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L'esperienza sorprendente ed irriducibile di un giovane vicentino nel percorrere il Sentiero Italia

3/05/2024

Stupirsi e seguire il proprio desiderio di infinito sono il filo conduttore della storia del giovanissimo vicentino Oscar Danielli, testimone, per 9 mesi, percorrendo settemila chilometri del Sentiero Italia CAI, della Bellezza di luoghi e montagne, patrimonio incommensurabile del bene comune e di quella crescita sostenibile da custodire e “costruire” a cui tanti Territori come la Calabria non possono fare a meno.
Su questo il 19enne è stato intervistato qualche giorno fa, nel castrovillarese, da Luana e Paolo, del CAI Castrovillari, con il dirigente scolastico in pensione, Walter Bellizzi, desiderosi di conoscere cosa lo ha spinto a percorrere il tracciato che include il Parco Nazionale del Pollino tra Trieste a Santa Teresa di Gallura in Sardegna.
Secca la sua prima risposta che ha richiamato l’amore viscerale per la Montagna, la Natura, sin da quando aveva 10 anni, e l’interesse spasmodico di voler scoprire l’Italia con i patrimoni che la contraddistinguono da millenni.
Un desiderio alimentato, accompagnato e sostenuto dai suoi genitori, anche loro appassionati di Montagna e certi che questo rapporto con la realtà, l’Ambiente, e tutto ciò che li rende, sono educazione alla Vita.
La Montagna insegna a seguire il passo di chi ci precede, ad essere legati l’uno all’altro nel cammino mentre si è protesi alla “Vetta”, alla meta.
Camminare ed affrontare questa impresa, ha ricordato Oscar agli intervistatori, è stato, per me, assolutamente provvidenziale: mi sono sentito – si percepisce nel suo dire n.d.r.- come guardato e voluto bene da Qualcuno attraverso l’Incanto dei luoghi e nelle tante persone che mi salutavano, durante il viaggio, con una spontaneità entusiasmante.
Un modo come stupirsi ed accorgersi contemporaneamente di Colui che ha fatto tutto per Te: le montagne, gli amici vicini, la gente che hai intorno ed il tuo Essere con gusto, come la Bellezza che si impone.
Un’esperienza stravolgente e sconvolgente che aiuta ad una maggiore coscienza di sé per trovarsi preparati pure dinanzi ad una realtà geografica che ci supera e ci provoca ad accettare, “oltre noi stessi”, ciò che ci definisce e ci accompagna misteriosamente ed imprevedibilmente.
Le domande su questi fattori hanno incalzato il giovane Oscar per comprendere quali sono stati i momenti più belli raccolti dal suo Cuore per i quali la baldanza che lo costituisce non si è fatta trovare disattesa osservando che ogni cosa era lì perché lui fosse protagonista e guardato in ogni momento. Una percezione bellissima dell’Io.
Questo suo raccontare ha fatto meravigliare soprattutto per come tratteggiava posti e territori attraversati, ricchi di tracce indelebili di quella Storia che solo l’Uomo sa firmare con il suo passaggio e come ogni angolo della nostra Italia testimonia.
A tal riguardo non si sono fatte attendere sollecitazioni al fine di comprendere come affrontare con questo spirito e sguardo un tour nella nostra regione.
Luana, una degli intervistatori, gli ha domandato anche come far avvicinare i giovani a questa opportunità che il CAI, associazione a cui appartiene, porta avanti da lustri proprio per far incontrare e vivere la Montagna.
La risposta di Oscar, dopo un attimo di riflessione, è stata chiara quanto spiazzante: l’importanza non è pretendere, ma prodigarsi, con pazienza e semplicità, testimoniando il bello affascinante di questo approccio che, comunque, deve accadere.
La montagna ci offre l’occasione di confrontarci con noi stessi, di riconsiderare lo sguardo verso gli altri per trovare un significato più grande.
E qui la chiacchierata con Oscar ha proposto valutazioni e prospettive ribadendo come questi istanti possono divenire particolarmente pregnanti in un mondo e in un Tempo avvolti dal relativismo più sfrenato.
Ecco perché la Montagna può aiutare, con i suoi silenzi e paesaggi, ad una crescita che ha come regola il camminare insieme e guardare “verso..” ciò per cui ti sei messo in movimento e ti Corrisponde.
Il confronto tra gli amici del CAI ed il giovane vicentino si è concluso, purtroppo, con l’arrivo del momento della partenza da parte di Oscar che ha lasciato in chi lo ha incontrato una buona inquietudine grazie all’esperienza comunicata la quale non presume di essere arrivati, ma tende continuamente alla meta come il desiderio di felicità, giustizia e libertà spinge ciascuno al compimento del proprio Destino in quella natura dell’Uomo che è rapporto con l’infinito.



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