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L'uomo può vivere senza Dio? Percorso di un diacono alla scoperta del Creatore |
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14/02/2023 | “Dio è in noi! Pagani, non credenti, credenti, buoni o cattivi. Dio è in noi! O meglio, noi siamo in Lui! Non possiamo agire senza che Egli agisca in noi e per noi. Dio è il principio vivente di ogni vita”. E’ con questo spirito che il lettore dovrebbe immergersi nell’opera “Alla ricerca di Dio”, lo stesso con cui l’autore Franco Sgovio, nato a Morano Calabro (in provincia di Cosenza) nel 1950, l’ha scritta con l’obiettivo di trasmettere - come lui stesso afferma - quella fede che è in ogni uomo. Don Franco che, attualmente, vive a Modugno (in provincia di Bari), è diacono della diocesi di Bari-Bitonto, guidata da monsignor Giuseppe Satriano, già vescovo della diocesi di Rossano-Cariati. E’ studioso, nonché qualificato e titolato a riguardo dei “Padri del deserto e Padri della Chiesa”. Il titolo suggerisce il senso dell’opera di Narrativa pubblicata nella collana “I Diamanti” dell’Aletti editore, ed è nato, quasi per caso, a cena tra amici. «Molte volte - racconta Sgovio - il discorso si incentrava su Dio! Quasi tutti i miei amici, dubitavano sulla presenza di Dio. Questo mio libro vuol essere un aiuto ad incontrare Dio!».
La Prefazione si incentra sui filosofi antichi, secondo cui «la pace è il sentimento che si prova, quando tutto è armonico, quando tutto è al suo posto, in greco Kosmos ha in sé il senso della bellezza e dell’ordine». «Ma i Padri della Chiesa, ridevano di queste teorie, sebbene - spiega l’autore - i primi, in genere, erano filosofi. Sant'Ireneo da Lione, Sant'Agostino, san Giovanni Damasceno ed altri arrivano al cristianesimo in età adulta. Il loro approfondimento, il loro scrutare le Sacre Scritture, diventano studio, approfondimento e riflessione sulle Scritture». «L’armonia con Giove e Venere - si legge nella Prefazione - non serve a niente, se non c’è armonia con la volontà di Dio, di Colui che ci ha creati! La pace è il segno, il dono celeste della nostra volontà, unita alla Sua». L’opera è un viaggio di meditazione e contemplazione; un modo per conoscere se stessi, attraverso le Scritture e la preghiera. Il libro è un accurato studio sui Vangeli, una riflessione sui Dieci Comandamenti e su diverse figure di santità. Da San Giovanni Evangelista a Sant’Antonio Abate; Sant’Ignazio di Loyola. Solo per citarne qualcuno. Uno studio della religione, anzi delle religioni. Non si parla solo della religione cattolica, infatti, ma anche di Ebraismo, Buddhismo, Induismo, Confucianesimo. Di Zarathustra, profeta e mistico iranico; di Maometto e Islamismo. Ma, soprattutto, l’opera resta un inno alla bellezza della spiritualità, anche nei confronti di chi fa della razionalità l’unico motore della sua vita. «L'uomo senza un Dio, di qualsiasi religione, di qualsiasi credenza - afferma l’autore - è solo un uomo materiale. San Giovanni Crisostomo in una sua omelia scrive per quelli che non credono: “O uomo! che ti alzi al mattino, e non ti accorgi della luce e del sole; degli alberi e degli uccelli; degli uomini e degli animali; svegliati è Dio nel creato!”. La prima rivelazione di Dio è nel creato».
Pagina dopo pagina, dunque, c’è una tendenza continua alla ricerca di Dio, che agisce prima di ogni cosa, anche prima dell’amore stesso che si prova per Lui. Una inclinazione costante verso Dio, sostanziale e indipendente dalla volontà. E questo - racconta don Franco Sgovio - «grazie all’aiuto che ho ricevuto dai Padri della Chiesa. San Paolo e Sant'Ireneo da Lione spiegano bene come è composto l'uomo. La Tripartizione dell'uomo: Anima, corpo, Spirito. Sono in tanti che non credono a questo. La certezza di questi elementi, porta l'uomo alla “Ascetica”. Ad elevarsi dal corporale e dall'umano, prediligendo l'uomo spirituale. Nella vita di ciascuno di noi queste certezze, lo aiutano a cambiare vita ed essere più umile, più razionale, più religioso, più caritatevole». E’ chiaro dunque il messaggio che lo scrittore vuole trasmettere: «Io i Padri li studio. Vengono da me interiorizzati. Il loro pensiero lo porgo al lettore, pensiero attuale da oltre duemila anni, credo in una forma capibile dal dotto e dal non dotto».
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