Domani 27 febbraio, alle ore 18, a Matera, davanti alla Biblioteca Stigliani, in Piazza Vittorio Veneto, Ulderico Pesce mostra lo spettacolo “Il sindaco contadino: Rocco Scotellaro”. Intanto scrive questa lettera al presidente della regione Basilicata Bardi.
“Gentile presidente Bardi, lei e i suoi assessori, dovreste aver capito dopo 5 anni di governo che la ricchezza della nostra terra non è il petrolio. Il petrolio permette di fare un po’ di clientela, certamente, un po’ di distribuzione gratuita di gas in paesi che si spopolano, senza giovani, (ne sono scappati 3.600 in un anno), dove chiudono le scuole, i negozi, dove l’unica cosa che cresce è la mortalità tumorale e la conseguente industria di pompe funebri. Nel mio paese, Rivello, ne sono nate due. Insomma vuol capire che qui si attende la morte? E se hai bisogno di una tac in ospedale rischi di attendere un anno? L’augurio è quindi, di rimanere stecchiti sul colpo. La ricchezza della nostra terra, signor presidente, sono la natura e la cultura. Solo queste due componenti possono farci crescere. Vedo però che lei, con il suo operato, paralizza proprio la crescita culturale. L’anno del Centenario di Rocco Scotellaro, dimentica i finanziamenti annuali per la Biblioteca Stigliani, poi ne concede in forma minima mettendo in seria difficoltà la stessa apertura della biblioteca. Oggi la biblioteca è senza bibliotecario e da 45 unità di lavoratori sono diventati 12 e rimane aperta solo la mattina e qualche pomeriggio. Presidente caro, lei ha la delega dal Governo centrale per far funzionare la biblioteca; deve costruire un progetto legislativo strutturale, una sepsa stabilizzata. Presidente, che senso ha finanziare una serie di eventi sul Centenario della nascita di Scotellaro, ( a mio giudizio cazzate nostalgiche per pochi ma questa è un’altra problematica), se si tagliano i fondi destinati alla Cultura addirittura costringendo la Biblioteca Stigliani di Matera ad una probabile chiusura? Presidente io in questi lunghi anni l’ho incontrata una sola volta ad Aliano, dopo il mio spettacolo Petrolio, dove canto tutte le colpe della Giunta regionale che presiede nel settore petrolifero, e i guai ambientali della Val d’Agri, il teatro era gremito e ricordo uno scambio educato ma determinato e forte. Dei consigli che le davamo, in quella occasione, io e il pubblico, non ne ha tenuto minimamente conto. Benissimo. Ma ora, a fine mandato, caro presidente, capisca lei e faccia capire ai suoi super consulenti regionali, quelli dei macroattrattori che hanno creato solo desertificazione e sprechi, che Scotellaro si gira nella bara se lei non mette a posto le cose prima delle elezioni. Recuperi il terreno perso in difesa della natura e promuova la cultura. Riveda i tagli. Tutti. Ma per primi quelli che mortificherebbero la Biblioteca Stigliani di Matera, davanti alla quale, nella Piazza più rappresentativa della nostra terra, Scotellaro, Carlo Levi, Adriano Olivetti, Freedman, Sacco, e tanti altri, hanno fatto 10.000 comizi, hanno lanciato idee che hanno imposto la nostra terra all’attenzione internazionale. Presidente Bardi, visto che non mi ha ascoltato sul petrolio, mi ascolti sulla cultura. Riveda i tagli. Conceda il giusto a chi da anni, con caparbietà e competenza, contribuisce a tenere alto il nome della nostra terra. Approfitto per invitarla a vedere il mio lavoro su Scotellaro domani 27 febbraio alle ore 18 a Piazza Vittorio Veneto, se piove sotto i portici, e il mio lavoro sulla strage di Matera del 21 settembre che andrà in scena presso Palazzo Viceconte il 2 e 3 marzo. Presidente venga, porti tutta la Giunta, tutto il Consiglio, anche il petroliere Cicala, avete veramente bisogno di capire due tre cose importanti della storia culturale, politica, sociale della nostra grande e bellissima terra che non faremo distruggere da nessuno. Nell’attesa di immediate buone notizie la saluto.”
Lo spettacolo di Ulderico Pesce: “Rocco Scotellaro: il sindaco contadino”, si è imposto all'attenzione della critica nazionale ed è stato definito da Franco Cordelli sul Corriere della Sera "lo spettacolo più sorprendente dell'anno" e, negli anni, è andato in scena in tutte le regioni d’Italia e in Argentina, Cile, Brasile, Australia, Svizzera, Francia, Perù, Venezuela, Colombia e Uruguay.
Racconta la vita di Rocco Scotellaro. La sua adolescenza a Tricarico, l’amore con Isabella, la figlia del “trainante”, la sua lotta al fianco dei braccianti agricoli del Materano per avere la terra da coltivare e l’amicizia e l’intesa politica con Carlo Levi. E ancora l’elezione a sindaco di Tricarico, la fondazione dell’Ospedale nel paese, l’apertura delle scuole per analfabeti, l’ingiusto arresto per concussione e la conseguente scarcerazione. Infine la scoperta della scrittura come mezzo di riscatto sociale, il racconto della vita dei “suoi contadini”, il lavoro al fianco di Carlo Levi e Manlio Rossi Doria per riformare il mondo rurale del Sud dell’Italia e la morte improvvisa, a trent’anni, per infarto. A chiudere lo spettacolo il monologo straziante scritto da Francesca Armento, madre di Rocco Scotellaro, che narra la vita e l’improvvisa morte del figlio.
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