“Solo quando le donne, dunque, avranno una stanza tutta per sé, potranno finalmente vivere con se stesse e con il mondo”.(V.Woolf) La stanza di cui parla Virginia Woolf è la metafora di un luogo, dove la donna può essere sempre se stessa, attiva, creativa, indipendente sia economicamente che psicologicamente, dove il verbo 'potere' non viene coniugato solo al maschile ;un luogo dove poter essere non soltanto madre, moglie, figlia, sorella, vittima, ma donna, persona, possibilità, mondo; un porto sicuro dove attraccare e cercar rifugio durante la tempesta, dove non si muore e non si soccombe ad ogni tipo di sopruso e violenza, ma dove si vive , si ama e si costruisce un dialogo con l’ infinito.
Ascolta, Ascoltati
Nulla è più doloroso
delle tue mute ferite,
dei tuoi corti respiri,
che sfiorano appena
l’ atteso arcobaleno,
le buie curve della paura.
Ho colto fiori per te,
trattenuto il fiato,
scongiurato la morte,
cibato forza e voce.
Riparati nelle mie parole,
nella penombra delle
complici finestre,
nei mille sorsi di vita
che ho conservato per te,
per me , per noi, nei granelli
di luce che nessun paradiso
ha mai conosciuto.
Sei la misura dell’ incontenibile
infinito, la sfida tenace
alla rassegnazione , al silenzio.
Ascolta, ascoltati,
sei fuoco, pioggia,
lotta, passo deciso,
incanto , vento che
spazza via abusi secolari.
Abbandona i cieli capovolti,
i solitari recinti dell’ amore
che uccide, i sonni storici,
le mani che saccheggiano.
Ridisegna il tuo cammino,
la mappa del tuo cuore,
ogni tuo volo cancellerà
ombre, assenze , miserie.
ENZA BERARDONE
poetessa |