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San Paolo Albanese unisce Appennino e Mediterraneo con la tradizione arbëreshe |
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11/09/2023 | “Iam ià” è il titolo del concerto della band lucana Accipiter che giovedì 14 settembre a San Paolo Albanese, unirà il progetto A.M.A. (Appennino Mediterraneo Arbëresh) con l’evento “Croce e Basilico”, attraversando anche la gastronomia di tradizione arbëreshe.
Un evento che tiene insieme spettacolo e degustazione, gestito in collaborazione con Basilicata Circuito Musicale,) ideato e realizzato da Fondazione Appennino ETS e condiviso con le amministrazioni comunali di San Paolo Albanese, San Costantino Albanese e Ginestra al fine di salvaguardare il patrimonio culturale intangibile delle comunità arbëreshe.
Da una parte il progetto artistico degli Accipiter, ancorato alla tradizione e alla cultura musicale delle aree interne ed appenniniche e, dall’altro, il cibo che anche parte della storia dell’emigrazione cogliendo nei consumi e riti alimentari persino rotture ed innovazioni, conservazioni e mescolamenti.
Agli spettacoli “Il Colore del Mediterraneo” e dei Renanera, il 14 settembre si aggiunge un altro tassello del mosaico del progetto A.M.A. che si completerà il mosaico il 29 settembre all’IIS “L. Sinisgalli” a Senise e il 30 settembre all’IIS “G. Fortunato” a Rionero, con un format che prevede un dialogo sulla storia del Mediterraneo tra la comunità scolastica e il prog. Egidio Ivetic e a seguire lo spettacolo, parte del Festival Appennino Mediterraneo, “Mare Nostrum” a cura degli Arthea Ensemble.
“È stata una scelta che all’inizio poteva sembrare quasi azzardata – ha dichiarato Piero Lacorazza, direttore di Fondazione Appennino – ma che invece sta risultando innovativa ed interessante, vista la partecipazione e l’interesse del pubblico, l’idea di aggiungere al folklore e alla tradizione temi di attualità attraverso progetti artistici di qualità e il dialogo con la comunità scolastica”.
“La storia degli arbëreshë – ha aggiunto Mosè Antonio Troiano sindaco di San Paolo Albanese e capofila del progetto - è la storia di un esodo di intere famiglie. Dedite, inizialmente, quasi solo alla pastorizia, hanno costruito i loro insediamenti, le loro case; hanno segnato, con le loro attività umane, con le loro opere, i luoghi, il paesaggio. E noi questa storia vogliamo salvaguardarla non solo perché attraversa le nostre comunità ma anche perché, in fondo, ricordare e tutelare è un esercizio utile a tutti – ha concluso Troiano – poiché in questo mondo siamo tutti potenziali minoranze. Con questo spirito siamo particolarmente contenti che la innovazione culturale del progetto A.M.A. incroci la tradizione di un evento come Croce e Basilico e soprattutto entri nelle scuole, cattedrali civili in cui depositare valori e speranze per un mondo migliore, a partire dal Mediterraneo nel quale siamo”.
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