorate, come ad esempio farmaci diretti alla modifica di mitovescicole tossiche (con lo scopo di renderle innocue), oppure alla possibilità di inoculare mitovescicole terapeutiche nei primissimi stadi della patologia.
Gli studi del neuroscienziato lucano viaggiano di gran carriera verso frontiere ancora inesplorate della cura di malattie fortemente invalidanti e per le quali si è ancora lontani da soluzioni. Per questo D’Acunzo, a dispetto del motto del nemo profeta in patria, ha ricevuto encomi e riconoscimenti anche nella sua terra.
Il Consiglio Regionale di Basilicata, su indicazione di una apposita commissione con esperti, gli ha attribuito il premio “Lucani Insigni ediz. 2023”, mentre l’amministrazione Comunale di Tursi con delibera nel 2021 gli ha conferito “L’encomio solenne” per l’accertato valore scientifico di carattere internazionale delle sue scoperte sulle “mitovescicole”.
Al di là dei riconoscimenti esterni però, ciò che è essenziale è che alle sue ricerche dia fiducia il mondo scientifico, come dimostra il cospicuo finanziamento che gli consente di andare avanti nei suoi studi che danno speranza a milioni di persone in tutto il mondo.
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