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Noepoli: domani cittadinanza onoraria al Capitano Di Iesu e al Cav. Santa Lucia Antonio |
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1/08/2022 | Domani a Noepoli alle 18, si terrà un Consiglio comunale in piazza Marconi, il sindaco, Francesco Antonio Calabrese, tra i vari punti all’ordine del giorno, ha inserito la concessione di due alte onorificenze, Cittadinanza onoraria al Capitano del Comando Compagnia Carabinieri di Senise, Marco Di Iesu, laureato in giurisprudenza, già Comandante di Plotone/Compagnia presso il 13° Reggimento Carabinieri in Gorizia, reparto di proiezione all’estero della seconda Brigata Mobile. Ha preso parte alla missione Antica Babilonia in Iraq, Nassirya, nel 2004 e 2005 in qualità di Comandante di plotone. Successivamente è stato impiegato nella missione Joint Guardian in Kossovo, Pristina 2008, ed infine in Afghanistan nel 2012 come Comandante del Training Element in Adraskan, con lo scopo di formare ufficiali e sottufficiali della Polizia Afghana. L’altro riconoscimento importante, l’altra Cittadinanza onoraria va al Cav. Santa Lucia Antonio, imprenditore, originario di Noepoli, ma residente a Salerno. Inoltre saranno concessi encomi a cittadini e militari che si sono particolarmente distinti in vari ambiti. Figure importanti come il personale medico e paramedico, dei servizi sociali, del Consorzio di Bonifica, addetti alla forestazione e all’antincendio; poi ancora donne e uomini della Protezione Civile di Noepoli, San Giorgio L., Cersosimo, San Costantino A., Terranova di Pollino, Senise e Chiaromonte; nonché al distaccamento dei Vigili del Fuoco di Terranova di Pollino. L’antica “Novium” – terra umida e grassa adatta al pascolo – poi Noepoli “città nuova”, è un’antica e nobile Comunità, già importante feudo durante la dominazione normanna, quello di Noia, parte della contea di Chiaromonte e dei signori Sanseverino, sino ai Pignatelli. Noepoli custodisce importanti monumenti, come la chiesa madre, il palazzo comunale, tra le mura dell’antico castello feudale, costruito nel XV secolo, nello stesso Municipio è ammirabile una pietra tombale del XIV secolo che riproduce un guerriero chiamato dalla gente del posto “Iacuvill”. Non mancano le antiche dimore, Palazzo “De Cicco” e il Palazzo Rinaldi, dipinti di scuola napoletana, affresci e un’area archeologia di notevole interesse. Nelle vicinanze del torrente Rubbio si trovano i ruderi del monastero di Santa Maria della Saectara, sorto con molta probabilità tra il X e l’XI secolo, sede dei profughi albanesi provenienti dalla città di Korone. Dalla “Torretta”, un magnifico belvedere, si apre un panorama meraviglioso sulla Valle del Sarmento, l’occhio non resiste e si tuffa nelle acque fresche e limpide del fiume che scorre lento impetuoso e orgoglioso, come le genti che l’abitano da secoli. Lo sguardo, poi, spazia e viene come rapito dalle amene colline,più su la suggestione delle vette del Pollino con i suoi boschi; e ancora le creste argillose che danno origine ad un paesaggio spettacolare che tanto ricordano la luna ma anche antiche fortezze con le sue inespugnabili torri. Insomma, l’antica terra, le genti che ancora l’abitano e che tramandano antiche gesta, non dimenticano donne e uomini che continuano a donarsi al prossimo senza risparmiarsi. Un corredo di valori che si tramanda da generazioni, quei valori che si incontrano ancora nei vicoli del borgo, dove l’anima ancestrale si apre come uno scrigno, custode di ricordi, di speranze, di slanci autentici. Un po’ come le nostre terre, bruciate sì dal sole, ma pronte a donare i frutti migliori.
Vincenzo Diego |
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