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Le lettere di Sant’Andrea Avellino in un nuovo libro

31/03/2023

Sant’Andrea Avellino di Castronuovo di Sant’Andrea nel corso della sua lunga vita ha scritto molte lettere sia per gli incarichi ricoperti nell’Ordine dei Chierici Regolari Teatini sia ai suoi devoti, per continuare a distanza la loro direzione spirituale.
Queste ultime lettere aveva l’abitudine di scriverle e poi farsele dettare da un suo aiutante, per trascriverle, al fine di conservarne copia affinché la direzione spirituale si potesse espletare in modo completo, seguendo un progetto logico e individualizzato.
Tale metodologia di archiviazione è stata provvidenziale, perché ci ha permesso di avere una documentazione importante sul pensiero del Santo.
Le lettere di sant’Andea Avellino furono pubblicate in due tomi nel 1731-1732 e furono dedicate al cardinale teatino Francesco Pignatelli, nato a Senise, all’epoca decano del Sacro Collegio e arcivescovo di Napoli. Molte sono andate perdute e, probabilmente, anche un intero terzo volume conservato nella Casa napoletana di San Paolo Maggiore.
Utilizzando i risultati delle mie ricerche, fatte negli ultimi venti anni, ho voluto raccogliere in un volume tutte le lettere, a me note, pubblicate successivamente alla stampa dei due tomi del 1731-32, o inedite.
Potremmo considerare questo il terzo tomo delle lettere, nella speranza di trovare il vero, sicuramente più ricco, andato perduto.
Allo scopo di far conoscere meglio il Santo lucano, Antonio Bulfaro, sindaco di Castronuovo di Sant’Andrea, ha voluto farlo stampare.
Bisogna ricordare che le lettere furono date alle stampe oltre un secolo dopo la morte del Santo e furono riprodotte solamente quelle da lui trascritte. Gli editori si contentarono di pubblicare solo queste, forse perché erano già in numero rilevante, oppure, ed è più verosimile, perché – essendo trascorso tanto tempo – molte erano sparse un po’ dappertutto, altre erano rimaste sconosciute o gelosamente custodite. Quindi la raccolta si rendeva assai difficile. È verosimile, come affermato da alcuni studiosi, che il numero di lettere scritte da sant’Andrea Avellino sia intorno a tremila.
Manca uno studio critico delle lettere, con correzioni di mancanze, integrazioni e analisi dei testi manoscritti, Inoltre, sarebbe interessante fare un’analisi dettagliata dei destinatari.
In questa pubblicazione si riportano alcune analisi fatte nel confrontare i testi stampati con i manoscritti autografi.
Nelle lettere il Santo alcune volte parla di sé. Ad esempio, in una delle ultime lettere, trovata nella sagrestia della Basilica di S. Siro di Genova, scritta sette mesi prima che morisse, parla della sua salute precaria: ha perso gran parte della vista e dell’udito.
Fa rilevare che non si trovano occhiali utili per migliorare la visione. Questo, probabilmente, perché ha problemi di cataratta oppure retinici che non si possono risolvere con le lenti. Addebita il tutto al peso dell’età. Ha ottantasette anni. È una conferma diretta che nacque nel 1521. Nel firmare la lettera scrive “povero chierico regolare”. È congruente con quanto attuato durante la sua lunga vita: essere umile.
Il Santo scrisse molte opere, pubblicate in cinque volumi. Tutti i suoi scritti, e la sua stessa vita, evidenziano la cultura umanistica e teologica.
E come scrisse il prof. Romeo De Maio “La critica austera di Andrea emerge soprattutto nell’uso regolato delle fonti, da quelle bibliche alle classiche, dai testi pedagogici a quelli storici. La regolarità critica delle citazioni delle fonti è singolare nella disciplina metodologica di Andrea”.
Purtroppo, in occasione della ricorrenza del quinto centenario della nascita, non si è riusciti a far attivare dai teatini la pratica in Vaticano per farlo nominare “dottore della Chiesa”.

di Nicola Arbia



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