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Recensione di “Essere Cristiani" di Hans Kung |
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27/04/2013 | Nel 2011 è stato scritto un libro di Hans Kung “essere cristiani” pubblicato dalla Rizzoli la cui l’originalità non sta dunque nei passaggi critici, sta altrove e nell’aver fissato dei criteri che per molti rappresentano in teologia delle sfide. In Essere cristiani, infatti, vengono – trattati non soltanto questioni e temi particolari della teologia, ma presentato l’intero messaggio cristiano nell’orizzonte delle odierne ideologie e religioni: in una sintesi sistematica complessiva, in sé armonica e unitariamente strutturata fin nei dettagli, così come proprio nella specializzazione delle discipline teologiche uno deve cercare di fare. – Di dire la verità senza lasciarsi corrompere, senza riguardi di natura politico-ecclesiastica e senza schieramenti teologici e tendenze di moda: sulla base del recentissimo stato scientifico della ricerca e con argomentazione intellettualmente onesta condurre una critica teologica integrale, legata a una ferma fiducia nella causa cristiana. – Di non partire perciò da problematiche teologiche del passato, bensì dalle questioni ampie e complesse dell’uomo d’oggi e da qui puntare, nonostante tutta la mole di informazioni, al centro della fede cristiana, in una concentrazione continuamente rinnovata: così che l’umano, l’universale religioso, l’extraecclesiale vengano presi sul serio in maniera più motivata del solito e però, allo stesso tempo, lo specifico cristiano sia enucleato in modo più preciso del solito e l’essenziale sia separato da ciò che non è essenziale. – Di parlare nella lingua dell’uomo d’oggi, senza arcaismi biblici e dogmatismi scolastici, ma anche senza ricorrere al gergo teologico di moda: con lo sforzo linguistico maggiore possibile, formulare in modo semplice e comprensibile per il contemporaneo non esperto in teologia e tuttavia, al tempo stesso, con precisione, in maniera differenziata e avvincente. Pertanto . Il libro Essere cristiani rappresenta un vero e proprio manuale esegesi ecclesiologica pur paventando e le differenze confessionali ed evidenziando così ciò che è comune alle confessioni cristiane come rinnovato appello, in definitiva, anche all’intesa sul piano pratico- organizzativo: nessuna nuova teoria accanto ad altre, ma il consenso fondamentale oggi possibile non solo fra le Chiese cristiane, ma anche fra i più importanti orientamenti teologici. Sulla base delle indicazioni del testo, – Occorre dare espressione all’unità, spesso difficilmente constatabile, della teologia – sulla base della ricerca esegetica e storica a partire dalla teologia fondamentale, passando per la dogmatica e l’etica, fino alla teologia pratica – in modo tale che, dalla questione di Dio fino alla questione della Chiesa, non possa più essere trascurato il nesso incrollabile di teoria credibile e di prassi vivibile, di individuale e sociale, di critica allo spirito del tempo e critica alla Chiesa, di religiosità personale e riforma delle istituzioni. A questo libro non sono mancati riconoscimenti pubblici. Inoltre è stata un’ opportunità anche per le Chiese e su questo piano ha parimenti incontrato vasto consenso. Tuttavia, non può essere taciuto il fatto che i membri della gerarchia tedesca e romana hanno fatto di tutto per vanificare questa opportunità. Non si sono vergognati – di fronte al successo del libro anche fra il clero – di mettere pubblicamente in dubbio, anzi di diffamare l’ortodossia dell’autore di Essere cristiani. Per nulla all’autore ha giovato l’aver dichiarato ampiamente, una volta ancora, la sua fede in Cristo nel libro Dio esiste? Risposta alla questione di Dio nell’età moderna (1978), che apparve quattro anni dopo Essere cristiani. La gerarchia romana e tedesca prese la cristologia qui esposta come pretesto per ritirare all’autore la missio canonica per l’insegnamento della teologia, appena prima del Natale 1979, sebbene contro Essere cristiani e Dio esiste? non sia mai stato attuato un procedimento magisteriale. In tal modo si cercò di spostare la discussione dalla imbarazzante questione dell’infallibilità alla questione cristologica, non da ultimo per coinvolgere i cristiani evangelici. Inoltre, per gli esponenti della gerarchia contrari alle riforme risultavano indigeste le richieste di riforma nella Chiesa che venivano avanzate anche in quel libro. In conclusione si tratta di un bel libro che scritto con un linguaggio chiaro e lineare offre importanti piste di lettura e spunti di riflessione su un problema ancora attuale.
Biagio Gugliotta |
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